“Il nostro obiettivo principale per quest’anno è portare avanti il nostro aumento di capitale da 100 milioni di euro, che finanzierà la maggior parte delle nuove acquisizioni del 2020″. Lo ha detto a BeBeez Stefano Cervone, ad di Nova Re, siiq quotata a Milano e controllata al 54% dal Gruppo Sorgente. La siiq è particolarmente interessata ad acquisire immobili in città secondarie del centro-nord Italia e a Roma.
Le nuove acquisizioni saranno tutte finanziate dall’aumento di capitale. Nella relazione al bilancio 2019 si legge che “la società ha approvato il Piano Industriale 2020-2024, che prevede una significativa crescita dimensionale realizzata attraverso due aumenti di capitale, la razionalizzazione di alcune voci di costo e l’ottimizzazione della struttura finanziaria. Elaborato con il supporto di Houlihan Lokey in qualità di advisor finanziario, il Piano Industriale ‘Nova Re 2020 Sailing Fast Plan’ prevede un primo aumento di capitale pari a 60 milioni di euro nel 2020 e un secondo aumento di capitale pari a 40 milioni di euro nel 2022. Tali risorse finanziarie, unitamente alla relativa leva finanziaria, saranno utilizzate per effettuare investimenti immobiliari pari a circa 180 milioni di euro”.
Sul tema Cervone ha detto a BeBeez che la società ha ricevuto le prime manifestazioni di interesse per la prima tranche da 60 milioni e il mananger è fiducioso in una chiusura entro l’anno: “Nonostante il raffreddamento del mercato immobiliare dovuto al coronavirus, abbiamo un bel panel di investitori interessati ad aderire al nostro aumento di capitale. In parallelo, stiamo già pensando alle acquisizioni da effettuare con i proventi dell’aumento di capitale, nonostante le difficoltà nei sopralluoghi e dei valutatori nella stima del prezzi degli asset. E’ complicato includere il fattore coronavirus nei loro modelli, anche alla luce dell’incertezza sui mercati”.
La pandemia non ha comunque alterato gli obiettivi del Piano industriale 2020-2024 di Nova Re, che, oltre alla significativa crescita dimensionale grazie ai due aumenti di capitale, prevede al 2024 una la razionalizzazione di alcune voci di costo, l’ottimizzazione della struttura finanziaria, ricavi per 18 milioni, un ebitda di 13 milioni, dividendi per oltre 7 milioni e un portafoglio immobiliare del valore di 335 milioni. Tuttavia, rispetto alle previsioni la siiq dovrà investire maggiormente nel riadattamento degli immobili e venire incontro ai conduttori sugli affitti attraverso concessioni ragionate.
La siiq ha chiuso il 2019 con 5,4 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 147 mila euro, un risultato netto di 317 mila euro (contro gli 1,9 milioni di fine 2018) e una posizione finanziaria netta consolidata in salita da 55,1 a 63,7 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
A fine 2019 la siiq detiene in portafoglio 7 immobili per un valore di circa 126 milioni di euro: 3 asset commerciali a Milano, che ospitano i punti vendita di OVS (controllata da TIP); 2 uffici a Roma, uno a Bari e l’Hotel SHG a Verona.
L’ad di Nova Re si aspetta che la Capitale ripartirà bene dopo coronavirus, mentre Milano già prima della pandemia stava esaurendo la sua offerta di immobili. A livello di segmenti immobiliari, Nova Re intende focalizzarsi su hospitality (alberghi, alberghi diffusi, affitti brevi, short leasing, student housing) e uffici complementari al lavoro agile e allo smart working.
A livello di trend, Cervone si aspetta una rimodulazione dell’utilizzo degli spazi immobiliari con: maggiori spazi, uso di tecnologie meno porose, aumento della tecnologia touchless e riduzione delle aree comuni. Non ritiene che ci sarà un trionfo dello smart working e un conseguente riattrezzamento della casa per svolgere maggior parte delle funzioni nel domicilio, perché il lavoro porta le persone al confronto de visu e quindi anche a spostarsi. Sicuramente gli alberghi soffriranno.
“Le persone faticano a immaginare di spostarsi per lavoro o piacere, tant’è che le prenotazioni sono particolarmente intense per soluzioni alternative agli hotel. Nel settore però questa situazione potrebbe generare una istituzionalizzazione degli alberghi. La maggior parte di essi sono di proprietà familiare, ma con la crisi potrebbero essere ceduti a fondi e grandi catene. In questo senso, la pandemia potrebbe costituire un’occasione per favorire dinamiche di riadattamento e fallimento delle realtà meno resilienti”, osserva l’ad di Nova Re. Del coronavirus sicuramente ha beneficiato la logistica, che stava andando già bene prima della pandemia. “Andrà ancora meglio, perché molte realtà spinte dalla crisi hanno avviato l’e-commere. High street ed esercizi commerciali devono essere ripensati, focalizzandosi sull’esperienza fisica che l’online non permette”, afferma Cervone. E più in generale, a suo avviso, le proprietà immobiliari dovrebbero aumentare il livello di ascolto verso i conduttori, per capire loro cosa occorre non solo nell’attuale momento di difficoltà, ma anche per dare loro la tecnologia e la personalizzazione necessarie a rilanciare le loro attività.
Nova Re siiq fa capo al 54,56% a fondi immobiliari gestiti da Sorgente sgr; il 16,75% è in mano al Fondo Pensione del personale della ex Banca di Roma, il 5,51% all’Associazione Nazionale di Previdenza Assistenza Ragionieri e Periti Commerciali, il 5,76% all’Hotel alla Salute, mentre il flottante è costituito dal restante 17,12%.
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