E’ stato presentato ufficialmente ieri a Piazza Affari il nuovo segmento di ExtraMot Pro, battezzato ExtraMot Pro3, dedicato prevalentemente alle emissioni obbligazionarie delle pmi in crescita, così come anticipato sabato 21 settembre di MF Milano Finanza e come descritto nel dettaglio lunedì da BeBeez nella sua Insight View, dedicata agli abbonati a BeBeez News Premium (scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese).
“ExtraMot Pro3 è nato con l’obiettivo di permettere alle società non quotate di ampliare la propria platea di interlocutori finanziari a supporto dei loro piani di crescita, anche attraverso l’emissione di minibond. Crediamo che la quotazione su ExtraMot Pro3 rappresenti un volano per lo sviluppo delle società italiane e spesso un primo ingresso sui mercati dei capitali oltre a essere un’importante opportunità di visibilità e internazionalizzazione per cogliere al meglio le sfide del mercato”, ha detto Pietro Poletto, responsabile dei mercati obbligazionari di Borsa Italiana.
Sul nuovo segmento sono stati trasferiti 157 strumenti (al netto dei doppioni dedicati agli investitori Usa, ai sensi della norma 144A del US Securities Act del 1933) e quotati da 114 emittenti appartenenti a 10 diversi settori e provenienti da 15 regioni italiane, con una raccolta complessiva di oltre 5 miliardi di euro (si veda qui il comunicato stampa). Nella pratica sul sito di Borsa Italiana nella sezione dedicata al nuovo segmento sono elencati bond che comprendono anche quelli emessi da Aeroporti di Roma, Sisal o Rekeep (ex Manutencoop), che non sono proprio pmi (si veda qui Beez Peak). Ma d’altra parte il criterio di selezione è un po’ più ampio.
In ogni caso, qui l’elenco completo dei bond quotati a oggi su ExtraMot3 con i codici ISIN e la descrizione
Il nuovo segmento sarà infatti dedicato prevalentemente all’emissione di obbligazioni o titoli di debito da parte di società non quotate su mercati regolamentati, pmi (come definite nella normativa Mifid2) o aventi un valore di emissione inferiore a 50 milioni di euro oppure a strumenti finanziari emessi in relazione a operazioni di cartolarizzazione aventi a oggetto obbligazioni ed altri strumenti finanziari di debito emessi da queste categorie di società. Non solo. Il nuovo segmento si distingue dagli altri poi Borsa Italiana perché digitalizza il processo di quotazione; introduce il listing sponsor che assista e supporti la società nella quotazione e introduce infrastructure bond anche di tipo greenfield.
All’incontro di presentazione di ExtraMot Pro3 hanno partecipato anche: Andrea Sironi, presidente di Borsa Italiana; Roberto Monducci, Direttore del Dipartimento per la produzione statistica (DIPS) dell’Istat; Giancarlo Giudici, Professore Associato del Politecnico di Milano; Andrea Nascimbeni, presidente di 4 Madonne Caseificio dell’Emilia; Laura Fincato, direttore generale di Corvallis Holding; Patrizia Zuppini, CFO e membro del cda di Imi Fabi spa; Giuliano Mosconi, Ceo di Tecno spa.
Il presidente di Borsa Italiana Andrea Sironi ha sottolineato che il nuovo segmento ExtraMot Pro3 si colloca all’interno dell’impegno di Borsa Italiana verso le pmi, alleviando gli aggravi burocratici connessi alla quotazione degli strumenti di debito in Borsa, che penalizzano ExtraMot Pro. Questo segmento secondo Poletto fatica a crescere anche per un problema di educazione finanziaria delle pmi, in particolare nel Sud Italia. Lo dimostrano i dati sulle emissioni di obbligazioni, concentrate soprattutto in Lombardia e pressoché assenti nel Meridione. Per cercare di risolvere il problema, Borsa Italiana è in roadshow nelle principali città italiane insieme a partner locali (advisor o banche del territorio), per cercare di sfruttare l’effetto domino del network locale e l’emulazione tra aziende. “Il roadshow è iniziato alla Fiera del Levante di Bari e si concluderà nel primo semestre 2020, dopo aver toccato le principali regioni italiane”, ha spiegato Poletto a BeBeez.
Diversi sono i motivi che spingono le imprese a quotare strumenti di debito in Borsa. Andrea Nascimbeni, presidente di 4 Madonne Caseificio dell’Emilia, ha affermato durante l’evento: “Siamo stati quasi costretti a usare il debito nel 2015 (si veda altro articolo di BeBeez, ndr), a seguito del calo del prezzo del parmigiano, del rinnovo della nostra struttura e del terremoto in Emilia, quando le banche ci hanno abbandonato chiedendo i rientri degli affidamenti. E’ stato difficile convincere i 45 soci della cooperativa a chiedere denaro ai privati, perché temevano di non essere più proprietari. Ma dopo l’emissione ci è cambiata vita a livello finanziario, perché poi le banche sono tornate a concederci credito, che ora usiamo in simbiosi con i minibond”. L’ultima emissione di minibond del caseificio, per un valore di 4 milioni di euro, risale all’aprile scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo italiano tra i primi operatori nel settore IT Corvallis ha invece iniziato a emettere minibond nel 2015 per ottenere un orizzonte temporale più ampio rispetto ai finanziamenti bancari (si veda altro articolo di BeBeez). “I minibond ci hanno dato l’occasione di mettere a punto un piano industriale e confrontarci con gli investitori, imparando a comunicare la nostra attività. L’azienda è arrivata alla sua terza emissione nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez), attirando investitori importanti come Cdp. “Siamo entrati in un contesto difficilmente avvicinabile dalle pmi che si affidano solo a finanziamenti bancari. Abbiamo anche investito di più in comunicazione su cui prima eravamo meno attenti. I minibond sono stati per noi anche un modo per farci conoscere e tenere alta attenzione dei clienti”, ha raccontato Laura Fincato, direttore generale di Corvallis Holding.
La società italiana di estrazione, produzione e commercializzazione di minerali di talco Imi Fabi spa invece ha emesso minibond per la prima volta nel 2014 per curiosità e voglia di mettersi alla prova in un mercato diverso rispetto alle banche, facendosi accompagnare in modo importante dalla sua banca sponsor. Con la loro sua emissione di quest’anno (si veda altro articolo di BeBeez), Imi Fabi ha anch’essa attratto investitori come Cdp e ottenuto maggiore visibilità, ha spiegato la cfo Patrizia Zuppini.
Anche Tecno spa ha emesso i minibond per curiosità. “Sebbene siano più costosi, i minibond impongono alle società di adottare comportamenti migliori rispetto a chi fa finanza tradizionale”, ha sottolineato Giuliano Mosconi, ceo della società di arredi per ufficio Tecno spa, che ha emesso minibond per 5 milioni nel luglio 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). In conclusione, dalla quotazione di strumenti di debito, le società ci guadagnano in termini di: visibilità; corporate governance; bookbuilding internazionale e diversificazione delle fonti di finanziamento.
Dal 2012 a oggi, sono state quotate circa 300 tra obbligazioni e cambiali finanziarie su ExtraMot Pro. Due studi di Istat e Politecnico di Milano presentati durante l’evento hanno fatto luce sugli altri effetti positivi per le pmi della quotazione di strumenti di debito. Roberto Monducci dell’Istat ha illustrato uno studio che valuta gli effetti della quotazione sulla performance delle imprese e sulla loro capacità di reperire più velocemente fonti di finanziamento. Utilizzando un approccio controfattuale, lo studio ha confrontato le 168 aziende che hanno emesso strumenti di debito su Borsa Italiana con un gruppo di controllo di 2.170 imprese simili. I risultati preliminari dicono che la quotazione ha un impatto positivo sia sulla performance che sulla capacità di reperire fondi aggiuntivi.
Lo studio del Politecnico di Milano, presentato dal prof. Giudici, si basa sulle risposte a un questionario da parte di 90 imprese emittenti di strumenti di debito quotati. Emerge che dopo la quotazione degli strumenti, aumentano il numero di aziende con Cda con 3 e 5 componenti e parallelamente salgono le competenze tecnologiche e legate all’internazionalizzazione in Cda. A livello di governance, il presidente del Cda resta lo stesso prima e dopo la quotazione, ma aumenta leggermente la presenza di manager esterni. Aumentano anche le società con assemblee del Cda a cadenza almeno trimestrale: si passa dal 78% delle aziende pre-quotazione all’84% post-quotazione. La quotazione di bond ha portato inoltre le imprese ad assumere più personale, soprattutto nelle aree amministrazione, finanza e controllo e informatica e per l’11% di esse ha anche reso più semplice trovare le professionalità desiderate (si veda qui lo studio completo del Politecnico di Milano).