Pepper, il servicer australiano specializzato nella gestione di crediti deteriorati, fondato da Mark Cuhlane e delistato dalla Borsa di Sidney a fine 2017 dal colosso del private equity Usa KKR, esce dall’Italia: la controllata italiana, infatti, è stata rilevata dal management e cambia nome in PCMI. Non solo. In Italia si riorganizza per servire a tutto tondo banche e fondi clienti, mentre si prepara a costituire un veicolo specializzato per realizzare operazioni di cartolarizzazione e studia l’ingresso nel campo del servicing giudiziario, della cessione del quinto dello stipendio e degli investimenti diretti in crediti, anche tramite acquisizioni mirate. Lo ha detto a BeBeez e MF Milano Finanza Alfredo Goldaniga, ceo dell’italiana PCMI spa e della controllante londinese PCMI Europe Ltd.
KKR, dunque, che tuttora controlla il gruppo Pepper, oggi opera quindi in Italia nel settore Npl esclusivamente tramite Sistemia spa di cui ha acquisito il controllo nell’aprile 2016 (si veda altro articolo di BeBeez).
“A oggi abbiamo in gestione circa 1,2 miliardi di euro di crediti deteriorati, ma secondo noi la semplice attività di servicing dei portafogli di crediti non dà margini sufficientemente interessanti, quindi abbiamo deciso di diversificare il nostro perimetro d’azione e affiancare altre linee di business che siano complementari”, ha spiegato Goldaniga.
I passi già compiuti in questa direzione negli ultimi mesi da PCMI in Italia sono due. Lo scorso dicembre PCMI ha acquistato il 60% di Steram, una startup fondata da Stefano Ramella e specializzata in property and facility management, nella gestione di cespiti bancari, ristrutturazioni cielo-terra, bonifica di capannoni industriali e costruzione ex novo di interi siti abitativi. Goldaniga ha detto che “Steram, che sarà ribattezzata PCMI Real Estate, in queste prime settimane dell’anno ha già raggiunto i 5 milioni di euro di ricavi e il target per fine anno è d 8-10 milioni”.
Contestualmente, ha detto ancora il manager, “abbiamo costituito PCMI Agency, che si occuperà di intermediazione immobiliare, così, una volta rimessi a nuovo gli immobili a garanzia dei crediti deteriorati, abbiamo subito un canale pronto per metterli sul mercato. Anche in questo caso partiamo già con una buona base: a oggi abbiamo in portafoglio mandati di vendita, soprattutto da parte di società di leasing, per asset per un valore complessivo di 12 milioni di euro”.
Entro un paio di mesi, invece, ha aggiunto Goldaniga, “concluderemo l’acquisizione di uno studio legale che oggi conta 14 avvocati tutti dedicati all’attività di recupero crediti e che sarà ridenominato PCMI Legal Services”.
E la campagna di acquisizioni mirate non finisce qui. “Abbiamo già identificato un target interessante per poter entrare nel settore del credito al consumo e in particolare in quello della cessione del quinto dello stipendio”, ha detto ancora il manager, precisando che “il nostro obiettivo è quello di rifinanziare il debitore che non riesce a rimborsare la banca o la società di leasing. Quando avremo la nostra società specializzata, potremo estinguere le esposizioni delle banche nei confronti di quei debitori e riaprirle noi”. Su questo fronte i tempi sono un po’ più lunghi, perché le trattative sono avanzate, ma non concluse.
Infine, le ultime novità in cantiere per PCMI riguardano un’evoluzione dell’originario core-business e cioè la gestione dei portafogli crediti deteriorati acquisiti dai fondi specializzati. “Stiamo strutturando un nostro spv (special purpose veichle) per realizzare cartolarizzazioni, in modo tale da poter coinvestire con i fondi nei portafogli che li aiutiamo a valutare e ad acquisire e che di cui poi acquisiamo il mandato di servicing. Stiamo parlando di portafogli sino a 200 milioni di euro lordi secured di Npl o di inadempienze probabili (unlikely to pay) soprattutto leasing, in relazione ai quali noi possiamo investire 500-700 mila euro di nostro equity nella tranche junior”. Non solo. PCMI sta lavorando in questi giorni anche all’acquisizione di una piattaforma di gestione di una banca piccola che ha un portafoglio di di Npl da poco meno di un mld lordo per il quale sarà servicer.
(Articolo modificato alle ore 19:55 del 27 febbraio 2019 – si precisa che PCMI è uno spin-off delle attività italiane di servicing di Pepper e che PCMI è quindi ora una società indipendente dal gruppo Pepper e dalla controllante KKR. La precisazione deriva da una richiesta di rettifica arrivata oggi in redazione a MF avanzata dal direttore generale di Sistemia, Paolo Sgritta, che recita: “La società PCMI non non fa in alcun modo parte del gruppo KKR né ha alcun collegamento, diretto o indiretto, con Sistemia. Il Dott. Goldaniga, che è presidente del consiglio di amministrazione di una società (PCMI) che è stata dismessa per scelte del gruppo Pepper, già da tempo crea confusione sul mercato diffondendo informazioni confuse e inesatte nel tentativo di accreditarsi presso alcuni clienti e istituzioni. (…) KKR, che controlla il gruppo Pepper, opera in Italia nel settore Npl esclusivamente tramite Sistemia Spa di cui ha acquisito il controllo ad aprile 2016”. Interpellato da BeBeez e MF, il Dott. Goldaniga ha confermato che “PCMI spa, nata a ottobre 2017 come Pepper Credit Management Italy, branch italiana del gruppo australiano Pepper Group e attiva in Italia nel settore del servicing, oggi è una società completamente autonoma e indipendente e posseduta al 100% da PCMI Europe Limited, controllata da un gruppo di manager che hanno come core business la gestione dei crediti deteriorati e con un proprio parco clienti”. Peccato che nel corso del colloquio durato più di un’ora con Goldaniga questo aspetto non sia mai emerso e che Goldaniga abbia sempre parlato solo di un cambio di nome e non di controllo. Anzi, proprio in relazione al socio di controllo, che si immaginava ancora in comune, era stata fatta la domanda circa similitudini e differenze con il servicer Sistemia. Ci scusiamo con i lettori”.