Il Charlemont Exchange, un noto immobile a uffici nel Central Business District di Dublino e affittato al colosso del co-working Usa WeWork, è stato comprato per 145 milioni di euro da Savills Investment Management per conto di fondi gestiti da Vestas Investment Management e sottoscritti da un gruppo di investitori coreani. A vendere è stato Marlet Property Group il cui advisor è stato (si veda qui propertyfundsworld).
Vestas ha comprato nel dettaglio il Block AC (Phase 1), che ha recentemente subito una ristrutturazione completa e ha ottenuto la certificazione Gold LEED, così come il Block D (Phase 2) che è attualmente in fase di ristrutturazione. L’acquisizione è strutturata come un acquisto della Fase 1 e un impegno a termine per l’acquisto della Fase 2 al termine dei lavori di ristrutturazione, che dovrebbe essere completata nel quarto trimestre del 2019. L’immobile è adiacente all’Hilton Hotel, in prossimità dello sviluppo di Charlemont Square. Nell’ottobre 2018, il team dedicato agli affitti di Savills ha completato la locazione di Charlemont Exchange a WeWork siglando un contratto di affitto di 20 anni. Savills IM e Vestas hanno avuto come advisor A & L Goodbody, mentre Savills e Mason Hayes Curran hanno agito per Marlet in entrambe le operazioni di vendita e affitto.
Secondo un nuovo rapporto di Urban Land, il cambiamento climatico avrà un impatto devastante sulle valutazioni dei portafogli di immobili per i quali gli investitori non saranno ricorsi ai ripari in tempo (si veda qui cnbc). Nel 2018, da maggio a luglio, gran parte della costa orientale degli Stati Uniti, fino alla Florida, ha visto precipitazioni fino a tre volte i livelli normali, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). “Comprendere e mitigare il rischio climatico è una sfida complessa e in continua evoluzione per gli investitori immobiliari”, ha dichiarato il ceo di Urban Land, Edward Walter: “Rischi quali l’innalzamento del livello del mare e lo stress da calore porranno sempre più in evidenza la vulnerabilità non solo dei singoli beni e luoghi, ma di intere aree metropolitane”. Il rapporto evidenzia come le società di investimento immobiliari stanno ora dando la priorità al rischio dei cambiamenti climatici e creando nuovi approcci per valutare meglio e sviluppare strategie di riduzione del rischio.