Si è chiusa ieri ufficialmente l’acquisizione di Roberto Cavalli spa da parte di DICO Group, la holding del noto gruppo immobiliare di Dubai Damac (si veda qui il comunicato stampa), che era stata annunciata lo scorso luglio (si veda altro articolo di BeBeez).
La società di investimento con sede negli Emirati Arabi Uniti era emersa come il miglior offerente tra i vari investitori in lizza per il marchio di moda riconosciuto a livello globale. Roberto Cavalli era precedentemente controllato dalla società di private equity italiana, Clessidra.
La griffe è stata acquisita da Vision Investments, parte di DICO Group, che a sua volta controlla Damac Properties. Quest’ultima lo scorso anno aveva annunciato la stipula di un progetto di sviluppo comune per una serie di cinque hotel di extra-lusso a brand Cavalli, il primo dei quali dovrebbe aprire nel 2023 a Dubai Marina, un progetto da 500 milioni di dollari in dieci anni.
Parlando dell’acquisizione, il presidente e fondatore di DICO Group, Hussain Sajwani, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di portare avanti l’incredibile eredità del marchio Roberto Cavalli. DICO ha già instaurato una lunga e fruttuosa collaborazione con Roberto Cavalli e credo che il marchio sia in sintonia con la nostra idea di lusso. Sono felice di annunciare che la transazione è stata eseguita rapidamente e assicureremo stabilità nella gestione. In DICO Investments aspiriamo a possedere marchi riconosciuti a livello internazionale e questa acquisizione segna un passo significativo nella nostra strategia”.
Fondato nel 1992, il gruppo DICO investe mercati dei capitali, immobili, hotel e resort, produzione e catering e ora moda di lusso. Tra gli investimenti più importanti di DICO ci sono le DAMAC Towers Nine Elms da 50 piani a Londra, un resort di lusso alle Maldive, centri commerciali in Iraq e il progetto immobiliare Mina Al Sultan Qaboos Waterfront in Oman.
L’impegno di DICO, come già noto a luglio, vale 160 milioni di euro. Di questi, 60 milioni saranno destinati all’aumento di capitale dedicato al rilancio del marchio, al mantenimento di sede e strutture in Italia (anche se potrebbe essere ridotto il perimetro dei negozi a livello globale per abbassare i costi) e alla conferma dell’attuale management; i restanti 100 milioni serviranno per rimborsare i creditori, con una percentuale di rimborso stabilita all’interno della procedura concorsuale.
Il Tribunale avrebbe chiesto infatti esplicitamente che il piano preveda un’altissima percentuale di soddisfacimento dei creditori, si dice addirittura il 100%. Il totale del debito da coprire a oggi è di 105 milioni di euro, di cui circa 47 milioni verso le banche e il resto verso fornitori e altri creditori. Il piano è stato approvato anche dal Tribunale di Milano, dopo il via libera del consiglio di amministrazione e il parere positivo del commissario Giorgio Zanetti.
Roberto Cavalli era stata ammessa alla procedura di concordato in bianco lo scorso aprile (si veda altro articolo di BeBeez), con il Tribunale di Milano che aveva concesso 120 giorni di tempo, fino al 3 agosto, per presentare una proposta definitiva di concordato preventivo o per la domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis. Intanto la griffe aveva continuato a condurre interventi per uscire dalla crisi e tornare appetibile per un’acquisizione. Il primo di questi era stata la chiusura delle attività americane (si veda altro articolo di BeBeez). AlixPartners ha assistito Roberto Cavalli in tutto il percorso dell’ultimo anno di ristrutturazione industriale e finanziaria fino alla successiva vendita.
La maison è stata sinora controllata da Clessidra sgr, che vi aveva investito nel 2015, affiancata con quote di minoranza dal fondo L-GAM e dalla cinese Chow Tai Fook Entreprises Ltd, una holding con sede a Hong Kong controllata dalla famiglia Cheng. L’operazione era stata condotta allora sulla base di una valutazione di 380-390 milioni di euro, per un multiplo di circa 16 volte l’ebitda del 2014, che era stato di circa 23 milioni, a fronte di ricavi per 210 milioni. Successivamente i fondi hanno ricapitalizzato la società per un totale si dice di altri 15 milioni.
Roberto Cavalli aveva chiuso il 2017 con ricavi in leggero calo a 152,4 milioni di euro (dai 155,2 milioni del 2016) e un ebitda negativo per 7,1 milioni, ma in netto miglioramento rispetto ai -26,2 milioni del 2016, e con una perdita netta in calo a 33,6 milioni (da 55,2 milioni). Il 2018 si dice abbia chiuso con un aumento dei ricavi a oltre 160 milioni, ma il risultato operativo sarebbe stato negativo per 35 milioni (dai -45 milioni del 2017). L’information memorandum fatto circolare dall’advisor Rothschild per la vendita della griffe ipotizzava per il 2019 una leggera contrazione del fatturato, a 155 milioni di euro, un margine operativo lordo negativo per 20 milioni e soprattutto un risultato operativo di nuovo in peggioramento a -45 milioni. A fine 2018 il debito bancario del gruppo era di circa 35 milioni.