Arriverà in aula oggi alla Camera il testo del Decreto Crescita per essere licenziato rapidamente, con tutta probabilità con il voto di fiducia. Poi passerà in aula al Senato ed essere convertito in legge come previsto entro il 29 giugno.
Tra gli emendamenti approvati dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera ci sono anche quelli sulla sandbox per il fintech e quello sull’agevolazione fiscale per gli Eltif o European Long-Term Investment Funds.
La sandbox è letteralmente il “recinto della sabbia” dei parchi giochi per bambini e la locuzione è entrata nel gergo fintech per indicare uno spazio dove le startup possono sperimentare in sicurezza i loro prodotti innovativi per un periodo di tempo limitato e con un numero limitato di clienti, senza dover sottostare alle regole stringenti a cui sono sottoposti gli operatori del credito tradizionali.
A presentare l’emendamento sulla sandbox sono stati i deputati della Lega Gusmeroli, Cavandoli, Covolo, Ferrari, Gerardi, Pagano, Paternoster e Tarantino, con Giulio Centemero che è il relatore del provvedimento per la Commissione Finanze e che a sua volta lo scorso marzo aveva presentato il disegno di legge 1673, intitolato “Istituzione del Comitato interministeriale per l’economia digitale nel settore bancario, finanziario e amministrativo nonché disposizioni in materia di esercizio delle funzioni regolatorie (si veda altro articolo di BeBeez). Il testo ricalcava quello dell’emendamento proposto a fine 2017 alla Legge di Bilancio sullo stesso tema da Sebastiano Barbanti, allora deputato PD. L’emendamento era stato poi approvato dalla Commissione Finanze della Camera, ma in aula era passato soltanto in una parte, cioé quella dove proponeva per interessi e capital gain derivanti da investimenti in prestiti erogati da privati a privati e imprese tramite piattaforme fintech, la medesima tassazione applicata oggi ai redditi degli strumenti finanziari e quindi un’aliquota del 26% e non più l’aliquota marginale applicata ai redditi personali (si veda altro articolo di BeBeez). Quelle modifiche normative, sia sandbox sia tassazione del lending su piattaforma al 26%, erano state chieste a gran voce da tutti i protagonisti del fintech italiano ed erano temi che erano stati sollevati da AssoFintech in occasione dell’audizione alla Camera nel novembre 2017 nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fintech (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto all’emendamento sugli Eltif, era stato messo a punto dallo stesso Giulio Centemero e propone appunto per i sottoscrittori degli Eltif un vantaggio fiscale sulla falsariga di quello previsto per chi investe nei Piani individuali di risparmio (si veda l’Insight View di BeBeez per gli abbonati a BeBeez Premium News 12 mesi, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese). E’ prevista infatti un’esenzione fiscale per i capital gain percepiti da persone fisiche che investono in Eltif somme annue fino a 150 mila euro e fino a un totale di un milione e mezzo complessivi. Per beneficiare del vantaggio fiscale, gli investimenti dovranno essere effettuati nel 2020 e mantenuti per almeno cinque anni. L’incentivo si applica agli Eltif il cui patrimonio raccolto non dovrà essere superiore a 200 milioni all’anno fino a un tetto di 600 milioni. Inoltre gli Eltif dovranno investire almeno il 70% del patrimonio in imprese italiane o residenti in uno Stato memebro Ue, che non operano nel settore finanziario, quotate e non quotate, ma con una capitalizzazione di mercato inferiore a 500 milioni di euro. Al momento il testo che arriva in aula non prevede incentivi per le persone giuridiche, “ma l’obiettivo è sicuramente quello di estendere i benefici alle persone giuridiche”, ha affermato Centemero,
AIFI ha commentato che “vede con favore questa agevolazione per gli impatti positivi sulla raccolta dell’industria del private capital presso la clientela retail di fascia alta. Lo stesso intervento si inserisce nell’ambito delle azioni portate avanti dall’associazione per promuovere l’interesse della clientela del private banking verso gli investimenti alternativi. Si auspica un allargamento del beneficio anche alle società”.
A oggi gli Eltif sono regolamentati dal decreto legislativo dello scorso 15 dicembre 2017, n. 233, che adegua la normativa italiana alle disposizioni del Regolamento europeo n. 2015/760 del Parlamento Ue e del Consiglio relativo agli Eltif. Le norme sono strettamente connesse alla direttiva 2011/61/Ue (l’AIFMD sui gestori alternativi, si veda altro articolo di BeBeez) che costituisce infatti il quadro giuridico che disciplina la gestione e la commercializzazione dei fondi di investimento alternativi (FIA) nella Ue. E questo perché gli Eltif sono, per definizione, fondi di investimento alternativi dell’Ue (FIA UE) gestiti da un gestore di fondi di investimento alternativi (GEFIA) autorizzato ai sensi della direttiva AIFM. In Italia quest’anno sono già stati lanciati due Eltif: uno di Muzinich a marzo (si veda altro articolo di BeBeez) e uno di Eurizon a gennaio (si veda altro articolo di BeBeez). Anche Kairos dovrebbe lanciare a breve il suo primo Eltif (si veda altro articolo di BeBeez).