Oggi scrivo il mio Beez Peak in ritardo. Teoricamente andrebbe di lunedì, ma in realtà preferisco evitare di dire cose banali, se non è accaduto granché. Invece oggi qualcosa da dire c’è.
Una riflessione sulla mega-offerta lanciata da KKR su Walgreen Boots Alliance, il colosso delle farmacie quotato a New York, che fa capo all’imprenditore italiano Stefano Pessina. L’operazione, rivelata da Bloomberg, vale oltre 70 miliardi di dollari, tra equity (circa 56 miliardi di capitalizzazione) e debito (16,8 miliardi).
Sarebbe l’LBO più grande della storia, visto che alla fine l’anno scorso Tesla non è stata delistata. Per togliere dal listino il gruppo produttore di auto elettriche il suo fondatore Elon Musk aveva infatti annunciato che ci sarebbero voluti 420 dollari per azione, per un totale appunto di 71,3 miliardi di dollari. Ma poi Musk aveva cambiato idea, lasciando quindi il primato del buyout più grande della storia a quello condotto sempre da KKR, ma insieme a TPG, sul gruppo elettrico statunitense TXU Energy nel 2007 per un enterprise value di 45 miliardi di dollari (circa 32 miliardi di equity).
L’altro grande buyout era stato sempre nello stesso periodo e sempre con KKR come protagonista, quello su First Data, per 29 miliardi di dollari, debito compreso (26,4 miliardi solo l’equity). Dopodiché, poco, sotto, restano sempre in classifica i 25,1 miliardi di dollari della famigerata opa su RJR Nabisco, condotta nel 1988 (si veda il New York Times di allora). Come noto, non fu una passeggiata, perché la storia finì dopo una battaglia finanziaria che fece lievitare il prezzo a dismisura, a ben 109 dollari per azione, rispetto ai 55 dollari a cui quotava il titolo prima che iniziasse la serie di opa e contropa qualche mese prima. Alla fine KKR ebbe la meglio su Ross Johnson e Shearson Lehman.
In ogni caso, di questi mega-mega-deal non si sentiva parlare da prima della crisi del 2008, quando il debito era disponibile senza problemi. Troppo. E quello che è successo dopo lo dimostra. Fa specie che pochi giorni fa, commentando a caldo le ipotesi di delisting di Walgreens a questa cifra da capogiro, il fondatore di Blackstone, Stephen Schwarzman, abbia detto in occasione di un suo intervento a una conferenza di Reuters a New York: “E’ possibile. E’ un azzardo enorme fare cose sopra i 50 miliardi di dollari. C’è bisogno di almeno 50 miliardi di equity. Si possono trovare nel mondo di oggi? Forse. Trenta miliardi di debito si possono probabilmente trovare. E’ più difficile se parliamo di equity” (si veda l’FT). Insomma, oggi trovare 30 miliardi di dollari di finanziamenti è molto più ragionevole che pensare di trovare 20 miliardi di equity. Mah …
PS: Per KKR si tratterebbe di un ritorno. Nel luglio 2007, infatti, KKR finanziò il management buyout di Alliance Boots, la più importante catena di farmacie del Regno Unito, in partnership con Pessina, allora deputy chairman di Alliance Boots. Si trattò di un’operazione da 11,1 miliardi di sterline (allora 22,2 miliardi di dollari), fu finanziata a debito per 9 miliardi di sterline e si classificò allora come il più grande buyout della storia d’Europa. Successivamente la statunitense Walgreens ha acquisito Alliance Boots in un deal in due fasi, che ha portato alla fusione delle due entità nel 2015, con Pessina che è diventato azionista del nuovo gruppo Walgreens Boots Alliance al 16%, vicepresidente esecutivo e chief executive officer e con KKR che è uscito definitivamente dal capitale del gruppo nel novembre 2016. Nell’agosto 2017, poi, la Alliance Santé Partecipations di Pessina ha comprato da Kkr la quota del 50% della jv italiana Alliance Healthcare Italia, salendo così al 100% del capitale (si veda altro articolo di BeBeez).