Banca Sistema comprerà per 34 milioni di euro il ramo d’azienda credito su pegno del Gruppo Intesa Sanpaolo (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione sarà condotta tramite la controllata ProntoPegno spa, con cui la banca già opera oggi nel mercato del credito su pegno e i cui impieghi a oggi sono 10 milioni di euro e può contare su una rete di sei filiali (Roma, Milano, Napoli, Rimini, Palermo e Pisa).
ProntoPegno sarà adeguatamente patrimonializzata da Banca Sistema, con alcune fondazioni di origine bancaria che a loro volta entreranno a far parte del capitale della società con quote di minoranza. L’operazione avrà un impatto sul CET1 ratio di Banca Sistema di 170-180 punti base rispetto al valore regolamentare al 30 settembre 2019, non previsto nel piano industriale 2018–2020, ed è soggetta al via libera delle autorità competenti.
Il ramo d’azienda credito su pegno di Intesa Sanpaolo ha impieghi a oggi per 60 milioni di euro e conta sei filiali (Torino, Napoli, Firenze, Mestre, Parma e Civitavecchia). Gli impieghi, stabili negli ultimi due anni, hanno generato un margine di intermediazione annuo di circa 9 milionio.
La cessione di Intesa rispecchia quella effettuata da CreVal lo scorso agosto: all’epoca la banca ha siglato un accordo vincolante per la cessione per 38 milioni di euro dell’intera attività di credito su pegno a Custodia Valore-Credito su Pegno spa, società del gruppo viennese Dorotheum (si veda altro articolo di BeBeez).
Il credito su pegno è una forma di finanziamento con la quale è possibile ricevere in modo semplice e veloce denaro in contante. Non richiede alcuna indagine patrimoniale e reddituale. Chi cerca un finanziamento può far valutare gioielli, pietre preziose, argenti, orologi, monete e al netto dei diritti di custodia verrà versato il capitale e verrà sottoscritta una polizza relativa al valore stimato del pegno. La potrà essere rinnovata oppure sarà possibile riscattare l’oggetto entro il termine massimo stabilito. I beni dati in pegno che non vengono riscattati, sono periodicamente venduti ad asta pubblica presso le sale attrezzate messe a disposizione dalla società. In caso di vittoria, l’importo da pagare sarà pari a quello di aggiudicazione maggiorato in genere di un 20% per diritti d’asta.
Gianluca Garbi, amministratore delegato di Banca Sistema, ha commentato: “Sono particolarmente lieto che alcune Fondazioni intendano cogliere l’opportunità di questo investimento che, oltre a essere redditizio, è per sua natura pienamente coerente con lo scopo sociale che le stesse perseguono. Nato nel Medioevo, il prestito su pegno rappresenta infatti l’origine delle banche, oggi partecipate dalle stesse Fondazioni, un tempo Monti di Pietà. Nell’attuale contesto della crisi economica, questa storica fonte di credito è oggi più che mai moderna”.
Banca Sistema è peraltro da sempre vicina al mondo delle fondazioni bancarie. Banca Sistema è la ex Banca Sintesi, che nel 2011 è stata ceduta dalla CR di SanMiniato al fondo di private equity Rbs Special Opportunities Fund (46, 69%, tramite Sof Luxco sarl), alle fondazioni CR di Alessandria, CR di Pisa e Sicilia e ai manager. Garbi, ex amministratore delegato di Mts ed ex responsabile per l’Europa del desk settore pubblico di Commerzbank, era stato allora l’artefice dell’operazione, coinvolgendo da un lato il fondo di Rbs e dall’altro le fondazioni bancarie. La banca era poi sbarcata a Piazza Affari nel luglio 2015 (si veda altro articolo di BeBeez). Oggi tuttora Fondazione Cr di Alessandria e Fondazione Sicilia possiedono un quota del 7,4% ciascuna nel capitale della banca.