Generalfinance, leader del factoring specializzato in imprese distressed, ha chiuso il primo semestre 2020 con: un utile di 2,7 milioni di euro (+45% rispetto allo stesso periodo del 2019); un margine di intermediazione di 7,8 milioni (+29%); un turnover di 321 milioni (+21%); crediti erogati per 226 milioni (+13%); un Roe annualizzato del 31% (si veda qui il comunicato stampa). Circa il 75% delle anticipazioni sono coperte da garanzia assicurativa, attraverso la storica partnership strategica con Euler Hermes, leader mondiale nell’assicurazione del credito. I costi operativi di Generalfinance, pari a 3,8 milioni, sono aumentati del 15%: meno che proporzionalmente rispetto al trend dei ricavi.
Massimo Gianolli, amministratore delegato di Generalfinance, ha commentato: “Cresciamo del 21% in termini di turnover con una redditività sul capitale (ROE) del 30% circa. Nonostante il lockdown prolungato e la fase complessa per il Paese, Generalfinance continua a supportare le aziende fornendo liquidità in maniera rapida ed efficiente grazie alle opportunità di smobilizzo del circolante che lo strumento del factoring, nostro core business, crea. Abbiamo erogato nel semestre oltre 226 milioni di euro, contiamo di operare con grande intensità nella seconda parte dell’anno per supportare al meglio le pmi, nostro target di riferimento, fornendo servizi di credit management a forte valore aggiunto”.
La società, fondata nel 1982, opera presso dalle due sedi di Milano e Biella con un team di circa 50 professionisti. Nel luglio 2019 la società ha assunto due nuovi manager noti al settore: Massimo Racca, già responsabile del credito anomalo in Banco BPM, nominato amministratore delegato di GGH – Gruppo General Holding (holding che detiene la maggioranza del capitale di Generalfinance, che fa capo a Gianolli); Stefano Biondini, già responsabile dei sistemi Leasing e Factoring della Direzione Sistemi informativi di Intesa Sanpaolo, che ha preso la direzione Information Technology di Generalfinance (si veda altro articolo di BeBeez).
La società nel marzo scorso ha reso noto che intende procedere a una valorizzazione, “anche attraverso una possibile ipo sul mercato, o con una trade sale, in linea anche con quanto previsto dagli accordi parasociali in essere tra GGH (capogruppo del Gruppo Finanziario General), che detiene una partecipazione del 53% circa del capitale, e Credito Valtellinese, azionista di Generalfinance con una quota pari al 47% circa” (si veda altro articolo di BeBeez). CreVal aveva infatti rilevato una quota del 46,81% della società nel giugno 2017 , acquistandola da Gruppo General Holding srl (GGH), che fa capo all’amministratore delegato di Generalfinance, Massimo Gianolli (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre nel marzo scorso, Generalfinance ha aggiornato il piano industriale 2019-2021, che prevede:
- un turnover a 1,2 miliardi di euro, a fronte di circa 590 milioni nel 2019 (con un CAGR 2019-2021 del 44%);
- un erogato atteso a 923 milioni nel 2021, a fronte di circa 445 milioni nel 2019(CAGR 2019-2021 del 44%);
- crediti verso clientela per circa 205 milioni a fine 2021, a fronte dei circa 132 milioni a fine 2019 (CAGR 2019-2021 del 25%);
- oltre 2 milioni di investimenti in ICT per l’aggiornamento e lo sviluppo della piattaforma informatica proprietaria;
- un utile netto a 8 milioni nel 2020 e a oltre 12 milioni nel 2021;
- un Roe superiore al 50% nel 2021, rispetto al 28% circa del 2019;
- un margine di intermediazione a quota 29 milioni nel 2021 (CAGR del 45%).