AIFI (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt) entra nel dibattito sul Fondo Patrimonio Rilancio, cioé il fondo da 44 miliardi di euro varato dal Decreto Rilancio lo scorso maggio e che sarà gestito da Cassa Depositi e Prestiti con l’obiettivo di ricapitalizzare le medie e grandi imprese italiane, in difficoltà per colpa dell’emergenza Covid-19 (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Consiglio di AIFI ha infatti lanciato nei giorni scorsi la proposta del lancio di un fondo di fondi a capitale prevalentemente pubblico per rilanciare le pmi italiane (si veda qui il comunicato stampa). “Il fondo di fondi sarà un nuovo soggetto temporaneo e a capitale prevalentemente pubblico, che aiuterà il sistema ad assorbire l’eccesso di indebitamento favorendone la ricapitalizzazione. Questo potrebbe essere avviato attraverso il Patrimonio Rilancio del MEF, che è proprio indirizzato alla ricapitalizzazione delle imprese”, ha spiegato il presidente di Aifi Innocenzo Cipolletta.
Per accedere a una platea larga di pmi, dice però AIFI, sarebbe però necessario rivedere il dispositivo di legge che limita l’impegno a imprese con un fatturato superiore a 50 milioni e rendere possibile una soglia più bassa (30 milioni) per gli investimenti indiretti, come sono quelli di un fondo di fondi. Il Consiglio di AIFI inoltre ha sollecitato che una parte di questo veicolo sia riservato al segmento del turnaround, con l’obiettivo di rafforzare e dare spessore agli operatori specializzati che già vi operano consentendo, nel contempo, anche l’avvio di nuovi gestori.
Come già segnalato dall’Insight View di BeBeez dello scorso 26 ottobre (disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium, scopri qui come abbonarti a soli 20 euro al mese), un punto cruciale per il mercato è capire in che termini Cdp coinvolgerà gli attori del private capital. Perché la norma lo prevede. Nel testo del Decreto, infatti, si legge che “Le disponibilità liquide del Patrimonio Destinato così costituite sono gestite dalla Cdp spa assicurando il massimo coinvolgimento anche delle società di gestione del risparmio italiane per evitare ogni possibile effetto di spiazzamento del settore del private capital“. Una frase, quindi, che lascia spazio a moltissime ipotesi di collaborazione con i privati, che sono ancora tutte da declinare e, per capire esattamente, come ci vuole il decreto attuativo. Che al momento non è ancora arrivato. Intanto, sempre come spiegato nell’Insight View di BeBeez, il mercato, già prima della proposta formale di AIFI, si è già mosso sottoponendo al Ministero dello Sviluppo Economico e a Cdp una serie di proposte, che nella sostanza vedrebbero Cdp ancor investor di una serie di nuovi fondi dedicati al restructuring.