Il capoluogo lombardo rende omaggio al pittore piemontese, milanese di adozione, nel centenario della nascita con la mostra MORBELLI 1853 – 1919 alla GAM – Galleria d’Arte Moderna di Milano dal 15 marzo al 16 giugno 2019. L’esposizione presenta una selezione di opere molto accurata che affronta tutti i temi e gli aspetti della pittura di Morbelli conosciuto come il pittore dei “Vecchioni”, ma anche l’osservatore attendo della città che cambia nella modernità e l’occhio attento al disagio sociale, in particolare con la serie delle “vendute”; un posto importante spetta anche alla natura della terra natale. Il percorso segue Morbelli dalla sua formazione tipicamente ottocentesca, al il realismo fino all’incontro fotografico e l’approdo al divisionismo. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Milano dedicato all’Arte Moderna e Contemporanea con la GAM e realizzata grazie al contributo di Rotary Club Milano Sud e con il supporto di Erco ed è curata da Paola Zatti con la collaborazione di Alessandro Oldani, Giovanna Ginex e Aurora Scotti.
Importanti i prestiti, nazionali e internazionali, provenienti dal Musée d’Orsay di Parigi e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna che completano il ciclo che la GAM ha dedicato alla pittura lombarda tra Otto e Novecento e in particolare nella mostra si evidenzia il dialogo con alcuni contemporanei come Ernesto Bazzaro, Giuseppe Pellizza da Volpedo (con cui condivise anni di amicizia e lunghi scambi epistolari), Medardo Rosso, Vittore Grubicy de Dragon.
Morbelli è nato ad Alessandria dove la sua famiglia, originaria di Casale Monferrato, si era poi trasferita, e arriva a Milano nel 1867, dove si forma all’Accademia di Brera, punto di riferimento della pittura ottocentesca non solo milanese. Qui assimila l’insegnamento di Bertini e di tutta la tradizione ottocentesca della pittura storica come ad esempio nel grande quadro Goethe morente, dove il tema della morte di un personaggio è un topos diffusissimo ai tempi.
A Milano Morbelli visse la maggior parte della sua vita e coltivò rapporti significativi anche al di fuori dell’ambito strettamente accademico con personalità di spicco come Vittore Grubicy e artisti divisionisti quali Giovanni Segantini e Gaetano Previati.
Conosciuto come il pittore dei “Vecchioni”, deve questo appellativo al fatto che per gran parte della sua vita si dedicò a dipingere la condizione malinconica e di solitaria meditazione degli ospiti del Pio Albergo Trivulzio, celebre organizzazione assistenziale milanese. In Giorni… ultimi! e Il Viatico, realizzate tra 1882 e 1884, Morbelli, non ancora approdato al Divisionismo, presenta gli ambienti del Trivulzio e gli anziani ospiti proponendo inediti tagli fotografici. Lo sguardo è sempre concentrato sulle persone e la luce gioca un ruolo essenziale nell’atmosfera emozionale con un risultato di grande raffinatezza.
Chiude la serie, dal punto di vista cronologico, Un Natale! Al Pio Albergo Trivulzio dove il vuoto dominante del grande salone sembra relegare in un angolo la presenza umana che proprio per questo spicca nella sua desolazione. Uno spazio troppo grande per scaldare il cuore.
Altro tema dell’esposizione quello della città che cambia, incline ad accogliere la modernità ed il treno in tal senso ne è uno dei cantori, come anche la nuova Galleria Vittorio Emanuele o la Stazione Centrale, allusioni al progresso.
Accanto a questo sguardo critico ci sono visioni più tradizionali come Le guglie del Duomo, in linea con la tradizione anche dal punto di vista compositivo, che rivela l’amore di Morbelli per quella che considera la propria città. Non è un caso che a più riprese ha lavorato sull’interno di Santa Maria dei Miracoli, una delle chiese più amate dai milanesi dove le giovani coppie sposate tradizionalmente lasciavano fiori d’arancio sull’altare dedicato all’Assunta.
Accanto ai temi cambia lo stile con l’avvicinamento graduale da una parte a quello che oggi chiameremmo iper-realismo, ovvero l’approccio fotografico e alla tecnica del divisionismo. Quanto ai soggetti un posto speciale occupa la donna nel suo ruolo di moglie, madre e amante in particolare le prostitute, in mostra con la serie delle “Vendute” di cui ci sono tre versioni.
La Venduta presentata alla GAM, realizzata tra il 1887 e il 1888, costituisce il secondo esemplare della serie e fu presentata nel 1888 all’Italian Exhibition di Londra con il titolo A Pall-Mall Gazette subject, in riferimento a un’inchiesta sulla prostituzione femminile condotta all’epoca dalla stampa londinese. Ancora lontana dalla tecnica divisionista che caratterizzerà invece la terza versione del 1897, l’opera presenta un netto taglio fotografico: una giovane donna, pallida e probabilmente malata, guarda diretta verso l’osservatore con aria mesta, quasi ad interrogarlo e a coinvolgerlo nel suo dramma personale.
Da non dimenticare il tema della natura, legata alla terra natia, dove la famiglia mantenne sempre una residenza di campagna presso Colma, frazione di Rosignano Monferrato. Al centro del borgo si trova ancora oggi Villa Maria, così chiamata in onore della moglie di Morbelli, per il pittore un luogo dell’anima, fonte di ispirazione ma anche d incontro con intellettuali tanto che vi stabilì il suo atelier.
Dalla metà degli anni Novanta, Morbelli affianca a opere di stampo realista alcune proposte pittoriche di natura delicatamente simbolista, con una maggiore introspezione psicologica e una grande potenza emotiva. Significativa in tal senso l’opera Sogno e realtà, la vecchiaia in versione simbolista, come un polittico laico nel quale le due figure ormai vecchie ricordano in sogno la loro gioventù di innamorati.
Lo stesso paesaggio come nel Il ghiacciaio dei forni, a Santa Caterina di Valfurva, è reinterpretato in senso simbolista, con una grande raffinatezza.
, proponendo un ciclo di incontri e visite guidate dedicate. Aperta al pubblico dal 15 marzo al 16 giugno, è allestita nelle sale del piano terra di Villa Reale, recentemente sottoposte a un intervento di restauro che valorizza le decorazioni e i pavimenti originali anche grazie a un rinnovato impianto illuminotecnico.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, con saggi di Paola Zatti, Giovanna Ginex, Aurora Scotti, Alessandro Oldani, Niccolò D’Agati, Gianluca Poldi e le schede delle opere a cura di Costanza Ballardini.
A cura di Giada Luni.