Dalla Ue è arrivato il via libera al Fondo patrimonio destinato di Cdp , istituito dal Decreto Rilancio convertito in legge un paio di settimane fa. Lo ha reso noto, durante l’audizione con la Commissione Finanze della Camera del 29 luglio scorso, il direttore generale del Ministero del Tesoro, Alessandro Rivera, (si veda qui il video dell’audizione).
“Il decreto (attuativo, ndr) è sostanzialmente pronto, è stato necessario un lavoro molto intenso compreso un confronto fitto con la Ue perché si tratta di aiuti di Stato, la discussione con la Ue si è chiusa in questi giorni, siamo a questo punto in condizione di procedere con la notifica per ricevere il benestare formale”, ha dichiarato Rivera.
I fondi patrimonio destinato sono stati lanciati nel maggio scorso dal Governo tramite il Decreto Rilancio (si veda altro articolo di BeBeez). L’art. 27 del testo del decreto coordinato con la legge di conversione prevede appunto che Cdp intervenga a sostegno delle imprese di medie e grandi dimensioni, con ricavi superiori ai 50 milioni di euro, investendo nel loro capitale con un apposito fondo battezzato “Patrimonio rilancio”, con una dotazione di oltre 50 miliardi di euro. I requisiti di accesso, le condizioni, criteri e modalità degli interventi saranno definiti con un successivo DPCM, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro dello sviluppo economico. Ed è proprio a questo decreto che Rivera faceva riferimento.
Nel testo coordinato si legge che “in via preferenziale il Patrimonio Destinato effettua i propri interventi mediante sottoscrizione di prestiti obbligazionari convertibili, la partecipazione ad aumenti di capitale, l’acquisto di azioni quotate sul mercato secondario in caso di operazioni strategiche. Nella individuazione degli interventi, il decreto tiene in considerazione l’incidenza dell’impresa con riferimento allo sviluppo tecnologico, alle infrastrutture critiche e strategiche, alle filiere produttive strategiche, alla sostenibilità ambientale e alle altre finalità di cui al comma 86 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, alla rete logistica e dei rifornimenti, ai livelli occupazionali e del mercato del lavoro. Possono essere effettuati interventi relativi a operazioni di ristrutturazione di società che, nonostante temporanei squilibri patrimoniali o finanziari, siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività”.
Per le aziende più piccole l’art. 26 ha invece istituito il Fondo Patrimonio Pmi, la cui gestione sarà affidata a Invitalia. Il fondo è finalizzato a sottoscrivere, entro il 31 dicembre, strumenti finanziari partecipativi.