Cdp Immobiliare (Gruppo Cdp) cerca inquilini per gli uffici delle Torri dell’Eur a Roma. A tal fine, ha affidato il mandato in esclusiva a JLL (si veda qui il comunicato stampa).
La commercializzazione segue l’avvio da parte di Cdp Immobiliare di un importante intervento di riqualificazione. Le Torri dell’Eur sono articolate su cinque edifici (tre a sviluppo verticale e due corpi bassi), per un totale di 3.100 postazioni di lavoro, con certificazioni Leed e Well Gold. I lavori di riqualificazione del complesso, per una superficie commerciale lorda superiore ai 63.000 mq a cui si aggiungono posteggi interrati con una capacità di 256 auto e 180 posti moto, si svolgeranno nell’arco di 30 mesi, con un investimento complessivo da parte di Cdp Immobiliare per 140 milioni di euro.
“Cdp Immobiliare consolida le attività del Gruppo Cdp restituendo al mercato italiano e internazionale un top asset di pregio assoluto. Il rilancio integrale delle Torri, un unicum per prestazioni e volumi disponibili a Roma (63mila mq per 3.100 postazioni di lavoro certificate LEED e Well Gold), rappresenta al meglio la nostra capacità di investire nel futuro del Paese secondo logiche di sostenibilità, sicurezza e innovazione. Un progetto di eccellenza, finalmente concreto, che rigenera in profondità il tessuto urbanistico e le attività produttive della Capitale, ponendosi all’attenzione del panorama internazionale”, ha precisato Emanuele Boni, amministratore delegato di Cdp Immobiliare.
Pierre Marin, ceo di JLL Italia, ha aggiunto: “Le Torri dell’Eur rappresenteranno un importante landmark nel panorama degli uffici della Capitale e daranno l’avvio ad un processo di rigenerazione urbana capace di rendere il mercato romano ancora più dinamico, attrattivo e competitivo, allineandosi così agli standard di altri mercati internazionali.”
Cdp Immobiliare possiede al 100% le due torri dal marzo 2019, dopo aver rilevato da TIM il restante 50% di Alfiere spa, società partecipata pariteticamente da TIM e da Cassa Depositi e Prestiti e costituita per valorizzare le Torri Ligini del quartiere Eur di Roma (si veda altro articolo di BeBeez).
Le Torri furono costruite nell’ambito del progetto di completamento del quartiere (ex E42) dall’architetto Cesare Ligini e collaboratori, per ospitarvi gli uffici del Ministero delle Finanze e furono poi cedute a seguito delle cartolarizzazioni promosse dall’allora Ministro Giulio Tremonti. Avrebbero dovuto essere abbattute e ricostruite con destinazione residenziale secondo un progetto di Renzo Piano, ma il progetto fu abbandonato dopo lo smantellamento delle pareti esterne, lasciando per anni gli edifici sventrati a pochi metri dall’area dove era in costruzione il nuovo Centro Congressi e l’hotel soprannominato “La Lama”.
Durante l’amministrazione del sindaco Ignazio Marino, l’Assessore all’urbanistica Giovanni Caudo si impegnò per risolvere il problema delle Torri lasciate inutilizzate. Fu sottoscritto un protocollo tra il Comune e Cassa Depositi e Prestiti e Tim/Telecom che, dopo una serie di passaggi di quote azionarie, detenevano sinora il 50% ciascuno delle quote di Alfiere spa. Fu indetto un concorso per il restauro conservativo sulla base di linee guida redatte con coordinamento del Laboratorio per il Moderno a Roma dell’Università La Sapienza e nel dicembre 2015 il Comune rilasciò il permesso di costruire.
A gennaio 2016, TIM decise di trasferire nelle torri progettate dall’architetto Ligini il quartier generale, a patto che il Sindaco di Roma concedesse le autorizzazioni per il restauro conservativo degli uffici entro l’estate pagando 1 milione. I lavori sarebbero dovuti terminare entro il dicembre 2016. Il nuovo sindaco Virginia Raggi, poche settimane dopo il suo insedimento in Campidoglio, revocò le concessioni della giunta Marino e fissò in 24 milioni gli oneri urbanistici per riportare a lustro l’area, soprannominata Beirut. TIM ritirò il progetto e Alfiere spa fece ricorso, accettato nel 2017 con l’autorizzazione a proseguire nel progetto. TIM comunque rinunciò a trasferirsi nelle Torri dell’Eur. A seguito della pronuncia del Tar, Alfiere chiese 326 milioni di risarcimento al Comune, che a sua volta chiese danni di immagine del Campidoglio. La decisione di Cdp di rilevare la quota di Tim in Alfiere ha messo la parola fine all’annosa questione.
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