Conversazione con il Direttore Luigi Biondo
Palermo capitale arabo-normanna, recente città della cultura, simbolo del Mediterraneo e della stratificazione delle civiltà, cerca nel presente il preludio al futuro. Avviene a Palazzo Belmonte RISO, a due passi dalla Cattedrale sotto la direzione di Luigi Biondo, architetto trapanese, impegnato da anni nella valorizzazione del patrimonio storico – abbiamo visitato la Chiesa del Collegio su Corso Vittorio Emanuele a Trapani, restaurata di recente – capace di raccontarlo in modo nuovo, attento alle suggestioni della modernità.
E’ stato il nostro Virgilio nel polo relativamente nuovo del contemporaneo a Palermo, all’interno di Palazzo Belmonte RISO, con un bel cortile e un giardino che si presta a iniziative di ampio respiro.
Il Palazzo RISO è il nome di richiamo fuori dalla Sicilia. Il progetto è più ampio.
“Il Museo regionale di arte moderna e contemporanea di Palermo – ci ha raccontato – è un polo costituito da 5 siti: palazzo Belmonte RISO, l’Albergo delle Povere, la Loggetta dell’Incoronazione a Palermo, il Museo di Palazzo D’Aumale a Terrasini ed il Castello di Caccamo.”
Il tuo arrivo a Palermo è avvenuto dopo un percorso importante e articolato sul territorio. Ti ricordo al Museo Interdisciplinare Regionale Agostino Pepoli di Trapani, conosciuto come il museo del corallo, ma anche a Mazzara del Vallo dove hai fatto una grande opera di valorizzazione anche in termini multimediali rispetto al Satiro danzante. Cosa di porti del passato?
“Dalle passate esperienze di vita e di lavoro ho portato con me una pesante valigia della memoria dalla quale tirare fuori la voglia di costruire una nuova grande “casa dell’arte”. Luoghi pubblici che non appartengono al Direttore ma a tutti, fruibili a quante più persone possibili che devono provare il piacere di sentirsi a casa, in un posto gradevole dove vivere momenti sereni, esperienze uniche e dove tornare spesso. Luoghi dell’arte intesi come enormi caleidoscopi fatti di colori, suoni e sensazioni che devono permetterci di vivere meglio ed in armonia, luoghi da vivere quotidianamente, strutture che elevino il nostro benessere. Il coinvolgimento di privati, di singoli cittadini, di famiglie o di strati sociali apparentemente distanti dal mondo dei beni culturali può rendere immediato e “normale” il contatto con i musei, le aree archeologiche o i siti di interesse paesaggistico. Mi piacerebbe che le nuove frontiere del fitness e del wellness passassero da lì. Il Museo di Palazzo RISO ha una storia recente ma gloriosa, con un’identità forte conquistata negli anni e con traguardi eccellenti. Un sito culturale che ha attraversato momenti di difficoltà e che ha bisogno di ricollocarsi su standard ancora più elevati, per rafforzare e comunicare la sua forza propulsiva.”
Quali le direttive o le direttrici da seguire?
“Le strade da percorrere potrebbero portarci verso l’attenzione all’ecologia e alla produzione artistica che ricicla materiali inquinanti, così come verso la produzione, spesso sconosciuta, delle province siciliane che a torto releghiamo a livelli distanti. Il museo potrebbe essere hub di riferimento per giovani artisti, tecniche e tendenze da sviluppare. Un impegno forte è stato posto e continuerà a esserci nei confronti della formazione di adulti e di giovani. L’arte moderna e contemporanea è ancora troppo lontana dalla percezione di “bello quotidiano” e l’impegno dei giovani, in questa direzione, cosi come il coinvolgimento di artisti e curatori internazionali di primo piano, può favorire l’incontro fra memoria e modernità. Altra priorità il recupero di spazi esterni ai musei e l’adeguamento alle norme anti Covid che hanno permesso di offrire nei pomeriggi e nelle sere di agosto, settembre ed ottobre spettacoli di teatro, musica e cinema per conservare l’amore e l’attenzione per i nostri siti.”
E’ stata inaugurata di recente una mostra ambiziosa soprattutto nel significato. Ce la racconti, anche se l’arte va soprattutto vista?
“Punta di diamante dell’offerta del 2020 è l’evento Luce da Luce che esplora il rapporto con la luce nell’arte e nei culti, sia che esso corra sullo sfondo brunito di un’icona, sia che si incastri in piccole nervature elettriche, vesta stracci carichi di storia, tanto che il titolo è anche in greco antico e in arabo, a testimonianza della Sicilia epicentro del Mediterraneo. La luce diventa elemento comune, semplice, immediato; immerso nella storia o vibrante di contemporaneità, è il senso stesso del Sacro e della spiritualità. Il nuovo progetto che ha preso vita al RISO, fra dibattiti, tavole rotonde, concerti e teatro, sul tema del rapporto fra il sufismo e l’esicasmo, tra la Cristianità d’Oriente e la parte più profonda e mistica dell’Islam e tre mostre visitabili fino al 29 novembre. L’iniziativa, su impulso dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana, guidato da Alberto Samonà si declina su direttrici diverse che camminano parallele ma autonome, pur analizzando lo stesso rapporto da più angolazioni differenti, legate comunque all’esperienza estetica, ma anche ai linguaggi del contemporaneo.”
Chi sono i protagonisti dell’esposizione?
“In realtà si tratta di un dialogo diretto tra la luminosa non-luce, carica di valenze mnemoniche che diventano ombre, spettri, simboli forti in Christian Boltansk, noto artista ucraino di rilievo internazionale; e i campi elettrici dell’israeliano Shay Frisch con la loro carica energetica, le forme evocative e le declinazioni concettuali derivanti dal suo linguaggio archetipale. Luce come energia pura, flusso unico di memoria che accoglie significati dalle tenebre. Arte e dimensione religiosa non sono lontane, ambedue si interrogano sulla realtà. Se Boltanski amplifica – nella riflessione tramite le opere della collezione permanente di RISO – il valore emblematico degli oggetti, Frisch piega l’iconografia traendone un nuovo significato. L’elemento decorativo diventa, per tutti e due gli artisti, inutile, amorfo, da riscrivere.
Nello spazio satellite del Museo, la normanna Cappella dell’Incoronata, la personale di Laura Panno, fotografa e scultrice, ha reso opere friabili gli sguardi e le prospettive. I suoi occhi/lacrime in vetro, elaborati nelle fornaci di Murano, sono potenti, algidi, imperiosi e segnano lo spazio della sala.”
Il RISO si presenta come uno spazio unico anche se articolato, a cominciare dalla collezione permanente in fieri che abbiamo avuto modo di visitare, così troviamo la trapanese Carla Accardi e molti artisti siciliani, accanto ad esempio ad un’installazione importante dell’egiziano Medhat Shafik che si divide tra Milano e la pianura padana a ribadire la cifra squisitamente mediterranea e inclusiva della terra siciliana.
Quali sono le altre iniziative in corso
“Tema comune anche per gli spettacoli con Anna Redi impegnata ne “La conferenza degli uccelli” dal poema di Farid Uddin Attar e i concerti: Dargah, musica e canti Sufi di Tito Rinesi, Sviêta ot Sviêta con il Coro Svete Tikhij diretto da Irina Nedoshivkina Nicotra e la narrazione di Maria Giuliana Rizzuto.
Sotto il comune titolo di “Teofania della bellezza” sono inoltre esposte opere calligrafiche e iconiche di Rachid Koraïchi e Vasileios Koutsouras, espressioni differenti di scrittura come ponte di passaggio verso il divino; l’installazione video Luce da luce – Luce su luce e l’installazione fotografica La Cattolica di Stilo (Calabria); infine hanno portato in mostra importanti opere delle culture bizantina e islamica: il Codex Purpureus Rossanensis del secolo VI (che verrà esposto nella sua edizione facsimilare), una Silloge di preghiere islamiche (XIX – XX secolo); un antico Corano (XVIII secolo) e una Platea greco-araba (XII secolo), custoditi alla Biblioteca regionale Bombace di Palermo.”
Chi è Luigi Biondo
Si racconta come un narratore di storie, affascinato dalla memoria dei luoghi e dalla cultura orale, così proviamo anche noi a raccontarlo, quale persona aperta e curiosa che ama aprire orizzonti; impegnato in una progettualità di lungo periodo, rifugge spesso il mordi e fuggi degli eventi ‘drena-consenso’. Inizia la sua carriera da libero professionista e poi nell’ambito dei Beni culturali dal 1990 dove l’impegno principale è stato rivolto al restauro inteso sempre come cantiere aperto e strumento per la conoscenza e la fruizione. Da quando la Regione Siciliana ha intrapreso il cammino delle rotazioni delle postazioni dirigenziali, per favorire la trasparenza amministrativa, cambia incarico ad ogni turno spostandosi dalla Soprintendenza di Trapani al Parco archeologico di Pantelleria, dal Museo Agostino Pepoli di Trapani al Parco archeologico di Segesta, dal Polo museale di Trapani alla Soprintendenza di Agrigento. Non è mai semplice vivere in viaggio perché viene condizionata la vita privata, che Luigi cura con affetto e dedizione, pur consapevole dell’inevitabile centrale della dinamicità per crescere. Progettista e curatore di numerosi eventi, mostre, istallazioni artistiche, performance; autore di filmati e scritti rivolti al restauro per valorizzazione dei beni culturali; Docente in corsi universitari e professionali, correlatore di tesi di laurea presso numerosi atenei italiani.
A cura di Ilaria Guidantoni