Il teatro è stato tra i primi settori della nostra vita a essere fermato dal virus. Il teatro per attori e registi è una casa, talora una cittadella che coinvolge mestieri e attività economiche varie. Il rischio è soprattutto per le piccole compagnie. Abbiamo incontrato Gaddo Bagnoli, Direttore artistico di Scimmie Nude, una Compagnia milanese con vocazione all’internazionalità che sperimenta linguaggi nuovi per testi classici e non solo ma soprattutto lavoro sull’intimità, oltre la rappresentazione. Oggi chiede un finanziamento per il teatro per ripartire e di ripensarne i criteri Al centro del lavoro di Scimmie Nude il Teatro della Crudeltà di ARTAUD, un’autenticità estrema, che non dimentica altre voci del Novecento. La formazione con i suoi Atelier restano un pilastro dell’impegno di Scimmie Nude che oggi guarda alla fiaba come lavoro interiore.
Per cominciare conosciamo Sicmmie nude: quando e come nasce la compagnia?
“ Nel 2003 a Milano in modo ufficiale, anche se già avevamo cominciato a lavorare. Credo che oggi più che mai la scena teatrale debba essere un luogo dove riscoprire e indagare con coraggio le radici della nostra umanità. Per l’attore lo strumento principale di questa ricerca è il lavoro sulla sua “intimità”. Questa, infatti, non è collegata alla propria biografia o all’analisi di se stessi , ma è rappresentata da tutta la parte sommersa, nascosta e segreta legata ad ogni individuo: il mondo interiore dell’uomo/attore, così com’è, senza analisi psicologiche.
Al centro del nostro interesse, dunque, non tanto le buone interpretazioni, ma il canale diretto che si apre tra l’attore ed il mondo esterno rappresentato dal pubblico”.
Il nome è certamente singolare: qual’ è l’origine?
“Il riferimento è all’input etologico di Desmond Morris sul quale si sono inseriti altri riferimenti nel corso del tempo”.
Qual’ è l’organizzazione del lavoro della Compagnia?
“Dal 2003 al 2013 le Scimmie Nude si sono raccolte nell’Associazione culturale Scimmie Nude; dall’ottobre 2013 una nuova associazione si è sostituita alla precedente: l’Associazione culturale Scimmie Nude Teatro d’Indagine sull’Uomo. I membri fondatori dell’associazione culturale Scimmie Nude Teatro d’Indagine sull’Uomo sono Claudia Franceschetti (presidente e rappresentante legale), Andrea Magnelli (vicepresidente e segretario), Marco Olivieri oltre a me, tutti membri del Consiglio Direttivo. Le attività dell’associazione Scimmie Nude T.I.U. si declinano in: compagnia Scimmie Nude che esiste pertanto dal 2003, Atelier Scimmie Nude (collettivo aperto formato da attori provenienti dal Corso di avviamento professionale Atelier Scimmie Nude, dal 2013), la rassegna teatrale “Domeniche di Spettacolo”, la Scuola di Teatro Scimmie Nude che si è strutturata in maniera stabile dal 2008, con con la presa in gestione dello Spazio Scimmie Nude sito in Piazza Perego 11 a Milano (municipio 8).”
In questo momento di blocco del teatro il tema dei finanziamenti è di grande attualità. Qual è la situazione delle ‘piccole’ compagnie?
“Le compagnie come Scimmie nude non hanno generalmente accesso ai finanziamenti ufficiali quali il FUS e per altro ormai molto teatri di grandi dimensioni ne sono restati fuori. Il problema vero è che non riusciamo neppure ad accedere ai bandi privati come ad esempio quello della Cariplo per un finanziamento una tantum o annuale perché il discrimen è sempre quello del fatturato e il nodo critico è quello del criterio. Allargando lo sguardo devo constatare che la mentalità che ha fondato l’Europa ormai permea qualsiasi attività: l’Unione europea è di fatto solo un’unione monetaria. A Milano le compagnie ed i teatri con grande fatturato sono assegnatarie di tutti i finanziamenti lasciando fuori dal FUS altre realtà teatrali validissime, ma fuori dalle rotte commerciali, ha tagliato fuori altre realtà storiche che non erano più competitive in termini di fatturato. Ora mi pare sbagliato misurare l’arte solo con criteri economici. I numeri di per sé non sono espressione di valore, basti pensare che un calibro come Grotowski in Polonia lavorava in una cantina e in Italia è volutamente rimasto fuori dai mercantili del teatro.”
Pensa che sia una condizione tipicamente italiana?
“Si sta generalizzando in tutta Europa ma in Francia, dove ad esempio alcuni ex allievi si sono trasferiti, e in Germania i criteri restano per fortuna anche altri”.
Cromosomie
In questo momento se dovesse fare un appello per il teatro cosa chiederebbe?
“Per le piccole compagnie gli adempimenti fiscali non sono un grosso onere. E’ più importante il rimborso, almeno parziale, dell’attività dell’anno in corso rispetto alle agevolazioni fiscali ma soprattutto un contributo diretto per poter lavorare.”
Cosa ne pensa della riforma del terzo settore?
“E’ corretta ma occorre anche in questo caso capire i criteri. Noi stessi siamo un’associazione ma spesso le associazioni sono state solo un modo per ottenere esenzioni fiscali e raccogliere fondi senza una selezione adeguata sulla base del merito. L’attività delle palestre sotto forma di associazioni culturali è stata scandalosa.”
In questo momento qual è la vostra attività?
“Per quanto possibile proseguiamo con l’attività didattica on line per quanto sia possibile nel mondo del teatro”.
Per le Scimmie nude la formazione è una costola importante.
“La nostra scuola prevede tre anni di formazione alla fine dei quali possiamo assorbire una o due persone lanciando però gli allievi nel mondo del teatro attraverso il saggio finale che diventa uno spettacolo con repliche e che consente agli allievi professionisti di venir pagati e di misurarsi con il mondo reale. Inoltre il percorso di formazione Atelier Scimmie Nude, che svolgo con la collaborazione di Claudia Franceschetti, si struttura come quarto ed ultimo anno del corso di studi e nasce allo scopo di formare giovani attori all’insegna dei metodi di lavoro e del linguaggio teatrale della compagnia Scimmie Nude; infatti è lo strumento di ricerca didattica e professionale che ogni anno contribuisce all’evoluzione artistica della stessa compagnia principale, lanciando i nuovi ragazzi sul ‘mercato’ del palcoscenico. L’obiettivo è infatti quello di creare quindi un collettivo aperto di giovani attori e di produrre spettacoli che rappresentino i risultati della ricerca teatrale, in modo da garantire un primo appoggio alla vita professionale dei giovani artisti coinvolti. Gli spettacoli vengono avviati alla distribuzione, anche nelle scuole, con l’appoggio amministrativo e organizzativo dell’Associazione Scimmie Nude. Dal 2014 al 2017 il lavoro della compagnia Atelier Scimmie Nude si è concentrato sui grandi classici ai quali potremmo tornare.”
Cosa c’è in cantiere?
“Stiamo affinando uno spettacolo, Decadenze di Steven Berkoff perché nel nostro spirito ogni volta che riproponiamo uno spettacolo, lo facciamo in modo diverso, continuando a lavorarci e speriamo di poterlo mettere in scena presto.”
E in progetto?
“Per quanto concerne l’Atelier, per la prima volta stiamo lavorando sulla fiaba per quanto possibile, per la regia a distanza. Ci vorrebbe un palcoscenico dilatato sul quale poi creare dei tagli e cuciture cinematografiche per far incontrare gli artisti. Il progetto s’intitola C’ero una volta e parte dalla scelta di identificazione di ogni artista con una fiaba, lavorando sull’intimità. Da novembre dovrebbe poi partire una nuova produzione sulla quale ho ancora solo delle idee con la prospettiva di tornare al testo, tanto che non escludo un ritorno a Shakespeare, come era stato all’inizio. Una rilettura e rivisitazione dei classici con nuovi linguaggi. Nel 2004 avevamo rappresentato Amleto; quindi Tragico suo malgrado di Antov Cechov nello stesso anno.”
a cura di Giada Luni