Il Gruppo Caffo 1915 ha rilevato Ferro China Bisleri, il noto liquore a base di ferro e corteccia china, che negli anni ’80 era proprietà di Cinzano e che era poi stato acquisito dall’olandese Diageo, uno dei maggiori produttori a livello mondiale di spiriti e birre (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione è stata condotta tramite una newco cui è stato dato lo stesso nome della società originaria creata dal fondatore e detentrice del marchio ovvero la Felice Bisleri& C. con sede a Milano. Advisor dell’operazione per Caffo è stata Equita sim.
Si tratta della seconda operazione in pochi mesi condotta da Caffo, che lo scorso aprile ha rilevato sempre da Diageo anche Petrus Boonekamp, produttore olandese dell’omonimo noto amaro, sempre con il supporto dell’advisor Equita(si veda altro articolo di BeBeez). Petrus era stato creato in Olanda nel 1777 dal liquorista Petrus Boonekamp. Dopo essere stato gestito dalla famiglia olandese dei Boonekamp, l’amaro Petrus nell’ultimo secolo ha cambiato diverse proprietà. In particolare, in Italia era stato lanciato dalla Gio.Buton, azienda storica bolognese che opera nel settore alcolici, per poi passare, per un periodo, al Gruppo Cinzano successivamente acquisito con tutti i suoi marchi, Petrus compreso, dall’inglese Guinness, a sua volta poi confluita nella multinazionale Diageo.
Caffo Antica Distilleria produce e distribuisce bevande alcoliche dal 1915. Il gruppo produce anche il Vecchio Amaro del Capo fa parte di questa famiglia insieme a un catalogo di numerose ricette fra liquori, distillati, premiscelati e sciroppi tra cui l’Elisir S. Marzano Borsci, il Liquorice e l’amaro S. Maria al Monte. Il gruppo ha chiuso il 2019 conn circa 80 milioni di euro di ricavi, dopo i 71 milioni del 2018, quando aveva registrato un ebitda di 20,3 milioni e una posizione finanziaria netta positiva di 7,8 milioni.
Caffo nella sua nota spiega che “Ferro China Bisleri è rimasta quiescente nel portafoglio di Diageo che non ha mai puntato al suo rilancio, fino ad arrivare a cessarne la distribuzione. In verità, Ferro China Bisleri vanta una grande storicità e memorabilità del marchio, un potenziale che non è passato inosservato alla famiglia Caffo che ha fatto di tutto per riportare ‘a casa’ un’icona del Made in Italy, alla quale puntava da anni”.
Giuseppe Caffo, Presidente di Gruppo Caffo 1915, ha commentato: “Noi che siamo nati in questo settore, conosciamo bene la potenzialità del marchio Bisleri. Questa acquisizione rappresenta una grande conquista sia per il suo glorioso passato che per la sua storicità. Dal 1881, ha attraversato con gli italiani guerre, epidemie, carestie e viaggiato con i nostri emigrati in ogni angolo del mondo”.
E Sebastiano Caffo, amministratore delegato del gruppo, ha aggiunnto: “Come abbiamo già fatto con altri storici brand, uno tra tutti Elisir Borsci S. Marzano, portare un marchio importante come Ferro China Bislerinel nostro portafoglio prodotti, significa tutelare la storia della liquoristica italiana. D’altra parte, questa è anche una scelta di grande responsabilità che ci obbliga a impegnarci per creare un futuro degno degli antichi fasti di Ferro China Bisleri, nato come innovazione e divenuto ormai parte importante della nostra tradizione. Il nostro primo obiettivo sarà riposizionarlo con la sua identità originaria, a metà tra la galenica e la liquoristica; su questo presupposto, abbiamo costituito una nuova società che si occuperà anche di sviluppare nuove specialità e la prima diversificazione è già allo studio”.
Le qualità e le virtù dei componenti di Ferro China Bisleri lo rendono infatti un prodotto equiparabile a un medicinale, tanto che l’azienda sta pensando di far tornare il marchio in farmacia, non solo con Ferro China ma anche con una nuova linea di specialità a marchio Bisleri.