Tornano le voci di un riassetto azionario in vista per Kedrion spa, il gruppo leader nel settore dei plasmaderivati, controllato dalla famiglia Marcucci, tramite la holding Sestant spa, e partecipato al al 25,06% da FSI Investimenti spa, a sua volta controllata al 77,12% da Cdp Equity e per il resto dalla Kuwait Investment Authority (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferisce La Repubblica, infatti, il fondo FSI I, gestito da FSI sgr, starebbe per rilevare una minoranza significativa nel capitale del gruppo. Più nel dettaglio, l’operazione allo studio prevederebbe l’acquisto di una quota del 10% e successivamente la sottoscrizione di un aumento di capitale da 50 milioni di euro, per arrivare alla fine a controllare una quota del 20%, con Cdp Equity che si diluirebbe di poco, al 25%.
Le ultime voci a proposito di un possibile riassetto azionario erano circolate nel dicembre 2018, in concomitanza di un crollo delle quotazioni del bond da 350 milioni di euro a scadenza luglio 2022 e cedola 3% collocato nel luglio 2017, che erano finite sotto quota 80 centesimi (si veda altro articolo di BeBeez). Allora si diceva che il dossier Kedrion fosse all’esame di Italmobiliare, di Edizione holding , del fondo canadese PSP, del family office della famiglia Usa Koch, ma anche di conglomerate cinesi.
Allora Kedrion aveva diffuso una nota per precisare che non si spiegava la ragione del crollo delle quotazioni dei bond, sottolineando il fatto che il business andava a gonfie vele. E in effetti i risultati di bilancio continuano a essere molto buoni, seppure le quotazioni del bond restino depresse. Il titolo quotato all’Irish Stock Exchange viaggia infatti ancora attorno a quota 85. Lo scorso aprile era stato invece rimborsato un altro bond, emesso inizialmente per 300 milioni ma ultimamente in circolazione solo per 58 milioni a seguito di un’offerta di riacquisto.
La semestrale al 30 giugno indicava ricavi in forte crescita a 364 milioni di euro (+30,8% dal primo semestre 2018) e un ebitda rettificato a sua volta in netto aumento 76,1 milioni (+13,8%), con un utile netto quindi di 14,8 milioni (+57,3%). Nel periodo il gruppo ha poi condotto investimenti lordi per 24,9 milioni (di 36,3 milioni per primo semestre 2018) e al 30 giugno aveva un debito finanziario netto di 615,1 milioni di euro (escludendo l’impatto negativo dell’applicazione del nuovo standard contabile IFRS 16, sarebbe stato di 548,2 milioni di euro), dai 496,4 milioni di fine 2018 e 444,6 milioni di fine 2017. Il gruppo aveva chiuso il bilancio dello scorso anno con ricavi per 687,9 milioni (dai 602,5 milioni del 2017) e un ebitda rettificato di 148,7 milioni (da 139,9 milioni), a fronte di investimenti complessivi per ben 79,9 milioni (dopo i 93,8 milioni del 2017).
Kedrion ha sede a Castelvecchio Pascoli (frazione di Barga, in provincia di Lucca). La società raccoglie e fraziona il plasma umano al fine di produrre e distribuire prodotti terapeutici plasmaderivati da utilizzare nel trattamento di malattie, patologie e condizioni gravi quali l’emofilia e le immunodeficienze. Da anni l’azienda collabora con il Sistema Sanitario Nazionale italiano, al fine di aiutarlo a raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza nell’approvvigionamento di farmaci plasmaderivati. Negli ultimi anni Kedrion ha ampliato le proprie attività in Ungheria e negli Stati Uniti e oggi è presente in circa 100 paesi nel mondo, in Asia, Europa, nel Nord e nel Sud America. L’azienda ha inoltre potenziato le proprie capacità di raccolta plasma e di produzione, rilevando anche i diritti su prodotti strategici per il trattamento dell’emofilia e per la prevenzione dell’incompatibilità Rh, una condizione che può causare la Malattia Emolitica del Feto e del Neonato (MEFN).
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Nella primavera del 2013 la società aveva studiato il progetto di ipo, ma poi non se ne era fatto nulla (si veda altro articolo di BeBeez) e nell’estate 2013 il fondo Investitori Associati aveva ceduto agli stessi Marcucci la sua quota del 32,25% per 196 milioni (nel dicembre 2006 era entrato nel capitale sborsando quasi 67 milioni) a fronte di una valorizzazione complessiva dell’azienda toscana di 602 milioni.
Prima ancora, nel luglio del 2008, Kedrion era arrivato anche a definire una forchetta di prezzo per le azioni di nuova emissione di 9-12 euro per una enterprise value totale di 557-703,4 milioni. Ma in quel caso l’ipo era stata cancellata all’ultimo momento perché il prezzo era alla fine stato giudicato troppo elevato dagli investitori istituzionali.