L’australiana Accolade Wines, controllata da Carlyle, sarebbe interessata a rilevare l’italiana Farnese Vini. Lo riferisce Il Sole 24 Ore. In campo ci sono anche diversi fondi di private equity come il gruppo anglosassone Stirling Square, oltre a Italmobiliare, la holding di partecipazioni che fa capo alla famiglia Pesenti, e Clessidra, la sgr sempre di loro proprietà. Nessuna di loro al momento avrebbe fatto un’offerta.
NB Renaissance Partners, il fondo di private equity nato nel 2015 dalla partnership tra Neuberger Berman e Intesa Sanpaolo, ha messo in vendita la sua quota di maggioranza del capitale del gruppo vinicolo abruzzese lo scorso ottobre (si veda altro articolo di BeBeez), affidando un mandato all’advisor Lazard, che a sua volta ha inviato il dossier a fondi di private equity e gruppi strategici. Tra le ipotesi circolate in passato vi era anche quella di una possibile quotazione dell’azienda a Piazza Affari.
Accolade Wines è un colosso del Sud dell’Australia con filiali e controllate in Nord America, Regno Unito, Irlanda, Sudafrica, Nuova Zelanda e Asia, in particolare in Cina, uno dei mercati maggiori per la distribuzione del vino.
Fondata nel 1994 da Valentino Sciotti (presidente e amministratore delegato) e Filippo Baccalaro, Farnese comprende i marchi Caldora, Feudi di San Marzano, Vesevo, Vigneti del Vulture e Vigneti Zabu. Nel gennaio 2013 il fondo 21 Investimenti, guidato da Alessandro Benetton, aveva rilevato la maggioranza della società dai soci non operativi dell’azienda, cioé la famiglia De Iuliis, la Cascina Holding Bv e Tommy Investments Ltd (si veda altro articolo di BeBeez). 21 Investimenti a sua volta nell’agosto 2016 aveva poi venduto la sua quota a NB Renaissance (si veda altro articolo di BeBeez). All’epoca Farnese Vini fu valutata attorno a 7 volte l’ebitda atteso per il 2016, che si era mantenuto attorno al 20% del fatturato stimato a 56 milioni di euro per la fine di quell’anno, per un enterprise value quindi attorno ai 70 milioni di euro.
Dall’entrata dei fondi, l’azienda ha lanciato la produzione e la vendita di vini pugliesi, investito oltre 10 milioni di euro in capacità produttiva in due moderni stabilimenti in Abruzzo e Basilicata, raddoppiato il numero di dipendenti e incrementato in maniera sostanziale il proprio fatturato, con vendite in oltre 80 Paesi nel mondo. La società ha chiuso il 2018 con un fatturato di 75 milioni di euro, contro i 68,7 milioni del 2017. Sempre nel 2018 ha conseguito un ebitda di 18,8 milioni di euro con una posizione finanziaria netta di 30,8 milioni di euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
Per un multiplo di 7 volte l’ebitda, quindi, stiamo ora parlando di oltre 130 milioni di euro di enterprise value. Ma in realtà il valore dovrebbe essere ancora più alto visto che il business va bene e che quindi i risultati 2019 sono più alti. Inoltre il margine di ebitda rispetto a quello del 2016 è a sua volta più alto, quindi si potrebbe immaginare un multiplo superiore alle 7 volte.