Per la prima volta dalla crisi del 2008, torna in netto positivo il mercato dell’arte contemporanea. Lo certifica il Rapporto Artprice 2018 (si veda qui il report completo), sottolineando che il fatturato complessivo dei dodici mesi tra fine giugno 2017 e giugno 2018 è cresciuto del 19%, toccando quota 1,9 miliardi di dollari; che il numero di lotti venduti è aumentato del 17%, con 66.850 aggiudicazioni; che il tasso mondiale di invenduti è rimasto stabile al 39%; e che l’indice dei prezzi dell’arte contemporanea è salito del 18,5%.
A ciò si aggiunge il fatto che il prezzo medio per opera venduta si è attestato a 28mila dollari, ben al di sopra degli 8400 dollari di inizio anni 2000, anche se sotto il picco dei 38,8mila dollari del 2013-2014. Tra le opere più care battute alle aste, quelle di Jeff Koons (58,4 milioni di dollari), Zhang Fanzhi (23,3 milioni di dollari), Wade Guyton (6 milioni) e Rosemarie Trockel (5 milioni), sebbene il 90% delle opere scambiate non superi i 22.400 dollari, incluse le commissioni di acquisto.
Il mercato dell’arte contemporanea è infatti molto concentrato su 500 artisti, che generano l’89% del profitto mondiale, con in testa Basquiat, Doig e Stingel. Nella top-500 rientrano 9 italiani: Stingel (3°), Cattelan (121°), De Dominicis (178°), Chia (187°), Paladino (203°), Penone (234°), Salvo (245°), Lo Giudice (317°) e De Maria (480°).
La maggior parte degli artisti (53%) conta comunque una sola transazione. Gli artisti più scambiati alle aste nell’ultimo anno, solitamente per merito di numerose opere poco costose, sono stati: Robert Combas, Kaws, Peter Howson, Robert Mapplethorpe e Shepard Fairey.
Quanto ai rendimenti degli investimenti in arte contemporanea, su un campione di quasi mille opere acquistate all’asta e rivendute nel corso dei 12 mesi 2017-2018, il rendimento annuale medio si colloca all’+8,1%. Tuttavia, nel 40% dei casi, il valore delle opere considerate è diminuito tra i loro due ultimi passaggi nelle case d’aste , a indicare che l’investimento in arte contemporanea rappresenta in termini di rendimento un’alternativa molto interessante agli investimenti in altre asset class, ma che il rischio di perdite importanti è pure molto alto. Detto questo, l’ottica ragionevole di investimento è di medio lungo termine. Così piò capitare che artisti, le cui opere sono state vendute all’asta per la prima volta negli anni ‘90 e all’inizio del 2000, oggi vengano riproposti con prezzi delle opere aumentati in maniera impressionante.
I “Monochromatic Jokes” di Richard Prince illustrano perfettamente l’immenso potenziale finanziario dell’arte contemporanea. Acquistata per 38.125 dollari nel maggio del 2000 da Sotheby’s a New York, la tela All I’ve heard (1988) è stata rivenduta per oltre 2,5 milioni di dollari nel novembre 2017., con il collezionista che ha realizzato un aumento di valore del 6.550% in poco più di 17 anni, vale a dire un ritorno dell’investimento annuale medio pari al 28%.
A livello geografico, Londra, New York, Pechino e Hong Kong concentrano l’82% del fatturato mondiale per l’arte contemporanea, ma solo il 17% dei lotti venduti. Parigi e Londra battono New York per numero di transazioni, ma quest’ultima resta la capitale del mercato di fascia alta. A questo proposito, ricordiamo che nel maggio 2017 il collezionista giapponese Yusaku Maezawa ha versato 110,5 milioni di dollari per regalarsi “Untitled” (1984) di Jean-Michel Basquiat: si tratta del prezzo più alto mai battuto per un’opera di arte contemporanea.
A livello di operatori, il mercato dell’arte contemporanea è dominato da tre case d’asta anglosassoni: Sotheby’s (28% del fatturato mondiale), Christie’s (26%) e Phillips (15%). Nella top-10, rientrano sei case d’asta cinesi. A livello di fatturato dalle vendite all’asta, dominano gli Stati Uniti (32% del totale), seguiti dalla Gran Bretagna (29%) e Cina (16%). Ma se i primi hanno subìto un calo del 16%, complice la maggiore focalizzazione sull’arte moderna, UK e Cina sono in rialzo rispettivamente del 55% e 15%. Quanto all’Italia, consolida il suo settimo posto, con un fatturato di 12,7 milioni di dollari, in crescita del 31%.