Le assemblee dei soci di Banca Mps e Amco hanno approvato domenica scorsa la scissione parziale a favore di Amco del portafoglio di 8,1 miliardi di euro di crediti deteriorati del progetto Hydra, più attività fiscali (DTA), attività, debito finanziario, altre passività e patrimonio netto (si vedano qui il comunicato stampa della banca e qui quello di Amco). Contestualmente, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e gli azionisti di minoranza di Mps riceveranno azioni di Amco di categoria B a fronte dall’annullamento di azioni ordinarie della banca, in applicazione del rapporto di cambio della scissione.
Si tratta di un ulteriore passo verso il completamento dell’operazione, che si prevede acquisisca efficacia il 1° dicembre. Inoltre, la cessione dei crediti deteriorati è cruciale perché il Ministero del Tesoro possa poi trovare un compratore per la banca, che il Tesoro controlla al 68,274% dal 2017, a valle dell’operazione di salvataggio dell’istituto (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel settembre scorso la Bce ha approvato definitivamente l’operazione (si veda altro articolo di BeBeez), confermando così la “draft decision” ricevuta dalla banca lo scorso 27 agosto (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era già stata giudicata lo scorso maggio “in linea con le condizioni di mercato” da parte della Direzione generale della concorrenza della Commissione europea (si veda altro articolo di BeBeez) e si attendeva quindi anche l’autorizzazione definitiva della Bce.
In occasione della semestrale, Mps aveva comunicato che l’operazione avrà un impatto negativo sui ratio patrimoniali del gruppo. In particolare, si calcola un impatto nell’ordine dei 130-140 punti base sul Common Equity Tier 1 Ratio (transitional) che a fine giugno si è attestato a 13,4% (rispetto al 14,7% di fine 2019) e che quindi sarà necessario un qualche intervento sul capitale. E infatti ricordiamo che l’autorizzazione della Bce è soggetta a 4 condizioni:
- l’emissione, a condizioni di mercato, di strumenti subordinati per almeno 250 milioni di euro, ammissibili per l’inclusione nel patrimonio di base di classe 2 (Tier 2) per l’intero importo nominale;
- vigenza di un decreto legge/decreto legislativo alla data della cessione che accantoni i fondi pubblici necessari alla sottoscrizione di strumenti di capitale emessi a condizioni di mercato da qualsiasi società pubblica italiana (fermo restando che gli strumenti di capitale includono gli strumenti subordinati ammissibili come Tier 1 aggiuntivo e il Tier 2 e che la banca sia ammissibile alla ricapitalizzazione); la legge inoltre deve consentire al MISE di sottoscrivere, nei limiti dei fondi pubblici accantonati, fino al 70% dell’importo degli strumenti di capitale emessi per ripristinare il rispetto da parte della banca dei requisiti patrimoniali complessivi ad esso applicabili, fermo restando che almeno il 30% del relativo importo deve essere sottoscritto da investitori privati;
- Mps fornisca alla Bce prima della scissione almeno 3 comfort letter di diverse banche di investimento che confermano che Mps sia in grado di far sottoscrivere almeno il 30% dell’imposto degli strumenti aggiuntici a investitori privati;
- l’approvazione delle modifiche statutarie necessarie alla scissione da parte dell’assemblea straordinaria di Mps (condizione appena soddisfatta).