Eureka! Venture sgr ha annunciato ieri il primo closing della raccolta del suo primo fondo di technology transfer Eureka! Fund I a 38 milioni di euro, su un obiettivo di raccolta finale di 50 milioni, e l’avvio dei primi investimenti (si veda qui il comunicato stampa). L’sgr è stata assistita nel processo di predisposizione del fondo dai legali di MJH Alma e da Comply Consulting per gli aspetti di compliance e antiriciclaggio.
La società di gestione, che fa capo all’amministratore delegato Stefano Peroncini(40%), Salvatore Majorana (20%), Anna Amati (20%) e Meta Group (20%), ha ottenuto da Banca d’Italia il via libera a operare lo scorso dicembre 2019 ed è partito a gennaio 2020 con una dotazione di 30 milioni di euro, grazie all’annunciato impegno per questa cifra da parte della piattaforma ITATech a sua volta finanziata da Cdp e Fei (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi la dotazione del fondo ha raggiunto i 38 milioni grazie agli impegni di altri investitori istituzionali, quali la Compagnia di San Paolo, e di società industriali che credono nella open innovation come strumento per fare vera innovazione, come SAES Group, società leader nella produzione di advanced material (quotata nel segmento Star di Borsa Italiana), e Umbra Group, società leader nel settore aerospace (controllata dalla famiglia Baldaccini e partecipata da un club deal di investitori promosso da Azimut Global Counseling ed Electa Ventures, si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo è stato sottoscritto anche da investitori HNWI (high net worth individuals).
Il fondo beneficia inoltre del supporto di InnovFin Equity (lo strumento finanziario sviluppato sotto Horizon 2020 e che rappresenta il programma di riferimento della Unione Europea per la Ricerca e l’Innovazione) e dello European Fund for Strategic Investments. Il fondo è dedicato agli investimenti in idee che provengono dai centri di ricerca italiani nel settore dei materiali avanzati e più in generale della scienza e dell’ingegneria dei materiali e investirà negli stadi proof-of-concept, seed e round A, anche grazie alla partnership con 22 Università e Centri di Ricerca Scientifica del Paese, tra cui l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e il Politecnico di Torino e al supporto dell’Innovation District Kilometro Rosso e della META Academy.
Stefano Peroncini, amministratore delegato dell’sgr, ha commentato: “Se mai ci fosse stato qualche dubbio, oggi abbiamo definitivamente capito quanto tecnologia, ricerca scientifica e trasferimento dell’innovazione sul mercato siano determinanti per una ripresa economica e uno sviluppo che siano davvero sostenibili e a beneficio dell’intera collettività. Consapevoli della missione ambiziosa di Eureka!, siamo orgogliosi di avere tra i nostri partner investitori istituzionali lungimiranti e d’eccellenza, che hanno reso possibile questo importante primo traguardo”.
Alain Godard, amministratore delegato del Fei, ha aggiunto “Siamo molto contenti che Eureka abbia raggiunto il suo primo closing nonostante l’attuale difficile situazione economica. Questo dimostra la necessità di questo tipo di investimento, nonché il fatto che investire nelle spin-off deep tech che nascono da progetti di ricerca è oggi realmente possibile”.
Francesco Profumo, presidente Compagnia di San Paolo, ha detto: “La nostra Fondazione, ibridando capitali pazienti e competenze multidisciplinari, è da anni impegnata nel facilitare il viaggio dal laboratorio al mercato per i risultati prodotti dalle ‘fucine della conoscenza’, come le università e i centri di ricerca. In quest’ottica, il primo closing del fondo rappresenta un volano per il trasferimento tecnologico in Italia poiché avvicina l’eccellenza scientifica alle opportunità di investimento, permettendo così agli atenei di potenziare gli impatti generati nel solco della loro terza missione”.
Massimo della Porta, presidente SAES e ad di SAES Group, ha commentato: “La ricerca scientifica universitaria e l’industria devono parlarsi, oggi più che mai, per trovare un modo nuovo di fare innovazione. Eureka! rappresenta un efficace strumento per mettere in connessione questi due mondi ancora troppo distanti l’uno dall’altro, al fine di portare alla luce l’enorme potenziale dei nostri centri di ricerca, con un’operazione di sistema che valorizza la capacità italiana di creare e rilanciare sul mercato vera innovazione”.
Antonio Baldaccini, ad di Umbra Group, ha commentato “Sostenibilità, innovazione e investimento sui giovani devono essere le priorità per tutti noi imprenditori. Abbiamo individuato in Eureka! una modalità nuova per supportare i giovani che decidono di fare gli imprenditori e cercano di sviluppare i loro sogni in qualcosa di concreto. In Umbra Group da sempre puntiamo alla valorizzazione dei principi etici e della responsabilità sociale, oltre che all’innovazione: grazie ad Eureka! aggiungiamo un tassello importante alla costruzione di un ecosistema dove tutti gli attori, impresa, finanza e ricerca scientifica, fanno la loro parte, mettendosi al servizio di uno scopo più ampio, un’economia del futuro davvero sostenibile.” *
Eureka! Fund I, che sarà gestito da Stefano Peroncini, Anna Amati, Salvatore Majorana e Massimo Gentili, è stato il quinto fondo a essere sottoscritto da ITAtech, per un totale di 190 milioni di euro impegnati. Gli altri fondi sono: Progress Tech Transfer di MITO Technology, Vertis Venture 3 Technology Transfer di Vertis sgr; il fondo dedicato al biotech italiano, con focus su startup specializzate nella lotta alle malattie genetiche rare, lanciato dal colosso del venture capital francese Sofinnova, con la charity biomedica Telethon come advisor; e Poli360, il fondo lanciato da 360 Capital Partners per sostenere l’innovazione tecnologica prodotta dalle competenze del Politecnico di Milano. Il che significa che ITATech ha ormai impegnato del tutto la sua dotazione di 200 milioni di euro dedicata al finanziamento dei processi di trasferimento tecnologico lanciata a fine 2016 (si veda qui altro articolo di BeBeez).