In Italia abbiamo 171 incubatori e acceleratori di startup. Il 60% si trova al Nord, con il 25,3% nella sola Lombardia. Lo rileva la seconda edizione del “Report sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani”, presentato ieri a Milano e sviluppato dal team di ricercatori Social Innovation Monitor con base al Politecnico di Torino, in collaborazione con Italia StartUp e con il supporto di Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Impact Hub Milano, Instilla, IREN, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Teams – SIT (si veda qui il comunicato stampa).
La maggior parte degli incubatori è privata (64,2%), seguono quelli pubblico-privati (21,8%) e quelli pubblici (13,9%). Nel 2017 sono stati incubati 1.344 team imprenditoriali e 2.435 startup. A livello di settore, sono stati particolarmente attivi in quelli della salute e del benessere (21,4% delle startup incubate), seguiti da cultura, arti e artigianato (che aveva il record di supporto nel 2017). Inoltre, la metà degli incubatori ha supportato startup con un significativo impatto sociale.
Nel 2017, gli incubatori hanno fatturato un totale di 222 milioni di euro, con una media di 1,30 milioni.
Come sottolineato da Paolo Landoni del Politecnico di Torino, direttore scientifico della ricerca, “aumenta l’attenzione alle imprese a significativo impatto sociale e aumentano gli incubatori che affiancano alle proprie attività tipiche attività di selezione e investimento nell’equity delle startup. Investimenti importanti, perché in una fase seed molto rischiosa a cui non sono interessati altri investitori”.