“Con riferimento alle indiscrezioni di stampa emerse in merito al possibile interesse di OVS alla procedura di gara relativa all’amministrazione straordinaria di Stefanel spa, si precisa che è stata presentata un’offerta vincolante volta all’acquisizione di alcuni asset della suddetta società tra cui in particolare il brand storico dell’azienda. In considerazione dell’entità di tale offerta, i mezzi finanziari necessari risultano essere ampiamente nelle disponibilità correnti del gruppo”. Lo si legge nel comunicato stampa relativo ai conti dei nove mesi diffuso ieri dal gruppo OVS quotato a Piazza Affari.
Del possibile interessamento di OVS al dossier Stefanel si era iniziato a parlare la scorsa primavera, dopo le dichiarazioni di Gianni Tamburi a La Repubblica circa il possibile supporto che Tamburi Investments Partners (TIP) era pronto a dare al management di OVS in una sua prossima campagna di m&a. “Come azionisti di OVS, siamo pronti a sostenere il management per fare nuove acquisizioni di tutte quelle insegne che di fronte alla crisi preferiscano passare la mano e assicurare i posti di lavoro”, aveva detto Tamburi, fondatore di TIP, che è il maggiore azionista di OVS. TIP detiene infatti una quota del 22,7% di OVS, dopo aver rilevato dal gruppo Coin il 17,835% del capitale di OVS nel marzo 2019, a 1,85 euro per azione, per 74,9 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto al finanziamento della possibile acquisizione, oltre alle disponibilità correnti, OVS potrà contare sugli introiti del nuovo aumento di capitale sino a un massimo di 80 milioni, deliberato ieri dall’assemblea straordinaria da eseguirsi entro e non oltre il 31 luglio 2021. L’aumento di capitale era stato annunciato lo scorso 13 novembre. Nel comunicato stampa diffuso allora si leggeva che: “In considerazione dei recenti sviluppi del mercato in cui il gruppo opera, mercato che rimane comunque molto sfidante, si sta concretizzando, in particolare negli ultimi due mesi, un’accelerazione delle opportunità di aggregazione e di acquisizione. A tal fine, il consiglio di amministrazione ha deciso di mettere la società ancor più in condizioni di cogliere le migliori opportunità di consolidamento del settore e ha deliberato di convocare l’assemblea dei soci per sottoporre una proposta di aumento di capitale in opzione fino a 80 milioni di euro. Il principale azionista TIP – Tamburi Investment Partners spa e l’amministratore delegato Stefano Beraldo, già azionista di OVS, hanno comunicato l’intenzione di esercitare integralmente i rispettivi diritti di opzione e di sottoscrivere le porzioni di rispettiva competenza”. OVS nella sua nota aveva tenuto a sottolineare che “OVS dispone di risorse finanziarie che da sole consentirebbero di poter cogliere alcune opportunità di aggregazione che si ritenesse di perseguire. L’assorbimento di liquidità causato dalle mancate vendite che hanno caratterizzato il primo periodo di lock-down è stato infatti ben compensato da pronte attività di contenimento costi, dalla tempestiva rimodulazione e cancellazione ordini, da accordi strategici con i fornitori e, cosa più importante, da un eccellente andamento del fatturato nel terzo trimestre. Il senso dell’operazione proposta è pertanto quello di poter cogliere tutte le migliori opportunità di crescita dimensionale a prescindere dai vincoli tipici delle fonti di finanziamento bancarie. Al tempo stesso si rafforzerà sensibilmente la struttura patrimoniale e finanziaria”.
Raffaele Cappiello, commissario straordinario di Stefanel, lo scorso 13 novembre aveva pubblicato un nuovo invito a manifestare interesse per gli asset della società entro il 20 novembre (si veda altro articolo di BeBeez). La nuova gara per Stefanel seguiva il fallimento della prima, in quanto le due offerte vincolanti che erano arrivate per la società erano “risultate non conformi ai requisiti previsti nel disciplinare ed inidonee a soddisfare gli obiettivi perseguiti dall’amministrazione straordinaria e dunque non si è proceduto all’aggiudicazione della procedura competitiva finalizzata alla vendita del compendio aziendale Stefanel” (si veda altro articolo di BeBeez). In particolare, secondo quanto riferito allora in una nota della Cgil, un’offerta era risultata non congrua, l’altra si era dimostrata priva delle garanzie finanziarie necessarie per ottenere l’assegnazione.
Come nel caso della prima asta, le manifestazioni di interesse riguardavano l’intero compendio aziendale Stefanel, composto da due distinte business unit, oggetto anche di vendita separata. Da un lato, la Business Unit Stefanel, composta dal marchio Stefanel, dall’immobile di proprietà a Ponte di Piave (Treviso) dove viene esercitata attività di carattere amministrativo, tecnico/organizzativo e commerciale, dalla rete di vendita dei negozi locati in Italia ed eventualmente da partecipazioni in società controllate estere; dall’altro lato la Business Unit Interfashion, costituita dalla Interfashion spa, che produce e distribuisce capi di abbigliamento a marchio HIGH (posseduto dalla controllata lussemburghese HI – INT sa, inclusa nel perimetro della Business Unit).
Il commissario straordinario di Stefanel il 16 gennaio 2020 aveva presentato al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) un piano di rilancio per la società, che prevedeva necessariamente l’ingresso di nuovi investitori (si veda altro articolo di BeBeez). La società era stata ammessa il 12 settembre 2019 all’amministrazione straordinaria dal Tribunale di Venezia (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo aveva avviato l’iter per richiedere l’amministrazione straordinaria nel giugno 2019, dopo la presa d’atto “della mancata definizione di un accordo con i propri stakeholders, dell’attuale assenza di altri interlocutori interessati a supportare la società nella formalizzazione dell’ipotizzata proposta concordataria e dell’impercorribilità di ipotesi autonome di rafforzamento patrimoniale e ristrutturazione dell’indebitamento complessivo” (si veda altro articolo di BeBeez). Il marchio di abbigliamento aveva presentato domanda di concordato preventivo al Tribunale di Treviso il 14 dicembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
Stefanel era finita in crisi già nel 2016 e nel settembre 2017 i due fondi Oxy Capital e Attestor Capital avevano sottoscritto un aumento di capitale da 10 milioni di euro nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito poi omologato dal Tribunale di Treviso nell’ottobre 2017. A valle di quell’aumento di capitale, Attestor e Oxy, tramite il veicolo River Tre srl, avevano acquisito il 71% del capitale, con Giuseppe Stefanel che aveva mantenuto una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez). Il loro piano di rilancio si era però scontrato con un contesto generale di calo degli acquisti di abbigliamento e con la crescita dell’e-commerce.
Alla fine dello scorso luglio il gruppo aveva un debito finanziario netto di 96,5 milioni di euro, in aumento dai 94 milioni di fine dicembre 2019 (si veda qui il comunicato stampa).