Perdita netta record di 195 milioni di euro per l’AC Milan nell’esercizio che si. è chiuso al 30 giugno 2020. Lo ha annunciato venerdì scorso la squadra rossonera, a valle del Consiglio di amministrazione (si veda qui il comunicato stampa). Il bilancio verrà portato al voto dell’assemblea il prossimo 28 ottobre.
Si tratta della perdita più alta della storia del Milan, dopo i 145,9 milioni della stagione precedente, i 126 milioni dell’esercizio 2017-2018 e i 73 milioni del 2016-2017. Ma a fronte della perdita monstre, c’è comunque un patrimonio solidissimo, grazie al supporto del fondo azionista Elliott, che controlla il Milan dal luglio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riportato da MF Milano Finanza, infatti, il fondo Usa ha già messo a disposizione i capitali necessari per garantire la tenuta dei conti e le prospettive per l’attuale campionato. Da luglio, infatti, Elliott ha già iniettato nelle casse della società 140 milioni di euro, di cui circa 30 milioni sono arrivati nei giorni scorsi. In totale, quindi, Elliott dal luglio 2018 a oggi ha investito nel Milan circa 650-700 milioni.
Ricordiamo infatti che nel luglio 2018 il precedente proprietario cinese, Yonghong Li, non aveva rimborsato per tempo il fondo Usa che il mese prima aveva anticipato l’ultima tranche da 32 milioni di euro di aumento di capitale che il finanziere cinese si era impegnato a sottoscrivere. Elliott, quindi, allora aveva escusso il pegno sulla lussemburghese Rossoneri Sport Investment Luxembourg sarl, controllante del Milan ed era diventato il nuovo proprietario della squadra(si veda altro articolo di BeBeez), senza dover attendere l’ottobre 2018, quando era in scadenza il debito della squadra di calcio di 303 milioni di euro. Anche in quel caso, se il debito non fosse stato rimborsato, Elliott avrebbe potuto escutere il pegno sulle azioni del Milan e diventarne proprietario (si veda altro articolo di BeBeez)
Al totale di quei 330 milioni di euro di debito, poi convertito in equity, che ha portato il fondo al controllo della squadra di calcio, si sommano poi le varie ricapitalizzazioni di Rossoneri Sport Investment Luxembourg sarl, condotte da Elliott per il tramite della newco Project Redblack sarl, per ripianare a valle le perdite della squadra.
Nel bilancio del Milan, depositato nell’ottobre 2019, già si leggeva infatti che “il socio Rossoneri Sport Investment Luxembourg Sarl ha effettuato nel corso dell’esercizio 2018/19 ricapitalizzazioni per 265,6 milioni di euro”. Inoltre, “si segnala che nel corso dei mesi di luglio, agosto e settembre 2019 l’azionista di maggioranza ha effettuato ulteriori apporti di capitale per complessivi 60 milioni di euro”. Complessivamente, quindi, gli investimenti di Elliott a fine 2019 avevano raggiunto quota 325,5 milioni di euro, oltre alla rinuncia alla conversione del credito di 303 milioni.
Tornando al bilancio 2019-2020, la nota del Milan sottolinea che, “escludendo l’impatto delle circostanze esogene eccezionali, i risultati dell’esercizio approvato possono considerarsi significativamente migliorati e in linea con le aspettative del Club”. Il dato ufficiale sui ricavi non è ancora disponibile, ma si parla di circa 200 milioni di euro, in netto calo dai 241 milioni della stagione precedente.
La nota del Milan prosegue: “Risulta evidente che il forte impatto sul bilancio derivante dallo stato di emergenza sanitaria sia dovuto ai mancati ricavi per la chiusura degli stadi, con conseguente riduzione delle attività commerciali e per i minori introiti dall’ambito retail (Museo, Store, Casa Milan, etc). Inoltre, hanno certamente pesato sul dato contabile i ricavi inferiori registrati per la disputa di un numero considerevolmente ridotto di partite (10 gare del campionato di Serie A 2019/2020 giocate nei mesi di luglio ed agosto 2020), portando a posticipare alla stagione 2020/2021 parte della competenza economica dei diritti tv. Infine, è importante segnalare che il Club, per la passata stagione, ha subito il divieto di partecipare all’Europa League, con un impatto negativo che sarà recuperato nel prossimo esercizio”. Inoltre, “il costante supporto di Elliott, che garantisce la stabilità finanziaria di AC Milan, ha comunque consentito importanti investimenti, i cui effetti inizieranno a essere visibili nel prossimo futuro. Al contempo, è stata avviata un’efficace politica di razionalizzazione dei costi, anche attraverso una rilevante riduzione del monte ingaggi dei giocatori e dei salari del top management”.
Detto questo, aggiunge la nota rossonera, “Covid-19 ha avuto un impatto su quasi tutte le voci di ricavo dei club di calcio: diritti TV (soprattutto per le società maggiori), sponsorizzazioni, eventi e vendite retail. European Club Association (ECA) ha stimato che l’industria calcistica europea perderà circa 4 miliardi di euro a causa del Covid-19 nelle prossime due stagioni, con il 90% di questo impatto che peserà sui club. L’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo ha stimato i danni per il calcio italiano in oltre 500 milioni di euro. Gran parte di queste perdite sono avvertite dai Club più grandi, che, in condizioni normali, registrano i maggiori ricavi negli stadi, la vendita di diritti televisivi più onerosi e la più ampia gamma di attività commerciali (vendita retail, scuole calcio, musei, ecc.)”.
In realtà, basta già sommare le perdite 2019-2020 di Milan, Juve, AC Roma e Lazio per arrivare ben oltre la cifra dei 500 milioni. AC Roma ha comunicato la scorsa settimana i dati preliminari di bilancio al 30 giugno 2020, che a livello consolidato evidenzia una perdita netta stimata in 204 milioni di euro e un patrimonio netto consolidato negativo per 242,5 milioni di euro, in flessione di 115 milioni di euro rispetto al 30 giugno 2019 (si veda qui il comunicato stampa) e non a caso, dopo l’opa di Dan Friedkin, è attesa un’ulteriore ricapitalizzazione (si veda altro articolo di BeBeez). Quanto alle altre due squadre quotate, la Juventus ha annunciato una perdita netta di 89,7 milioni (si veda qui il comunicato stampa) e la Lazio una perdita di 15,9 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Nel luglio scorso si erano rincorse voci di una possibile cessione del Milan a Bernard Arnault, proprietario del colosso del lusso LVMH, con una valutazione di poco meno di un miliardo di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Le stesse voci si erano diffuse a gennaio, ma allora il presidente e ceo di LVMH aveva smentito l’interesse per il club rossonero e Paul Singer, a capo di Elliott, aveva lasciato trapelare che non aveva alcuna intenzione di vendere.
Ricordiamo infine che nel luglio 2019, Eliott aveva incontrato anche il fondo sovrano del Qatar, Qatar Investment Authority (QIA), ma la trattativa per il Milan non era andata in porto: l’offerta da 700-800 milioni di euro per la squadra rossonera era stata stata rifiutata da Elliott (si veda altro articolo di BeBeez). Si era già parlato nei mesi precedenti di contatti tra il Qatar e il Milan, ma Elliott aveva precisato di avere un progetto a lungo termine per la squadra.
In realtà è ragionevole pensare che il patron di Elliott, Paul Singer, possa riprendere a lavorare sulla cessione della squadra una volta ottenuto il via libera definitivo del Comune di Milano alla costruzione del nuovo stadio nell’area di San Siro dove ora sorge il vecchio stadio, che vedrà coinvolta anche l’Inter. Un via libera che potrebbe far aumentare in maniera importante la valutazione della squadra rossonera. Ricordiamo, infatti, che il progetto prevede, oltre allo stadio, anche la realizzazione di un hotel di lusso, residenze e un centro commerciale. Il piano per lo stadio prevede inoltre la creazione di due newco (StadCo e RealCo) che avranno rispettivamente la funzione di realizzare l’impianto sportivo e gli altri interventi di natura immobiliare (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul tema è tornato di recente il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che, in un suo intervento a una trasmissione tv, ha detto: “C’è in corso una lunghissima discussione con le squadre, che si basa sul fatto che noi, come amministrazione, non possiamo ostacolare l’idea di costruire un nuovo stadio. Se le squadre, esprimendo la volontà di costruire uno stadio, dovessero andare da un’altra parte, noi rimarremmo con il cerino in mano, con un San Siro vuoto e con le ragnatele. Stiamo discutendo da tempo, sapendo che ci sono dei paletti importanti, a partire dal futuro di quell’area” (si veda qui Calcio e finanza).