Presentato a Firenze, alla Sala d’Arme di Palazzo della Signoria, in anteprima, un viaggio di musica e gag nella casa dei Medici: tra rock, rap e reggaeton alla scoperta di una bellezza universale. Qui il link. Un’iniziativa ideata da MUS.E, associazione in-house del Comune di Firenze che cura la valorizzazione dei Musei Civici Fiorentini e del patrimonio culturale cittadino, per avvicinare all’arte e al patrimonio artistico tutti, in particolare i fiorentini, a volte distratti, giovani e bambini. Un’iniziativa originale di marketing territoriale, un modo nuovo di comunicare della pubblica amministrazione, con la partnership di Radio Toscana.
Tutto Palazzo Vecchio in una Canzone, un brano inedito, on line dal 29 novembre in cui il Lorenzo Baglioni, cantautore fiorentino, originario di Grosseto, classe 1986, canta la “sua” città per svelare, con la consueta ironia, storia e spirito di un luogo-simbolo, un vero e proprio scrigno di bellezza universale.
Lo ha fatto con la sua solita leggerezza, con un ingrediente appetitoso come il buon umore per affrontare l’impegno serio, come ha sottolineato il Vice sindaco nella presentazione dell’iniziativa, Cristina Giachi.
Una laurea in matematica nel cassetto, ha iniziato la propria carriera musicale un po’ per caso proprio pensando al lato ostico della matematica, cercando di renderla più smart. Così nel 2017 ha ricevuto milioni di visualizzazioni su youtube e concerti sold out; mentre nel 2018 è stato selezionato a Sanremo con Il congiuntivo; dopo Trigonometria, Genetica, il progetto disco e format tv Bella prof per SkyUno con 12 canzoni con ognuna un argomento didattico e un videoclip associato.
Nel video presentato a Palazzo Vecchio torna il suo modo scanzonato, divertito di cantare cose serie, rinnovando la canzone popolare fiorentina in versione rap e un lato comico che ricorda una forma tutta particolare di “cabaret mediceo”.
Non nuovo alla collaborazione con MUSE, Baglioni questa volta ha lavorato su commissione con un lavoro di artigianato, così come lo ha definito lui stesso, un viaggio durato mesi, che ha preso spunto da conversazioni e suggestioni di chi accompagna nelle visite turistiche e dei visitatori.
Già in una precedente canzone, dedicata alla città del Rinascimento, Baglioni prende in giro quel lamentarsi costante dei fiorentini che però poi, quando guardano Firenze dal Piazzale Michelangelo, se ne innamorano sempre un po’ che se fossero di fronte ad una donna affascinante.
La novità è un video con audio musicale, almeno così era stato immaginato dal cantautore, che poi ha ritenuto che la canzone avesse anche una sua dignità da poter essere ascoltata ad occhi chiusi. In effetti è però pensata e realizzata sul video, una passeggiata senza mai staccare la telecamera che rende parole e immagini un intreccio indissolubile. Il fulcro è il Salone dei Cinquecento che Lorenzo Baglioni ha raccontato non era possibile illuminare in modo cinematografico e questo come altri aspetti tecnici hanno reso stimolante il viaggio dentro uno dei monumenti più conosciuti di Firenze e senza dubbio uno dei palazzi civici più noti al mondo: imponente, maestoso, tanto austero quanto ricco di tesori, capace di stupire i visitatori provenienti da ogni parte del mondo e allo stesso tempo motivo d’orgoglio per gli abitanti di Firenze. Solo che sembra attrarre maggiormente i turisti rispetto ai cittadini che sono gli unici a poter accedervi gratuitamente. Ecco che, soprattutto per avvicinare i giovani l’amministrazione ha pensato a un cantautore e comico amato dai ragazzi, un vero “prof”.
In una commistione originale di stili, che cita nella stessa canzone, dal rock n’roll allo swing accompagna i visitatori alla scoperta delle grandi battaglie dipinte nel Salone dei Cinquecento per volere di Cosimo I, la storica rivalità di Firenze con Pisa e Siena e ironizzando su quando la Fiorentina vinceva facile la Coppa Italia; mentre alla Sala di Leone X, il “Papa Medici”, sono dedicati dei canti gregoriani (tutt’altro che solenni). Al secondo piano del palazzo la Sala delle Udienze affrescata nella metà del ‘500 dal Salviati con le Storie di Furio Camillo si tramuta in un derby calcistico tra Roma e Lazio; e se la Sala dei Gigli e la maestosa Giuditta di Donatello prendono vita in una sorta di “opera buffa”, la Sala delle Mappe è un reggaeton che celebra “la Google Maps dei Medici”. Ironia e soprattutto emozioni che culminano nella salita della Torre di Arnolfo, dove il video e la canzone terminano “con vista” sui tetti di Firenze: dove parlare di bellezza non è un esercizio di retorica, ma un modo per riflettere profondamente sulla storia della città, su un’eredità culturale da conoscere, scoprire e vivere. Perché il passato sia vero maestro e non solo un’eco lontana a cui appigliarsi per orgoglio. E qui, è il caso di dirlo, come lo fa la canzone di Baglioni, la bellezza ci salva e ci rende migliori.
a cura di Ilaria Guidantoni