Una bomba atomica. Così Alberto Nagel, ad di Mediobanca, nei giorni scorsi ha definito il calendar provisioning davanti alla Commissione parlamentare sul sistema bancario sul tema della liquidità (qui il video dell’audizione). Secondo il banchiere, la norma introdotta un anno e mezzo fa dalla Bce per disciplinare il trattamento di Npl e Utp e che impone la loro progressiva svalutazione fino al 100% in 3 anni “è sbagliata perché fa di tutta l’erba un fascio” e rischia di portare a “un disastro nel bilancio delle banche, non solo nostre”.
Dopo il “liberi tutti” decretato dalla Vigilanza che ha dato flessibilità massima sul trattamento dei crediti in questa fase di crisi, Nagel prevede che quando si torneranno ad applicare le norme iniziali, “ci sarà una massa di partite che diventeranno quantomeno Utp e se le devi trattare già come sofferenze, la prima conseguenza è che sarà molto difficile che allo stesso creditore una banca dia altri soldi”. Questo porterebbe a un credit crunch e a nuovi aumenti di capitale entro 2-3 anni. L’ad di Mediobanca auspica pertanto una “giusta revisione” del calendar provisioning a livello europeo, sottolineando che “tutte le banche d’Europa sono d’accordo”. Il banchiere è ottimista sul dialogo con le autorità europee: “Da quando c’è Andrea Enria alla supervisione, la Bce è molto diversa: ha fatto esperienza della precedente fase, ha un dialogo con le banche, il mercato e gli investitori più attivo e produttivo. Con Enria ci sono le basi per dialogare su una riforma del calendar provisioning”.
Carla Ruocco, presidente della Commissione di inchiesta sulle banche, ha concluso: “Sono sempre più convinta della necessità di creare una bad bank nazionale, perché la mole di moratorie e nuovi finanziamenti, circa 400 miliardi, con molta probabilità, si trasformerà in nuovi Npl, stimabili in circa 130 miliardi“.
Ricordiamo che negli ultimi mesi si è fatta sempre più concreta la possibilità della creazione di una bad bank europea di nuova costituzione che possa comprare in blocco tutti i crediti deteriorati che sono sui libri degli istituti di credito Ue o che ci arriveranno, per colpa della crisi innescata dalla pandemia Covid-19. Sulle ipotesi di bad bank europea si veda altro articolo di BeBeez.