Forgiatura Moderna Arese spa, attiva nel settore dei fucinati in acciaio per l’industria italiana ed estera del settore meccanico, petrolchimico e dell’energia, ha ottenuto l’omologa del concordato preventivo con continuità aziendale dal Tribunale di Milano. Advisor di Forgiatura Moderna è stato AGFM (si veda qui il comunicato stampa).
Grazie all’omologazione del concordato, approvato con il 93% di voti favorevoli, Forgiatura Moderna Arese, ha potuto ristrutturare un debito da 60 milioni di euro e creare le basi per il rilancio economico e finanziario della società.
Forgiatura Moderna Arese, fondata nel 1970 da Cesare Vienna, impiega circa 80 dipendenti ed è specializzata nella forgiatura di acciai speciali e acciai legati con una capacità produttiva annua di circa 40.000 tonnellate a pieno regime. La società conta unità produttive nella sede diArese (MI) e nel bresciano, a Breno e Gianico e in provincia di Udine, a Fiumicello Villa Vicentina.
La crisi della società risale al 2017, quando, nonostante una crescita dei ricavi a 62,5 milioni euro (da 54,2 milioni), ha registrato un ebitda negativo per 5,1 milioni (da un ebitda positivo per 3,1 milioni) e una perdita netta di 9,95 milioni di euro (da un utile netto di 377 mila euro) a fronte di un debito finanziario netto di 38,3 milioni (da 41,5 milioni). Il tutto a causa dei “tentativi di penetrazione in nuovi mercati che hanno penalizzato la marginalità”, come specificato nella relazione sulla gestione al bilancio, che non nascondeva le difficoltà in atto, annunciando però una “decisa opera di ristrutturazione” per il 2018, con cui gli amministratori pensavano di poter riportare l’azienda in equilibrio. L’anno dopo, però, le cose non sono andate certo meglio, tanto che appunto che nell’ottobre 2018 la società ha presentato domanda di concordato. Quell’anno si era poi chiuso per la società con 46,1 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo per 16 milioni e una perdita netta di 22,3 milioni, a fronte di un debito finanziario netto di 29,5 milioni (fonte Leanus).