(Ben Vautier, Fluxholes gathered by Ben Vautier, 1964-1981)
A Firenze al Centro Di & Guests la Collezione Zattoni – in programma dallo scorso sabato 26 ottobre al 23 novembre 2018 – presenta l’artista francese “Ben Vautier/ Pas d’Art”, di grande rilevanza per il movimento Fluxus ma non molto esposto con una mostra curata da Ginevra Marchi. La GalLibreria Centro Di, dopo l’enorme lavoro di archivio della sua raccolta di libri, ha deciso di aprire lo spazio all’arte come una galleria, oltre che come libreria d’arte e casa editrice, Centro DI, con la seconda mostra del ciclo “Centro Di & Guests”, ideato per portare negli spazi rinnovati della storica casa editrice fiorentina, fondata nel 1968 da Alessandra e Ferruccio Marchi, i collezionisti italiani e le loro collezioni. L’attività di questo singolare centro ruota intorno al libro e a tutto quello che è documentazione, con un investimento coraggioso, poco mercantile, decisamente in controtendenza in un mondo che dichiara la morte del libro. L’aspetto interessante dell’iniziativa è la proposta di opere legate a collezioni non molto visitate come nel caso della famiglia Zattoni e della collezione di opere di Ben Vautier, noto esponente Fluxus.
La famiglia Zattoni, di Ravenna, è alla seconda generazione nel collezionismo di opere d’arte e ha cominciato con una passione per i libri scegliendo però il mondo del contemporaneo per la possibilità di un contatto più o meno diretto con gli artisti come nel caso di Ben Vautier, che intreccia come tutto il movimento Fluxus arte e vita perché lo slogan degli artisti che riunisce è proprio “l’arte è vita” e questa è soprattutto gioco, portato al paradosso e al divertimento come le scatoline esposte in vetrina al Centro DI che ricordano vecchi giocattoli di carta. In particolare questo vale appunto per l’artista francese che in una performance scelse di stare quindici giorni in vetrina e realizzando l’opera d’arte dal vivo: la propria vita. Dotato di un ego smisurato, ha sempre sostenuto, che l’opera d’arte vale soprattutto per l’idea e non per tanto per la sua realizzazione ma soprattutto per l’autore: ha così firmato tutto anche spazzolini da denti e bottiglie di vino, nonché opere di altri. Un gioco in onore del quale in occasione di questa mostra è stato stampato un “libro-Scatola”, con copertina rigida lucida nera, di poco più di due chili, che raccoglie la corrispondenza di Ben Vautier tra il 2011 e il 2018, tutta in francese, lasciata così com’è, lettere, pensieri e riflessioni.
(Ben Vautier, Pas d’art, pennarello su tela 1964)
La mostra, che riunisce oltre 130 opere, segue il lavoro dell’artista dalla prima opera di Ben, Encore un année sans rien foutre, che Ermes Zattoni ha acquistato agli inizi degli anni Novanta, anche se l’incontro con l’artista è avvenuto solo molto tempo dopo, fino agli anni Duemila. Nel 2010 la famiglia ha avuto l’occasione di comprare l’opera del 1964 Pas d’Art, appartenuta a Dany Gobert, attivo nel Théâtre Total di Nizza, negli anni Sessanta, creato da Ben. Insieme al quadro, il precedente proprietario aveva conservato una serie di documenti del periodo, che sono stati acquistati con l’opera e che hanno portato all’incontro con Ben Vautier. Quando gli Zattoni sono arrivati a Saint-Pancrace,in Francia, dimora dell’artista, nel gennaio 2011, la prima cosa che Ben ha detto vedendo la sua tela è stata: “Questa non è mia!”. Per fortuna all’incontro era presente la moglie Annie, con una memoria più viva di quella di lui, che gli ha ricordato di aver realizzato l’opera come titolo per uno spettacolo del Théâtre Total. E la visita ha segnato l’inizio di un’amicizia. Gli Zattoni sono tornati in Italia con il quadro e 6 bottiglie di “Le jaja de jau” per ricordo, un buon Syrah del 2008 che nell’etichetta sul retro aveva la scritta “Le jaja c’est le mot d’argot pour vin de tous les jours, le vin plaisir, le vin de soif”.
A quell’incontro, negli anni successivi, ne sono seguiti molti altri, sia a Saint-Pancrace, sulle colline intorno a Nizza, dove Ben vive ormai da tempo, che nella città vicina, alla “Galerie Espace à debattre et Espace a Vendre”, dove l’artista organizza performance.
(Casa di Ben Vautier, Saint-Pancrace (Francia), gennaio 2011)
A queste visite, da subito, si è aggiunta la corrispondenza via mail. Una corrispondenza fitta, con cadenza plurisettimanale, che va avanti dal 2011 e che ha dato vita a quasi 3.000 pagine di racconto di Ben sugli argomenti più vari: il suo lavoro, le sue opere, ma anche i piccoli episodi di vita quotidiana, il rapporto con i cani (il leggendario e dolcissimo mastino napoletano Luna e poi i suoi successori), la moglie, gli amici, i collezionisti.
E viaggio dopo viaggio, mail dopo mail, la collezione ha continuato a crescere, sino a comprendere oggi circa 150 pezzi.
In mostra scatole e cataloghi Fluxus, le ormai introvabili edizioni originali della rivista “Tout” (bollettino di Art Total), manifesti, esemplari della rivista ‘Ben Dieu’, cataloghi di mostre, vinili dalla raccolta personale dell’artista, foto di performance di Ben e tante altre scattate nelle diverse occasioni di incontro. Oltre naturalmente alle opere di Vautier, che insieme agli altri oggetti esposti raccontano un sodalizio artistico ormai pluriennale. Sodalizio narrato alla GalLibreria in tre diverse sezioni: la prima illustra l’impegno della famiglia Zattoni nella curatela di mostre e cataloghi con i quali lasciano conoscere con passione la loro raccolta e gli artisti di loro interesse; segue una seconda vetrina dedicata a Fluxus, con materiali di George Maciunas, Yoko Ono, Robert Watts, Robert Filliou, George Brecht e altri; chiude la mostra la sezione relativa a Ben con opere, documentazione e un’edizione speciale che traduce in quasi 3.000 pagine di carta stampata la “Newsletter” di Ben, il costante invio di e-mail di cui la famiglia Zattoni continua a essere uno dei destinatari del quale abbiamo detto.
A cura di Giada Luni.