Potrebbe concludersi finalmente a breve la lunga storia della crisi della Cooperativa Costruzioni di Bologna, nota cooperativa di costruzione di immobili e infrastrutture che si trova in liquidazione coatta amministrativa, dichiarata dal Ministero dello Sviluppo Economico nel dicembre 2015, quando la cooperativa si trovava schiacciata da oltre 250 milioni di euro di debiti e dava lavoro a circa 400 dipendenti.
Ieri infatti, da un lungo annuncio a pagamento pubblicato sul Corriere della Sera, si è venuto a sapere che il commissario liquidatore della coop, Ettore Del Borrello, ha dato parere positivo alla proposta di concordato fallimentare della cooperativa formulata dalla Demostene spa di Bologna, società costituita nel 2005 che è di emanazione cooperativa ed è attiva da anni nell’ambito delle procedure concorsuali, spesso con il ruolo di assuntore. Demostene ha quindi depositato davanti al Tribunale di Bologna la domanda di omologa della proposta di concordato.
Il presidente di Demostene, Federico Regard, che ha firmato la domanda, non a caso è anche l’amministratore delegato del Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo (CCFS), che svolge attività finanziarie a ha lo scopo statutario di promuovere, collaborare e partecipare allo sviluppo e al consolidamento del movimento cooperativo e mutualistico, favorendo la costituzione di nuove cooperative o società partecipate e lo sviluppo e l’affermarsi delle imprese socie. CCFS controlla infatti il 35% del capitale di Demostene, al pari di Pegaso Finanziaria spa, mentre a CoopFond spa, il fondo mutualistico della Legacoop, fa capo il restante 30%.
Ora la proposta di Demostene, che il commissario liquidatore ha ritenuto essere la migliore tra quelle pervenute, prevede che la società diventi assuntore delle attività residue della cooperativa, che saldi al 100% i creditori privilegiati e al 14,51% i creditori chirografari.
Sulla base di uno stato passivo calcolato a inizio gennaio 2018 per un totale di 259 milioni di euro e tenendo conto del fatto che nel frattempo alcuni creditori privilegiati ipotecari sono stati rimborsati, il fabbisogno massimo previsto per i pagamenti concordatari è stato calcolato in circa 48,4 milioni di euro, che però per 24 milioni circa possono essere coperti con la liquidità della procedura. Circa 12 milioni di euro di crediti chirografari ipotecari erano vantati dalle banche, in particolare da BPER, ma anche da Bcc di Bologna, Carisbo e Unipolrec. Ci sono poi altri 14,8 milioni di crediti privilegiati vantati dallo stesso CCSF e garantiti dalle partecipazioni di Cooperativa Costruzioni nelle società Food managers Group Immobiliare srl e Holmo spa. Quanto ai crediti chirografari, vantano in totale 233 milioni di euro. Tra questi ci sono i crediti delle banche e in particolare di Unipol Banca, Intesa Sanpaolo, BPER e Mps.
In ogni caso, però, ha commentato il commissario liquidatore Ettore Del Borrello, intervistato da BeBeez, “secondo me è un’ottima proposta ed è funzionale agli interessi dei creditori. Non solo perché stiamo parlando di un rimborso dei crediti chirografari del 14,51%, che è di obiettivo pregio rispetto ad analoghe procedure, ma è anche vero che, se il Tribunale omologherà la proposta di concordato, questi creditori riusciranno a incassare i loro soldi in pochi mesi. La proposta quindi è da considerarsi più vantaggiosa per i creditori di quanto non lo sarebbe la prosecuzione della liquidazione coatta con la liquidazione e distribuzione finale dell’attivo ai sensi dell’art. 213 L.F come anche risulta della relazione tecnico contabile redatta in data 3 luglio 2019 dal Dott. Luigi Giovanni Saporito allegata alla proposta di concordato”.