Aumentano le dimensioni delle aziende italiane target dei fondi di private equity e contemporaneamente aumentano anche i prezzi. Lo ha calcolato l’Osservatorio Private Equity Monitor dell’Università Liuc di Castellanza, che ieri ha presentato i risultati del suo Rapporto 2018, supportato da EOS Investment Management, EY, Fondo Italiano di Investimento sgr, McDermott Will & Emery e Value Italy sgr (si veda qui il comunicato stampa).
Dal rapporto, presentato dal presidente dell’Osservatorio Anna Gervasoni e dal coordinatore Francesco Bollazzi, emerge che i ricavi mediani delle aziende target di investimento l’anno scorso sono saliti a 44,5 milioni di euro, dai 41,7 milioni del 2017 e dai 39,8 milioni del 2016. Contemporaneamente anche il multiplo di valutazione sull’ebitda è salito a una mediana di 10,1 volte (dalle 9,2 volte del 2017 e dalle 7,9 volte del 2016), con punte più alte per i buyout (10,4 volte) e livelli più bassi per le operazioni di minoranza (9,3 volte). Il mix delle due situazioni ha portato quindi l’enterprise value mediano a sua volta a salire a 95,5 milioni di euro nel 2018, dai 90,1 milioni del 2017 e dagli 81,5 milioni del 2016.
Il tempo medio di investimento dei fondi nel capitale delle aziende target si è mantenuto a 4 anni e 8 mesi, sostanzialmente in linea con il 2017 e più breve dei 5 anni registrati nel 2016. Quanto ai livelli di attività, il 2018 è stato un anno molto effervescente. Nel quarto trimestre 2018 ha toccato infatti il massimo storico il Pem index, che misura il numero degli investimenti rispetto al numero di investimenti condotti nel primo trimestre del 2000, considerato come base 100. L’indice è infatti arrivato a quota 458 e per tutto l’anno si è mantenuto sopra quota 300 punti, a fronte di un totale di 175 investimenti di private equity mappati, il massimo mai registrato da quando esiste l’Osservatorio Pem. Il massimo precedente era stato segnato nel 2008 con 127 operazioni.
Va ricordato che il numero degli investimenti di private equity mappati dal Pem differisce da quello calcolato da Aifi e diffuso lo scorso marzo per il 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), perché il Pem considera solo i primi investimenti e non considera gli investimenti di venture capital; il dato Pem differisce inoltre da quello calcolato da BeBeez, perché BeBeez comprende tutte le operazioni di private equity condotte da qualunque tipo di operatore, non necessariamente strutturato come fondo e quindi anche i club deal e le Spac (per consultare i dati di BeBeez, abbonati a BeBeez Private Data).
Tornando ai dati sulle operazioni, il primo trimestre di quest’anno l’indice Pem è invece sceso a 317 punti a fronte di 38 operazioni mappate, aindicare ancora un buon livello di attività, anche se meno marcata rispetto all’ultimo trimestre 2018. Da segnalare infine che il 52% degli investimenti del 2018 è stato condotto da operatori internazionali. E, sul fronte degli operatori attivi, anche qui il 2018 ha segnato un record, con 125 operatori che hanno condotto nell’anno almeno un’operazione, in netto rialzo dai 92 operatori del 2017 e massimo degli ultimi 11 anni.