Biovalley Investments Partner (BIP), holding industriale specializzata negli investimenti in società innovative che operano nei settore BioHighTech (BioMed, Biotech, BioICT, che vale 600 miliardi di euro a livello globale) e Lifescience, ha confermato ieri l’intenzione di quotarsi all’Aim Italia. Il presidente Diego Bravar ha detto infatti che BIP intende sbarcare sul listino tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, così come già annunciato in sede di lancio della campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe a inizio novembre (si veda altro articolo di BeBeez).
Come noto, il target di raccolta minimo è di 500 mila euro, pari al 4,8% del capitale, mentre il target massimo è di 2,4 milioni, con un chip minimo d’investimento di 20 mila euro. Biovalley è stata valutata 10 milioni di euro pre-money. A oggi, ha raccolto 150 mila euro.
BIP è nata nel 2016 dall’esperienza di Diego Bravar, già fondatore di TBS Group spa (ora Althea spa), società che eroga servizi di gestione e manutenzione delle apparecchiature biomediche e che si è quotata in Borsa con successo poi venire delistata da Permira nell’agosto 2017 a seguito di un’opa da 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Bravar, presidente di BIP, ha fondato la società nel 2016 insieme ad altri imprenditori, investendo 3 milioni di euro, al fine di capitalizzare il grande valore generato dal sistema della ricerca di Trieste e delle regioni circostanti, che conta 150 imprese attive nei settori del biomedicale, biotecnologico e bioinformatico, con un fatturato complessivo di oltre 800 milioni di euro e con più di 5 mila addetti. Biovalley è oggi forte di un capitale sociale di 6,6 milioni di euro.
Nei suoi primi 18 mesi di vita, BIP ha allacciato relazioni con importanti centri, istituti di biotecnologia, ospedali, università e scuole di studi avanzati in modo da rafforzare il network di innovazione e ricerca e ha svolto un’intensa attività di scouting, valutando più di 50 aziende e startup innovative con le metodologie della Silicon Valley, grazie all’esperienza dell’amministratore delegato Giovanni Loser, da 25 anni in posizioni apicali di aziende italiane con competenze di finanza aziendale (è stato direttore generale di Illycaffè) e da 5 anni coinvolto in innovazione.
Il capitale raccolto con la campagna di equity crowdfunding servirà per proseguire il processo di creazione del valore delle società controllate o partecipate, ma anche per futuri investimenti in nuove imprese, in diverse fasi del loro sviluppo, con l’obiettivo di diventare un gruppo di riferimento nel settore della sanità. Biovalley conta di investire un paio di milioni di euro nel 2020, in particolare nei servizi di ingegneria e clinica e nelle terapie innovative (biosimilari, ovvero i generici dei biofarmaci), ha spiegato Loser a BeBeez, precisando che in genere Biovalley investe sulla base di un equity value pari a 6 volte l’ebitda meno la posizione finanziaria netta. Attualmente la holding conta 11 aziende in portafoglio, di diversi settori e in differenti fasi di sviluppo societario, per un investimento complessivo pari a 3,87 milioni di euro
- Logic: punto di riferimento in Italia e in ambito internazionale per le parti di ricambio, di consumabili e accessori dedicati alle apparecchiature biomediche, di cui BIP ha rilevato il 51% del capitale, con un investimento di 1,78 milioni di euro;
- Bilimetrix: ha sviluppato Bilistick, strumento per rilevare lo stadio dell’ittero bidonatale tramite la misurazione della bilirubina sferica, di cui BIP ha rilevato il 15,6% del capitale, con un investimento di 31 mila di euro;
- APE Research: ha sviluppato microscopia a scansione, nanotecnologia e ricerca di nuovi metodi in ambito biologico e fisico, dove BIP detiene una minoranza dll’1,3% e ha investito 10.400 euro;
- Althea spa: leader europeo nei servizi di ingegneria clinica in outsourcing per la gestione delle tecnologie biomediche, che fa capo ad Althea Group, controllato da Permira; BIP detiene una minoranza dello 0,5%, con un investimento di 477.800 euro;
- Serichim: contract research organization (CRO) che sviluppa metodi di sintesi chimiche e biochimiche, in cui BIP detiene il 51%, con un investimento di 357 mila euro;
- Transactiva: sviluppa farmaci innovativi e biosimilari con le biotecnologie verdi, posseduta al 51% da BIP, che ha investito 98 mila euro;
- G&Life: realizza test genetici e relativi prodotti (integratori e cosmetici) e servizi, di cui BIP possiede il 5%, per un investimento di 127.500 euro;
- O3 Enterprise: sviluppa soluzioni e servizi informatici innovativi con tecnologie open in sanità, di cui BIP detiene il 20,3% e dove ha investito 610.500 euro;
- Trieste Convention Center: ha costruito e gestisce un centro congressi polifunzionale, che ospiterà lo European Science Open Forum nel 2020; BIP ha rilevato il 12,5% della società per 250 mila euro;
- ServerNet: sviluppa la connettività diretta con dispositivi medici per analisi ambientali, per realizzare soluzioni informatiche di AI per salute, ambiente e manutenzione dei dispositivi; BIP detiene il 7% e vi ha investito 35,95 mila euro;
- Simulware: ha creato soluzioni formative in e-learning e BIP ha rilevato il 4,2% della società per 74,3 mila euro.
Le partecipate di Biovalley hanno chiuso il 2018 con un fatturato aggregato di 9,2 milioni e dovrebbero raggiungere a fine anno un fatturato di 11 milioni di euro, con un ebitda di 1,3 milioni, per poi salire nel 2020 a 13,8 milioni di ricavi, con un ebitda di 2 milioni (nel calcolo non sono stati inclusi i risultati di Althea, perché è una grande impresa con oltre 400 milioni di euro di ricavi, e quelli di TCC che sarà pienamente operativa dal 2021).
Poichè BIP investe in aziende che hanno dimensioni e grado di innovazione diverso e a questo aggiunge attività proprie, al valore pre-money di 10 milioni di euro della società si arriva utilizzando un metodo di valutazione misto:
- per le società controllate e partecipate che oggi sono le società di riferimento consolidate o da consolidare per le 3 divisioni, la metodologia di valutazione è quella di mercato, con un multiplo di 10 volte l’ebitda;
- per le attività industriali della società legate alla distribuzione di farmaci orfani è stato utilizzato il metodo DCF (discounted cash flow), in quanto queste attività sono state avviate a maggio 2019;
- per gli investimenti in startup e/o per i prestiti remunerati al 3% alle aziende è stato utilizzato, prudenzialmente, il valore riportato a libro;
- è stato aggiunto l’importo di cassa della società