Io credo, Teresa, che la storia dell’uomo sia stata scissione. L’uomo è portato per sua natura, per divina maledizione, a dividersi. E quando aveva in sé, insieme, la teogonia e la terra, l’uomo ha voluto scegliere. Il Dio Sole, gli astri, i sogni, la necromanzia: era questa la preistoria scaramantica, fatta d’intuizione e forze libere occulte, trascendenti e ultronee.
Poi l’uomo volse il suo sguardo in basso, comprese di essere anch’egli materia, come le pietre, gli alberi, l’acqua. Comprese se stesso nella dimensione fisica. E dunque quale forza lo agiva unicamente, complessivamente, esclusivamente, se non quella gravitazionale, di massa e massa, peso contro peso, carne in carne? L’energia non si crea e non si distrugge, a questo siamo arrivati, e la scienza ci ha reso dominatori e dominati.
Siamo stati soggiogati dalla legge razionale contro le spinte di Dioniso l’affabulatore: di ciò che eravamo, forse, solo l’arte è rimasta. E ci siamo divisi, nel mondo e dal mondo, in noi stessi e da noi stessi, come se avessimo dovuto inesorabilmente scegliere tra due verità quale fosse menzogna. Tu non credi, Teresa, che l’uomo sia più di ciò che ha scelto di essere? Tu non credi che sia un Dio o una creatura di Dio, dotata di un oltre? Non è facile spingersi al di là della rassicurazione di un confine.
Non è facile per niente, è come perdere una consolidata abitudine, una decisione ormai presa, una comoda rinuncia. Ma io credo questo: che la storia della razionalità, dalla Grecia a Roma, dall’Umanesimo, dal Rinascimento all’Età dei Lumi e così via, sia stata un errore dettato dalla tirannia della paura, dal tepore matematico di una logica rassicuratrice. E per guadagnare un grado intellettuale di sopravvivenza, abbiamo barattato un pezzo di vita, una conoscenza ben più reale anche se terrificante: quella del pieno orgoglio umano, della nostra completezza insicura ma dotata di potenziale termico e onirico. Perché rifiutare a prescindere la curiosità di un tutto di luci e ombre, che si piega sì all’impossibile, ma a quello soltanto, e non a un possibile scelto, impaurito, tranquillizzante? Tu non senti, Teresa, che qualcosa ci sfugge? Ma a volte comprendo pienamente la paura dell’uomo. Quando chiudendo gli occhi tento di accettare l’alternativa perduta: anche io mi sveglio con gli occhi sgranati, affogato d’antico terrore. E rivivo in me, contro di me, il fulmine lacerante della nostra trincea.
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Bernardo Giusti, nato a Firenze nel 1990, giovane speranza tra i romanzieri italiani ha pubblicato recentemente “Bivium” Edizioni Masso delle Fate. Teresa è nata da poco e Bernardo Giusti ha scelto BeBeez, nelle scorse settimane per condividere l’attesa per la prossima venuta, e adesso la gioia della presenza fisica.
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