Il gruppo belga Vandewiele ha siglato a fine 2020 l’acquisizione di Savio Macchine Tessili, azienda leader mondiale nella produzione e commercializzazione di macchine e sistemi di controllo qualità nell’industria tessile, controllata dal 2011 da Alpha Private Equity, guidato dal managing partner Edoardo Lanzavecchia (si veda qui il comunicato stampa). Alpha Private Equity è stata assistita nell’operazione da Rothschild, Pedersoli Studio Legale e Deloitte. Cassiopea ha assistito Vandewiele.
L’asta aveva richiamato l’interesse di vari gruppi industriali, come Toyota, Rieter, Rifa e la cinese Jingway Textile Machinery, oltre che di Vandewiele. Alla fine erano rimaste in lizza soltanto Rieter e Vandewiele.
Totalmente controllata dalla famiglia Beauduin e con un fatturato 2019 di circa 370 milioni di euro, Vandewiele è leader internazionale nella progettazione, realizzazione e installazione di macchinari per l’industria tessile.
Savio, fondata nel 1911 da Marcello Savio, con sede a Pordenone, ha sedi operative in Italia, Cina, India, Belgio, Germania e Svizzera e ha chiuso il 2019 con circa 260 milioni di euro di ricavi.
Nel giugno 2017 Savio ha emesso in private placement 85 milioni di euro di bond, che sono stati sottoscritti metà ciascuno dai fondi di direct lending di Hig WhiteHorse e Tikehau Capital. Il prestito obbligazionario ha scadenza 2022 ed era finalizzato a sostenere il percorso di crescita della società e a promuoverne la continua espansione a livello internazionale, in un settore ad alto tasso di innovazione tecnologica (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel 2011 Alpha aveva rilevato il 75% di Savio sulla base di una valutazione del gruppo di circa 300 milioni di euro, compreso il debito di 160 milioni erogato da un pool di banche con Intesa Sanpaolo come capofila (gli altri istituti allora erano stati Banca Popolare Milano, Banco Popolare, Friuladria, Meliorbanca di Bper e Creval) e con Intesa Sanpaolo che è anche azionista di minoranza per una quota vicina al 10%. Quell’anno Savio aveva raggiunto i 460 milioni di euro di ricavi. A inizio 2014, invece, si parlava di una possibile ipo sulla base di una valutazione del gruppo di 6-7 volte l’ebitda, che nel 2013 era stato di 82 milioni a fronte di 370 milioni di ricavi (si veda altro articolo di BeBeez).