Mentre procede il collocamento delle azioni di CrowdFundMe presso gli investitori istituzionali in vista della quotazione all’Aim Italia (si veda altro articolo di BeBeez), Consob ieri ha pubblicato nel suo Bollettino settimanale la notizia che la Commissione ha comminato alla piattaforma di equity crowdfunding una sanzione amministrativa da 12 mila euro in relazione alla vecchia questione della campagna di equity crowdfunding che CrowdFundMe aveva condotto su se stessa tra giugno e luglio 2017.
Allora, infatti, CrowdFundMe aveva condotto un aumento di capitale ricorrendo a una campagna di equity crowdfunding ospitata sulla sua stessa piattaforma, raccogliendo 278 mila euro dal crowd, per il 10% del capitale, su un target minimo di 150 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez). L’auto-campagna non è di per sé vietata, ma a Consob la cosa non era andata giù, anche perché proprio mentre era in corso la campagna, la Commissione aveva pubblicato per consultazione il testo delle modifiche al Regolamento sull’equity crowdfunding, che includeva l’esplicito divieto per le campagne di autoquotazione (si veda altro articolo di BeBeez). Quel divieto era poi stato eliminato dal testo definitivo del Regolamento, inserendo però l’art. 13 comma 1-bis, in base al quale “il gestore che intende condurre sul proprio portale offerte aventi a oggetto strumenti finanziari di propria emissione o emessi da soggetti controllanti, controllati o sottoposti a comune controllo, adotta misure idonee per l’efficace gestione del conflitto che insorge in relazione a questo tipo di attività. Tali misure includono l’astensione dal condurre tali offerte, laddove i conflitti di interesse non possano essere gestiti adeguatamente, in modo da evitare effetti negativi per gli investitori” (si veda altro articolo di BeBeez). Al termine della sua indagine, la Commissione ha appunto contestato a Crowdfundme la violazione dell’art. 50–quinquies del TUF e dell’art. 13, comma 1, del Regolamento Consob n. 18592/2013 che impongono ai gestori di portali di operare con diligenza, correttezza e trasparenza evitando che gli eventuali conflitti di interesse che potrebbero insorgere nello svolgimento dell’attività di gestione di portali incidano negativamente sugli interessi degli investitori.
Tornando all’ipo di CrowdFundMe sull’Aim, il collocamento è iniziato il 23 novembre e terminerà il prossimo 11 dicembre. L’operazione è strutturata tramite un aumento di capitale per un massimo di 4,999 milioni di euro di azioni di nuova emissione alle quali saranno assegnati gratuitamente un massimo di 1,74 milioni di warrant nel rapporto di un warrant ogni azione ordinaria, di cui la prima metà in sede di collocamento e una seconda metà al 20 giugno 2019, solo agli azionisti che avranno mantenuto le azioni in portafoglio sino a quella data. Il range di prezzo delle azioni è stato fissato tra un minimo di 8 euro e un massimo di 10 euro per azione, che corrisponde ad un enterprise value fra 9 e 11,6 milioni. Ambromobiliare agisce in qualità di advisor finanziario.
Il database di CrowdfundingBuzz indica che a oggi CrowdFundMe è la seconda piattaforma di equity crowdfunding italiana per raccolta, considerando che il mercato è partito dal 2014 e che in totale ha raccolto 49,5 milioni di euro. Dall’inizio dell’operatività nel 2015, CrowdFundMe ha raccolto infatti 10,6 milioni di euro, seconda solo a Mamacrowd che dal 2016 ha raccolto 13,2 milioni. In totale CrowdfundMe ha raggiunto 5.198 investitori per un investimento medio di 2 mila euro a testa, che sono andati a finanziare 39 campagne di successo (contro le 43 di Mamacrowd).