Sono 6.298 le imprese italiane che investono in corporate venture capital. Di queste, 3.713 sono soci di primo livello. Ci sono inoltre 954 soggetti non iscritti al Registro delle imprese, di cui 448 esteri. Lo rileva il Quarto Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital 2019, presentato a Milano nei giorni scorsi e promosso da Assolombarda, Italia Startup e Smau, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori del Politecnico di Milano e il supporto di Confindustria e Piccola Industria Confindustria.
Secondo lo studio, a settembre 2019, le quote degli investitori in corporate venture capital (CVC) erano 12.667 (+88,3% rispetto al settembre 2017) di cui 5.071 di primo livello, per un incremento del 76,1% nei due anni. Il numero di startup innovative nel portafoglio dei corporate venture capital è cresciuto di 503 unità tra 2017 e 2019, passando da 2.154 a 2.657 (+23,3%). Inoltre, se si considerano i dati parziali dei bilanci 2018, oltre il 50% dei quasi 900 milioni di ricavi prodotti dalle startup è stato generato da startup innovative in portafoglio al CVC.
A livello geografico, la maggior parte dei soci corporate di startup innovative (68,52%) ha sede in Nord Italia. Anche le startup innovative sono maggiormente presenti nel Nord (55,41%). Tuttavia, un flusso di investimenti da parte di corporate venture capital del Nord va a beneficio di startup innovative che operano nel centro-sud: il 40,32% dei soci di CVC dichiara di aver investito in una startup che ha sede in un’altra regione.
La maggior parte delle imprese che investono in startup innovative opera nei servizi non finanziari (44,58%), nei servizi finanziari (20,3%) e nell’industria (17,17%). L’85% dei soci di CVC ha investito in una società che opera in un diverso settore.
Infine, il rapporto evidenzia che il corporate venture capital apporta degli interessanti benefici alle startup in cui investe: queste ultime, nonostante siano solo il 25,5% delle startup totali, generano il 37,7% degli addetti impiegati da tutte le startup innovative e raggiungono più velocemente un valore aggiunto significativo.
C’è poi un ultimo appunto significativo. Lo studio ha analizzato il valore di capitale sociale e riserve (positive) delle startup innovative per il 2017 e il 2018 e li ha raggruppati per tipologia dell’investitore in base alle proprietà nelle quote (superiori all’1%). L’insieme di capitale sociale e riserve determina il totale del capitale effettivamente investito nelle startup e quello che emerge è che il valore che fa capo a CVC (489 milioni di euro nel 2018) è più che doppio rispetto a quello che fa capo agli operatori specializzati (192 milioni), cioé agli investitori di venture capital puri. In sostanza, sul mercato italiano gli operatori che principalmente investono in startup sono corporate e i cosiddetti family&friends (che nel 2018 avevano intestate quote per un totale di 437 milioni).