“Nei nove mesi del 2020 le campagne di crowdfunding hanno raccolto 57 milioni, cifra che non solo è il 26% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, ma è a soli 8 milioni dal totale dello scorso anno, appunto 65 milioni”, ha sottolineato Fabio Allegreni, ceo di EdiBeez srl (che pubblica CrowdfundingBuzz, oltre che BeBeez), in occasione del suo intervento al panel del 1° ottobre della Milano Finanza Digital Week organizzata da Milano Finanza in collaborazione con BeBeez (si veda altro articolo di BeBeez). Il panel in questione era dedicato proprio alle prospettive dell’investimento diffuso tramite apposite piattaforme di equity crowdfunding (si veda qui il video).
Il mercato dell’equity crowdfunding è senza dubbio in crescita in Italia, attualmente a un ritmo annuo del 26%, dove a richiedere e ottenere fondi non sono più solo startup e pmi industriali e di servizi, come dimostra il boom dell’investimento in progetti immobiliari (si veda altro articolo di BeBeez), e dove il peso degli intermediari di più lunga militanza aumenta notevolmente, con conseguente concentrazione dei volumi, ma in cui non mancano nuovi player in grado di offrire opportunità di impiego sempre più diversificate.
Il mercato, quindi, non sembra risentire affatto dell’effetto della pandemia. Quest’ultima anzi sembra avere schiuso nuove possibilità, come quelle legate allo sviluppo dell’economia digitale, stimolando l’appetito di investitori sempre più sofisticati, come testimonia l’aumento del ticket (l’investimento) medio.
Secondo Allegreni, ” la raccolta di tutto il 2020 magari non raggiungerà i 100 milioni inizialmente previsti, ma sarà in ogni caso sensibilmente superiore al 2019, per poi accelerare ulteriormente nel 2021. Ed è interessante notare che nel terzo trimestre il ritmo di raccolta sia stato praticamente identico allo stesso periodo dello scorso anno, con 34 operazioni (stesso numero del 2019) e 18 milioni raccolti contro 17. Ciò indica che l’accelerazione è avvenuta nel primo semestre (con 39 milioni raccolti contro 28), che coincide largamente con il lockdown. E alla riduzione del numero medio di partecipanti a una campagna, da 137 a 119, in un momento difficile per la congiuntura e le finanze personali, fa da contraltare un aumento dell’investimento individuale medio (ticket) da 3300 a 4700 euro”.
Ma anche dal lato dei richiedenti fondi si assiste a un’evoluzione. Anzitutto c’è la crescita della dimensione media delle campagne, passata da 435 a 560 mila euro, in quanto l’aumento della raccolta totale si è accompagnato a una leggerissima flessione delle operazioni, 101 contro 103. Inoltre è cresciuto il peso delle campagne di maggiori dimensioni. In quelle al di sopra di 500 mila euro 28 richiedenti hanno raccolto più di 42 milioni contro i 321,5 raccolti da 27 entità nel 2019.
Soprattutto, si sta modificando il panorama di chi richiede fondi, che vede un rallentamento del ritmo di raccolta da parte delle aziende in senso stretto. Ciò a beneficio dei progetti immobiliari (real estate crowdfunding, dove spicca l’attività di Walliance, che sta avviando anche il collocamento di minibond), soprattutto iniziative residenziali ubicate nell’area urbana di Milano, per i quali la raccolta è quasi raddoppiata da 9,7 a 18 milioni di euro nei 9 mesi. Il successo del crowdfunding immobiliare è dovuto anche alla possibilità che offre a banche e altri finanziatori dei gruppi immobiliari di ridurre la propria esposizione e quindi il fabbisogno di capitale.
L’altra categoria in forte ascesa è quella dei veicoli di investimento, praticamente dei fondi che a loro volta investono in aziende innovative, i quali hanno quasi quadruplicato la raccolta, da 3,3 a 13 milioni di euro, distribuiti su 8 veicoli (dei quali la sola e-Novia ha raccolto 7,65 milioni, si veda altro articolo di BeBeez), dai quattro che erano nel 2019. “Il quadro economico più difficile e incerto tende a ridurre la propensione al rischio degli investitori, ai quali questi veicoli offrono l’opportunità di una maggiore diversificazione”, ha spiegato Allegreni.
La tendenza alla diversificazione si manifesta anche tra gli intermediari, cioè le piattaforme. Oggi sono 15, ma sette di queste (meno della metà quindi) rappresentano il 96% della raccolta 2020 (con CrowdfundMe che ha aumentato i volumi del 144%, stando a quanto dichiarato sempre nel corso del panel della MF Digital Week dal fondatore e ad Tommaso Baldissera Pacchetti. Ciò anche perché diverse di esse sono nate di recente e soprattutto si rivolgono a particolari tipologie sia di investimenti sia di investitori.
Un esempio è Ecomill, fondata da Chiara Candelise, dedicata al finanziamento di progetti nel campo delle energie rinnovabili. “L’intento è fornire opportunità di investimento meno rischiose e dal rendimento meno incerto”, ha detto la fondatrice, la quale vede una buona opportunità di sviluppo nell’avvento delle Comunità Energetiche Tecniche, in sostanza dei gruppi locali di acquisto di energia, in grado di fornire ai produttori dei bacini stabili di domanda. Un altro esempio è Lita.co, piattaforma specializzata sull’impact investing, cioè il finanziamento di iniziative a sfondo sociale e/o votate alla sostenibilità ambientale, due fattori sempre più importanti nella defiizione delle strategie di investimento anche dei più grandi asset manager.
Diverso infine il caso di Doorway, sostanzialmente una piattaforma di club deal, visto che per ogni campagna crea un veicolo separato ed è un sistema chiuso dove per aderire alle campagne occorre essere ammessi previo un esame del proprio profilo di investitore. “Ciò anche per migliorare il controllo dell’andamento dell’azienda da parte degli investitori”, ha sottolineato Antonella Grassigli, ceo e co-founder di Doorway.
di Giuliano Castagneto