Nel terzo trimestre di quest’anno gli investimenti in immobili commerciali in Italia hanno toccato quota 2,2 miliardi di euro, con una crescita del 20% rispetto allo stesso periodo del 2018. Da inizio anno, sono stati pari a 7,2 miliardi, con un balzo del 5% rispetto ai record del 2017 e del 40% rispetto allo stesso periodo del 2018. Sono i dati sul settore presentati ieri da Cristiana Zanzottera, Head of Research Bnp Paribas Real Estate, in occasione del convegno “Centri Commerciali e Investitori”, organizzato ieri a Milano dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – CNCC (si veda qui il comunicato stampa).
Secondo Zanzottera, il real estate commerciale quest’anno permane su livelli superiori alle medie quinquennali. Milano continua a catalizzare la maggioranza degli investimenti, con una crescita del 15% YTD anno su anno, soprattutto nel segmento uffici, i prodotti immobiliari più liquidi. Bene anche Roma, cresciuta del 37% nello stesso periodo. Come avviene ormai dal 2013, anche quest’anno gli investimenti sono stati effettuati prevalentemente sa operatori esteri, soprattutto del Nord America. A livello di segmenti, gli investimenti in uffici sono cresciuti del 37% YTD anno su anno, con il 70% dei volumi italiani prodotti da Milano; il retail è sceso del 9% YTD anno su anno; la logistica è salita del 15%, con deal di piccole dimensioni che in prospettiva potrebbero diventare più rilevanti. Infine, abbiamo assistito a una crescita esponenziale per l’alberghiero: +247% YTD anno su anno. I rendimenti netti prime sono rimasti stabili per tutte le tipologie di prodotto.
In prospettiva, i macro trend per il settore sono: un maggiore interesse degli investitori verso il real estate, in un contesto di tassi d’interesse a zero; una diversificazione degli investimenti in real estate e un consolidamento dell’interesse per le grandi città. A livello micro: l’Italia resta un mercato interessante e il 2019 potrebbe chiudersi con investimenti simili a quelli record del 2017; il mercato alberghiero si sta istituzionalizzando, per cui sempre più investitori e catene internazionali vogliono entrare nel settore, sopratutto in location come Venezia; gli investitori prediligono prodotti più “semplici”, come il segmento uffici, situati prevalentemente a Milano. Roberto Zoia, presidente della Commissione Sviluppo e Investimenti Real Estate di CNCC, oltre che Direttore sviluppo patrimonio e Gestione Rete IGD siiq, ha commentato: “L’anno è partito lentamente ma i volumi transati hanno raggiunto i livelli dell’anno precedente. C’è ancora molto interesse degli investitori sull’Italia, considerata un paese importante”.
Al convegno di CNCC hanno partecipato anche numerosi operatori del settore e sono stati presentati anche due studi di Nomisma e Duff & Phelps rispettivamente da Luca Dondi, ad di Nomisma, e Savino Natalicchio, Managing Director, Special Divisions di Duff & Phelps.
Quest’ultimo, ha confrontato i centri commerciali con altre asset class emergenti: logistica, health care e student housing. Dal suo studio è emerso che i centri commerciali sono un’asset class ancora resiliente e interessante per gli investitori: la situazione del settore è nella media europea; i maggiori spazi di crescita sono al Centro-Sud; l’85% di essi sono medio-piccoli e sono pochi quelli di grandi dimensioni. In ogni caso, i formati dei centri commerciali devono essere coerenti con i nuovi stili di consumo.
Infine Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma, ha illustrato uno studio presentato nei mesi scorsi alla Camera dei Deputati, che fa notare innanzitutto che non esiste una sovradotazione di centri commerciali rispetto agli altri paesi europei, in termini di GLA, sebbene siano più concentrati al Nord che al Sud Italia.
I I centri commerciali producono spillover in termini di: valore economico per il paese e i microterritori; valore sociale (occupazione e benessere); valore sociale (centro di aggregazione); valore ambientale (costituiscono un’occasione per riqualificare un territorio). Sotto il profilo economico, il rapporto ha calcolato che il settore dei centri commerciali italiani fattura 139,1 miliardi di euro e occupa oltre 780.000 persone. A ciò si aggiunge il loro impatto diretto e indiretto su altri settori per 119,5 miliardi di euro e un contributo all’Erario per 27,8 miliardi di euro tra imposte dirette e indirette. Inoltre i centri commerciali non hanno più solo la funzione degli acquisti (effettuati dal 86% dei regular user), ma si configurano sempre più luoghi di aggregazione e socializzazione: l’83% dei regular user, infatti, trascorre il tempo libero guardando vetrine e curiosando tra le offerte e il 38% di loro ama mangiare nei centri commerciali. Infine, il 19% dei millennial si reca al centro commerciale per incontrare amici e/o partecipare ad eventi.