Quella di Panini spa è la prima tesoreria in Italia ad aver ottenuto il conferimento della certificazione sull’attività di tesoreria secondo la Prassi di Riferimento UNI/PdR 63/2019 in vigore dallo scorso luglio ed elaborata dall’Associazione Italiana Tesorieri d’Impresa (AITI) in collaborazione con UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione con l’obiettivo di tutelare il profilo professionale del tesoriere ma anche di valorizzare il contesto nel quale il tesoriere opera, creando un valore aggiunto a tutto processo finanziario.
La certificazione, che è stata assegnata da TUVRheinland Italia, il principale attore del settore in Italia, parte dell’omonimo gruppo tedesco, è stata annunciata ieri sul suo profilo Linkedin da Fabrizio Masinelli, tesoriere di Panini, il noto gruppo produttore di figurine, e presidente di AITI. “E’ davvero un privilegio essere tra i primi che percorrono questa nuova strada sicuri che ce ne saranno molti altri e che il rispetto della PdR UNI possa portare vantaggi soprattutto sugli schemi organizzativi come già indicato dal Codice della Crisi che entrerà a breve in vigore. Un grande ringraziamento a tutti quanti hanno lavorato per permettere tutto ciò”, ha scritto Masinelli.
Il presidente di AITI, raggiunto da BeBeez, ha spiegato che “la prassi identifica una serie di procedure necessarie per avere il pieno controllo dei flussi finanziari dell’azienda in senso lato e quindi anche in termini di buona comunicazione interna ed esterna e di attenzione per esempio ai temi della cybersecurity. Il tutto in coerenza ,con gli obiettivi del nuovo Codice della Crisi d’Impresa, che incentiva le imprese a dotarsi di sistemi di allerta in grado di identificare in anticipo l’emergere di una crisi aziendale. Proprio in quest’ottica si è ritenuto che il rispetto della prassi 63 possa avere impatto nel rapporto delle aziende con le banche”.
Masinelli ha infatti sottolineato che “oggi le regole di Basilea richiedono che i modelli di rating adottati dalle banche nella valutazione delle aziende finanziate si basino sulla probabilità di default di quelle aziende. Oggi invece le aziende certificate PdR63 potrebbero essere valutate sulla base della probabilità di crisi, che viene quindi prima del default. Non solo. Il rispetto della prassi permette di prevedere con un anticipo di 6-7 mesi l’emergere della crisi aziendale, quindi una banca che decidesse prendere in considerazione la certificazione nel suo modello di rating, potrebbe avere ragione di erogare più credito alle aziende certificate oppure di erogarlo a migliori condizioni. Proprio di questo come AITI stiamo parlando con le principali banche italiane. Ovviamente siamo solo all’inizio, ma confido che sia la strada giusta”.
Come noto il nuovo Codice dalla crisi d’impresa introduce i cosiddetti sistemi di allerta, richiedendo alle imprese di dotarsi di sistemi di autovalutazione per monitorare il proprio rischio di default. La normativa che riforma la legge fallimentare ha tra le principali finalità quella di consentire una diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese.A questo fine il codice ha introdotto sistemi di allerta in grado di cogliere i segnali anticipatori della crisi al fine di affidare tempestivamente l’impresa alle cure di esperti. In particolare, la normativa prevede che vengano monitorati appositi indici che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso. Il Governo ha affidato al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) l’elaborazione di indici puntuali, che fanno ragionevolmente presumere lo stato di crisi di un’azienda. Il CNDCEC il 20 ottobre scorso ha pubblicato il documento su crisi d’impresa e indici di allerta (si veda qui l’Insight View di BeBeez per gli abbonati a BeBeez News Premium, scopri qui come abbonarti). Ma ora è necessario che il Goverrno adotti questi indici inserendoli in un apposito decreto attuativo.