Miniriassetto nell’azionariato di Cellularline, società leader italiana e tra i principali operatori europei nel mercato degli accessori per smartphone e tablet quotata sul segmento Star di Borsa Italiana a seguito della business combination con la Spac Crescita nel gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso dicembre, infatti, il fondo di private equity L Catterton Europe ha ceduto in private placement al prezzo di 3,85 euro per azione la sua quota (pari al 10,4%) di Cellularline a First Capital (che ha comprato il 4,6%, salendo così al 5,3%) e al co-ceo Christian Aleotti (salito all’8,55% diventando primo azionista) e al presidente Antonio Luigi Tazartes (ora all’1,5%). Fra i soci rilevanti dell’azienda rientrano anche Intesa Sanpaolo con il 4,79%, Dea Capital con il 4,33%, Stefano Aleotti con il 4,06% e Palladio Holding con il 3,23% (si veda qui il comunicato stampa di First Capital).
Vincenzo Polidoro, amministratore delegato di First Capital ha dichiarato: “L’investimento in Cellularline è stato finalizzato con la convinzione che la società, nonostante gli effetti del COVID-19 sulle performance 2020, abbia un piano di crescita credibile e concreto, un modello di business con elevata flessibilità operativa ed elevata generazione di flussi di cassa. Nel lungo termine Cellularline punta a rafforzare il proprio posizionamento competitivo sui mercati esteri, anche mediante M&A, continuando a prestare particolare attenzione all’ampiezza della gamma di prodotti offerti e alla qualità e all’innovazione degli stessi”.
L Capital (diventato poi L Catterton a seguito della fusione con Catterton a inizio 2016, si veda altro articolo di BeBeez), affiancato da DVR Capital, aveva comprato il controllo di Cellularline nel luglio 2013 per 180 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), compresi 90 milioni di debito senior, dalle famiglie Foglio e Aleotti, che erano rimaste in minoranza nel capitale. L’operazione era stata condotta allora sulla base di un fatturato 2012 di 115 milioni, con un ebitda di 29 milioni e su un target di fatturato per il 2013 di 140 milioni.
Successivamente, nel 2014, nel capitale di Cellularline era entrata anche Motion Equity Partners. Cellular Line si è poi quotata in Borsa come detto nel gennaio 2018 on la Spac Crescita (si veda altro articolo di BeBeez). A valle della business combination, il capitale di Cellular Italia faceva capo per il 13% ai fondi, per il 15% ai fondatori e per circa il 9% ai manager. Al gruppo Cellular, ai fini del concambio per la business combination, era stato attribuito un enterprise value di 244,4 milioni, corrispondente a un multiplo di 6,3 volte l’ebitda 2016 rettificato,
Cellularline ha chiuso i primi nove mesi 2020 con ricavi per 70,74 milioni, in flessione del 24,1% in seguito al Covid-19. L’ebitda rettificato è sceso da 19 milioni a 7,79 milioni. Il risultato netto rettificato è stato positivo per 2,72 milioni rispetto ai 12,8 contabilizzati nei primi nove mesi del 2019. A fine settembre 2020 l’indebitamento netto era salito a 56,6 milioni, più che raddoppiato rispetto ai 24,6 milioni del 31 dicembre 2019, in seguito alla stagionalità del business e all’operazione di acquisizione di Worldconnect.
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