E’ mancato ieri mattina a New York Robert J. Tomei, portato via da un brutto male che non gli ha lasciato scampo. Si legge così con tutta un’altra ottica il passaggio del 100% della sua Advanced Capital sgr al colosso del secondario Capital Dynamics annunciato venti giorni fa (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Italo-americano, ex Merrill Lynch International, Tomei aveva iniziato la sua carriera a New York nel 1993 a Kidder Peabody, prima di trasferirsi a Londra con la stessa società. Aveva poi fondato a Milano la società di gestione di fondi di fondi di private equity Advanced Capital sgr nel 2004 e ne è sempre stato il deus ex machina, sebbene dal 2013 si fosse fatto affiancare dal ceo Robert H. Berlé.
L’sgr oggi gestisce i fondi di fondi di private equity generalisti ACII, ACIII e ACIV e, inoltre, due fondi di specializzati nel settore del real estate opportunistico e dell’energia tradizionale. L’sgr aveva poi annunciato per quest’anno il lancio di un nuovo fondo di fondi internazionali generalista, sulla falsariga dei precedenti gestiti, mentre da fine 2017 è in raccolta per il nuovo fondo Advanced Italia, con target 200 milioni, che investirà in fondi di private equity italiani sia sul mercato primario sia su quello secondario, ma anche in Spac e in club deal che abbiano come target di investimento pmi che abbiano intenzione di cavalcare le nuove tecnologie “disruptive” per innovare i loro business.
Tomei aveva una grande attenzione all’applicazione delle nuove tecnologie a tutti i tipi di industria e infatti da anni aveva iniziato a selezionare i fondi di private equity internazionali nei quali investire anche sulla base del fatto che i loro manager avessero o meno a cuore questo approccio. In un’intervista a MF Milano Finanza poco più di due anni fa aveva detto: “Il mondo sta cambiando più rapidamente di quanto si pensi, compromettendo anche i settori tradizionalmente considerati più stabili. Le aziende sono costrette a cambiare e lo devono fare ora, altrimenti non ci sarà alternativa all’uscita dal mercato. E noi che investiamo il denaro dei nostri investitori dobbiamo tenerne ben conto, quando andiamo a scegliere i team internazionali di gestione di fondi private equity cui affidare quei denari”.
Secondo Tomei Industry 4.0 era un concetto strettamente legato alla sopravvivenza e alla redditività delle aziende e degli investitori che puntano su di esse: “Il fatto straordinario è che spesso sono proprio i grandi fondi internazionali a non dare abbastanza peso a questi temi, che vengono considerati lontani. Non si rendono conto che il futuro è già qui e che la redditività futura delle società nei loro portafogli dipenderà sempre più dalla loro capacità di cogliere le opportunità della rivoluzione digitale”. E aveva concluso Tomei: “Io investo oggi in fondi che termineranno il loro periodo di investimento tra 10 anni. È mio dovere immaginare dove sarà arrivato il mondo allora, se voglio garantire ai miei investitori dei rendimenti adeguati”.
E attenzione, la tecnologia disruptive riguarda anche le grandi tech, che peraltro spesso sono passate proprio dai portafogli dei fondi nei quali Tomei negli anni ha investito. A valle dello scandalo Facebook-Cambridge Analystics, il manager aveva commentato a MF Milano Finanza: “L’impatto di questo scandalo è qualcosa di enorme perché evidenzia il vizio che alla base del business model che è l’utilzzo dell’identità come moneta di scambio tra l’utente e facebook. Al momento non è assolutamente possibile fare una valutazione delle big tech o comunque di aziende che sinora hanno basato il loro conto economico sulla monetizzazione dei dati dei loro utenti. C’è solo un downside risk, che peraltro non è quantificabile. Quanto è accaduto permetterà di sicuro la nascita di nuovi operatori e di social network che baseranno la gestione dei dati su tecnologie imparziali come la blockchain. I grandi incumbent come Facebook, Google, Microsoft, Amazon e così via dovranno fare i conti con questi nuovi player ed eventualmente adottare loro stessi la tecnologia disruptive”.
Tomei era anche un appassionato di arte contemporanea di cui era grande collezionista. Era presidente del comitato per gli investimenti e membro del comitato consultivo della Fondazione Peggy Guggenheim, membro dell’Art & Museum committee del Solomon R. Guggenheim Museum, membro del consiglio internazionale della Tate di Londra, del Contemporary Arts Council del MOMA di New York e della Serpentine Gallery.
(I funerali si svolgeranno in forma strettamente privata a New York. Verrà celebrata una Santa Messa il giorno lunedi 10 settembre alle ore 18.30 nella Basilica di San Marco a Milano).