Internal Memories | External Memories, un libro doppio in forma di diario. Doppio libro d’artista di Carolina Sandretto dedicato al tempo, la memoria e le eredità personali, appena uscito, in edizione limitata di 199 copie edita con Stampa Fonte Grafica Milano (per ora reperibile nella libreria di Corso Como 10 a Milano e da Armani Libri; da Camera a Torino e sul sito dell’artista www.carolinasandretto.com).
A marzo 2020, Carolina Sandretto ha passato il primo lockdown da sola nella sua casa di famiglia in Toscana, circondata da oggetti del passato, legati alle donne della sua vita: le sue due amatissime nonne, e sua madre, che in quel periodo era lontana. Un effetto prezioso nella cura e nella stampa che nello stesso tempo ha il sapore di un diario, quaderno a spirale tenuti insieme da un elastico: all’interno le immagini suggeriscono un’atmosfera d’antan, sospesa come i giorni del confinamento, la concentrazione sui particolari, sul valore degli oggetti e un montaggio raffinato di gusto molto contemporaneo. La forma restituisce pienamente l’idea del tempo, di un passato che nutre il presente.
Come nasce l’idea?
“L’occasione è stata il confinamento nella casa di famiglia a Pietrasanta nella quale mi sono trovata per caso, nel senso che sarebbe dovuta essere una tappa prima di raggiungere i miei a Milano ma la chiusura degli spostamenti tra regioni mi ha bloccata in un’assoluta solitudine. A dire il vero però l’esigenza di concentrarmi su un profilo più personale, cominciando dalla storia della mia famiglia per restituire la mia visione del mondo, era in essere da tempo, dopo un lungo peregrinare e una stagione di viaggi e libri che parlavano di un altrove. A dire il vero quando ero più giovane avevo già tentato delle sperimentazioni in tal senso, fotografando gli oggetti appartenuti alle nonne, ma non mi avevano portata molto lontana.”
Cos’è accaduto a marzo?
“Ho occupato la stanza degli ospiti della casa di mia mamma dove sono stati raccolti oggetti provenienti da case diverse, e da sola con i fantasmi buoni delle persone evocate dagli oggetti, che mi hanno tenuto compagnia durante i mesi del confinamento, ho cercato di riannodare i fili del tempo e della mia famiglia per finire con me stessa. In effetti questo lavoro è anche una riflessione sul tempo.”
Da dove hai cominciato?
“Il primo scatto che apre il quaderno Internal Memories è dedicato alla cucina, forse il retaggio di una donna italiana, quando pensa e guarda la propria famiglia: uno scorcio del tavolo di marmo con oggetti quotidiani e un fiore secco. Ho lavorato su oggetti ed elementi di arredo con doppia esposizione per poi passare a guardare fuori dalla finestra. E’ nato così il secondo quaderno, External Memories, la vista del Duomo di Pietrasanta e del campanile, un simbolo universale del centro della città italiana. Così per darmi una disciplina alla stessa ora tutti i giorni salivo sul terrazzo e fotografavo il medesimo scorcio. I giorni passavano e il tempo incideva l’immagine con una luce diversa sulla quale sono intervenuta con doppie esposizioni che permettessero al cielo di animarsi. Facevo correre le nuvole e in questo modo ho sperimentato la ‘contraddizione’ del tempo tra l’istante perfetto, evocato da Henri Cartier-Bresson e l’idea che la fotografia, fissi e consacri all’eterno l’attimo e il mio intervento di fotografa sul tempo, il vissuto che si dilata, che incide e cambia il reale.”
A cosa risponde la scelta della Polaroid?
“Lavoro con il negativo e in effetti la Polaroid è stata l’espressione dell’adattabilità creativa ai tempi difficili: era il solo modo per sviluppare la pellicola da sola, così come la rilegatura dei quaderni con la spirale, gli unici materiali che ero riuscita a reperire, rifugiandomi in un’autarchia produttiva non potendo raggiungere gli artigiani con i quali lavoro.”
Come stai vivendo questo secondo confinamento allentato?
“Sto realizzando un progetto con l’impiego del banco ottico su carta pergamena, allestito nel bagno di casa, ma è ancora troppo presto per raccontarlo”.
Un viaggio a chilometro zero che speriamo di raccontare presto.
a cura di Ilaria Guidantoni