Le funzioni IT e Marketing sono le più interessate dalla trasformazione digitale, mentre quella HR è quella che oppone più resistenza al cambiamento. E’ la conclusione di uno studio condotto da Mylia (società del Gruppo Adecco specializzata in sviluppo e formazione per persone e aziende), in partnership con Assofintech e sotto la direzione scientifica di Cosimo Accoto, research affiliate al MIT di Boston (si vedano qui il comunicato stampa e qui la ricerca completa).
Lo studio, condotto su operatori del settore bancario, finanziario e assicurativo italiano, rileva che la funzione Risorse Umane è vista in trasformazione digitale solo dal 4% dei rispondenti, l’IT dal 30% e il Marketing dal 20%. Male anche le funzioni Finance e R&S, che si attestano entrambe al 6%.
Dal punto di vista organizzativo, i manager hanno maggiori difficoltà di adattamento alla rivoluzione digitale: il 30% dei rispondenti pensa che i capi siano coloro che soffrono maggiormente la paura del cambiamento, essendo abituati al controllo e rassicurati da strutture organizzative tradizionali. Per affrontare il cambiamento e la complessità, i rispondenti ritengono utili l’abilità di imparare (57,5%), l’elasticità/apertura mentale (52,5%), la flessibilità (32,5%) e lo spirito d’iniziativa (25%).
Roberto Pancaldi, managing director di Mylia, ha commentato: “La vera chiave di successo della trasformazione digitale non è la tecnologia, ma l’uomo che la usa e ne massimizza il valore all’interno di contesti organizzativi e nel settore finanziario questa consapevolezza oggi non risulta spina all’azione. Rischia di mancare quell’impulso concreto verso la progettualità che consente di guadagnare terreno rispetto ad altri settori che già vivono la digitalizzazione come uno stato di normalità”.
Fabio Allegreni, segretario generale di Assofintech e ceo di Edibeez, ha concluso: “La tecnologia applicata al settore finanziario non è più uno strumento utile solo per semplificare o rendere più fruibili i servizi tradizionalmente offerti, ma è diventata il motore per modificarli radicalmente o crearne di totalmente nuovi. Per questo, mentre fino a poco tempo fa era accettabile che la spinta al cambiamento tecnologico provenisse soprattutto dall’area tecnica, ora diventa indispensabile che tutte le funzioni aziendali siano in grado di comprendere e governare l’impatto potenziale della tecnologia”.