La società paytech Nexi ha presentato la domanda di ammissione alla quotazione a Borsa Italiana. L’avvio dell’offerta è previsto per l’aprile 2019 (si veda il comunicato stampa), come previsto (si veda altro articolo di BeBeez).
L’offerta di Nexi è riservata a investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali all’estero sarà mista e composta da un aumento di capitale per 600-700 milioni di euro e da vendita di azioni da parte dei soci. Non è stato comunicato quanto sarà il flottante, ma si parla di almeno il 35%. Quanto alla valutazione, si parla di 6,5-7,5 miliardi di euro, compreso il debito finanziario netto di circa 2,5 miliardi di euro.
Il via alla percorso dell’ipo era stato dato ufficialmente lo scorso gennaio (si veda altro articolo di BeBeez), con la nomina di Evercore nel ruolo di advisor, mentre Banca Imi, BofA Merrill Lynch, Credit Suisse, Mediobanca e Goldman Sachs sono state nominate global coordinator e joint bookrunner, mentre Banca Akros, Barclays, Citigroup, HSBC, MPS Capital Services, UBI Banca, UBS e UniCredit agiscono in qualità di joint bookrunner.
Banco Bpm, inoltre, agirà come ipo credit facilities coordinator, mentre UBI Banca è l’ipo rating advisor del contratto di finanziamento che sarà siglato contestualmente al completamento dell’ipo, al fine di rifinanziare il debito residuo alle migliori condizioni. I proventi derivanti dall’aumento di capitale saranno infatti utilizzati da Nexi principalmente per ridurre l’indebitamento finanziario del gruppo, con l’obiettivo di raggiungere alla fine del 2019 un rapporto tra indebitamento finanziario netto ed ebitda normalizzato compreso tra 3 e 3,5 volte.
Nexi è controllata oggi al 93,2% da Mercury Uk Holdco Ltd, il veicolo che fa capo ai fondi di private equity Bain Capital, Advent e Clessidra, ed è partecipata per il resto da una decina di istituti di credito, tra cui Banco Bpm, Credito Valtellinese e Popolare di Sondrio titolari di quote superiori all’1%.
Il perimetro con il quale Nexi si presenta in borsa è molto diverso da quello fotografato dai conti del 2017, perché lo scorso luglio il gruppo Nexi si è diviso in due: da una parte DEPObanki in cui sono confluiti tutti servizi di securities services e di tramitazione che richiedono la licenza bancaria (banca depositaria) e, dall’altra, il nuovo Nexi Group, ex Mercury Payment Services (già Setefi Payment Services), che ingloba tutte le attività di pagamento e le società controllate del gruppo focalizzate sui pagamenti (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre nell’ultimo anno il gruppo ha condotto acquisizioni (quella di Sparkling18 e quella delle attività di card merchant acquiring di Carige) e cessioni (di HI-MTF e di immobili), peraltro proseguite in questi primi mesi del 2019, con la cessione di Oasi a Cedacri (si veda altro articolo di BeBeez) e di PayCare (costituita nel novembre 2018 con il conferimento di alcuni asset della ex Bassilichi) a Comdata (si veda altro articolo di BeBeez). Infine tra maggio e luglio 2018 il gruppo aveva rifinanziato i bond quotati alla Borsa del Lussemburgo per un totale di 2,2 miliardi di euro e aveva emesso 400 milioni di nuovi bond collocati in private placement (si veda altro articolo di BeBeez).
Per questo motivo i dati che fanno testo sono quelli del bilancio pro-forma 2018 (si veda qui il comunicato stampa), a cui già lo scorso novembre faceva riferimento la presentazione dei conti dei nove mesi agli analisti.
Sulla base di dati finanziari pro-forma, quindi, nel 2018 Nexi ha registrato ricavi netti per 931 milioni di euro e un ebitda normalizzato per 424 milioni, che si confrontano con 943 milioni di ricavi netti pro-forma e un ebitda di 370 milioni nel 2017.
Il management stima che il beneficio sull’ebitda derivante dalle varie iniziative di efficientamento messe in atto negli ultimi anni, una volta realizzate e pienamente attuate, sarà di 126 milioni all’anno, di cui una porzione di 31 milioni già realizzata nel corso dell’esercizio 2018 e quindi riflessa nei dati finanziari di cui sopra. Pertanto, al 31 dicembre 2018, il beneficio sull’ebitda atteso dalle Iniziative non ancora realizzate è di 95 milioni all’anno, di cui una porzione si attende sarà realizzata nel 2019 mentre l’intero importo sarà realizzato nel 2020.