Bronx 80146 Nuova squadra catturandi, insieme a Dillo al mare, esordio nel lungometraggio di Riccardo Avitabile, sceneggiato da Rico Torino, con la volontà di voler omaggiare la Polizia di Stato. Interpretato da Christian Maglione, Antonia Romano e dallo stesso Rico Torino e prodotto da Alberto De Venezia e da Paola Anastasi per Ipnotica, è un progetto a sfondo sociale, che dà spazio a ragazzi presi dalla strada. Della durata di 65 minuti, il film è girato tra le strade di Napoli, racconta il quartiere periferico situato nel cuore di San Giovanni a Teduccio, chiamato Bronx per le sue caratteristiche sociali che da sempre affliggono la popolazione residente. Una camorra ben radicata si muove indisturbata. A pochi isolati, in un piccolo comando di Polizia, un gruppo di agenti lavorano imperterriti con l’intento di demolire definitivamente l’intera organizzazione criminale che da anni è presente sul territorio. Il clan subirà uno squilibrio interno dovuto ad una tentata scissione da parte di giovani fedelissimi troppo ambiziosi, e a causa di una serie di passi falsi, l’intera l’organizzazione perderà il controllo, e farà l’errore di fidarsi di un ragazzino cresciuto nel quartiere, che trascinerà tutti in una trappola. Ben girato, riesce a unire la credibilità di un documentario alla vena narrativa del film, dove c’è spazio per una storia d’amore e il sogno di ‘vendetta bianca’ di un ragazzino figlio di un uomo assassinato. Con un buon ritmo, toni cupi, rap napoletano ben dosato, apre delle vie di fuga, come la storia d’amore impossibile tra un Romeo e Giulietta ai tempi della Camorra – il regista è abile nel non lasciar trapelare troppo se il ragazzo agisce con una mira oppure no o si innamora davvero – e lo spettatore è caldamente invitato a sognare. I momenti intimi sono girati in una Napoli struggente e romantica inondata di luce. Così si apre quasi in una quinta teatrale il monologo rivolto al pubblico di un ragazzino che lavora in macelleria e vede una famiglia senza il diritto di sognare dopo la morte del padre, così come la danza classica per la sorella più grande che probabilmente non potrà mai entrare al Teatro San Carlo. Nel doppio piano del pensiero del ragazzino, della sua vita nella macelleria, dell’infatuazione per la bella commessa del negozio, c’è un tono pop, in qualche modo surreale che fa da contraltare alla famiglia camorrista dove emerge il potere femminile tutt’altro che secondario. Si fronteggiano la miseria, l’assenza di prospettive per i giovani e l’incombere delle famiglie di coloro che non avranno scelta: seguire le orme della malavita o venir eliminati dagli stessi familiari. Famiglie oneste e fragili contro famiglie piovra che ingoiano come buchi neri chiunque si avvicini, avversate non dallo Stato ma da uomini di Stato. Eroi del quotidiano, senza medaglie, senza premi che hanno solo scelto di stare dalla parte giusta.
a cura di Ilaria Guidantoni
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