Virginie Wallut, Director of Real Estate Research and Sustainable Investment presso La Française Real Estate Managers, tratteggia il mercato immobiliare nella fase della ripartenza. Ne emerge un imagine in chiaroscuro tra disallineamenti e opportunità (si veda qui il comunicato stampa). Lo studio preconizza un mercato relativo agli uffici (sedi principali), logistica e residenziale che non sembra soffrire di nessuna diminuzione di liquidità. Il settore retail, gli alberghi e gli uffici (sedi secondarie) potrebbero invece soffrire a causa delle incertezze sul futuro cash flow. Prima del lockdown, le aree urbane centrali soffrivano una certa mancanza di offerta, come evidenziavano i tassi di immobili liberi inferiori al 3% nei distretti commerciali di città come Parigi, Lione, Berlino, Londra e Amburgo. Durante il lockdown quindi questi mercati, si sono trovati in una posizione favorevole per assorbire il calo temporaneo della domanda. La crisi sanitaria ha semplicemente accelerato i trend di cambiamento nello stile di lavoro. che erano già emersi negli ultimi anni. Tuttavia, la ricerca non sembra credere nei benefit dello smart working in una prospettiva permanente di lungo termine. Alcune aziende vedono il lavoro da remoto come un’opportunità per tagliare i costi. La ricerca invece tende a concludere che i possibili risparmi potrebbero essere controbilanciati da un decremento della produttività e dalle implicazioni di un’eventuale nuova legislazione che potrebbe modificare la remunerazione degli smart workers. Emerge poi una ulteriore convinzione. Quella che le aziende dovranno definire politiche lavorative flessibili, che coniughino la presenza fisica, in azienda, al lavoro da remoto. In questo caso, gli uffici: a) Diventerebbero luoghi di iper-comunicazione con ampi spazi per le attività in comune; gli spazi per uffici diventerebbero modulari e flessibili; b) Sarebbero situati nelle zone centrali, facilmente accessibili dai nuovi luoghi di vita dei dipendenti; 3) Sarebbero iperconnessi, così da fornire a tutti i lavoratori (fisicamente presenti o al lavoro da remoto) lo stesso accesso alle informazioni. Presso La Française sono state sviluppate una gamma di soluzioni che permettono alle aziende di aumentare la propria flessibilità (cioè spazi in grado di accogliere un numero variabile di dipendenti).
The Student Hotel, il gruppo paneuropeo dedicato all’accoglienza studentesca e all’ospitalità, aprirà le sue porte ai partner universitari in sei paesi europei per supportare le istituzioni accademiche con campus dall’elevata capienza per aiutarli a superare le difficoltà dovute ai severi vincoli legati alle dimensioni degli spazi di insegnamento a causa delle regole di distanziamento sociale per contrastare Covid-19, e la transizione verso nuovi modelli di apprendimento ibrido online e offline (si veda qui il comunicato stampa). TSH possiede 16 sedi sparse tra le principali città studentesche nei Paesi Bassi, Germania, Spagna, Italia, Francia e Austria, classificandosi ai primi posti tra i provider di alloggi universitari in Europa, in virtù dell’ampiezza dei suoi spazi di alloggio combinati con aree dedicate all’apprendimento. Ogni hotel TSH mediamente dispone di 418 camere da letto, ciascuna dotata di scrivania e bagno privati, e comprende aree comuni e sale riunioni insolitamente spaziose per una media di 1.400 mq, corrispondenti al 20% della superficie totale. TSH Firenze Lavagnini dispone di 390 stanze su 3220 mq, mentre Bologna conterà 361 su 1623 mq totali.
Dopo Belgio, Francia e Paesi Bassi, Montea è ora pronta per entrare nel mercato tedesco e quindi aumentare la sua posizione internazionale (si veda qui il comunicato stampa). La forte crescita del mercato logistico in Europa e il ruolo guida dell’economia tedesca sono i principali motori di ulteriori scoperte internazionali. Per l’espansione, Montea entra in una partnership con il gruppo IMPEC. Montea prevede di annunciare i suoi primi progetti in Germania entro la fine di quest’anno. Attualmente Montea è attiva in Belgio, Paesi Bassi e Francia, ma ora sta espandendo le sue attività in Germania. Il gruppo IMPEC è stato fondato nel 1993 da Gerhard Mannsperger. Dall’arrivo del figlio Domenique Mannsperger, esperto sviluppatore di logistica, la società si è concentrata esclusivamente sugli sviluppi logistici, con clienti come Seifert Logistics, Duvenbeck e Mateco. Il gruppo IMPEC ha sviluppato oltre 550.000 m² di spazio di archiviazione in affitto e ha un volume transazionale di 400 milioni di euro negli ultimi anni.
GPF guida un investimento di oltre 30 milioni di euro per costruire uno sviluppo di 30 case premium a Valdemarín, uno dei quartieri più esclusivi di Madrid, su un terreno da circa 20 mila mq complessivi (si veda qui Europe-re). Insieme a GPF Capital investono nel progetto anche A&G Banca Privada e CHQ Corp. Si prevede che le case saranno consegnate entro la primavera del 2022. Le case saranno progettate dallo studio di architettura Ábaton, su terreni di oltre 500 m 2 ciascuno, all’interno di un’urbanizzazione chiusa con accesso privato e misure di sicurezza. Questo investimento immobiliare fa seguito alla recente acquisizione di GPF Capital dell’edificio Axis ceduto da CBRE Global Investors a gennaio. L’emblematico edificio è stato progettato dal famoso architetto Norman Foster e si trova nel Paseo de la Castellana, una delle strade principali di Madrid che attraversa la città da sud a nord.