Debutto col botto ieri per Intermonte Partners sim sul segmento AIM Italia di Borsa Italiana, che da lunedì si chiamerà Euronext Growth Milan: la holding di controllo di Intermonte sim infatti ha chiuso la seduta in rialzo dell’8,57%, a quota 3,04 euro per azione (si veda qui il comunicato stampa) per una capitalizzazione di 110 milioni di euro. Ma a inizio seduta il titolo è arrivato a segnare un +10,4% a 3,09 euro.
In fase di collocamento, iniziato lo scorso 6 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez), la società ha raccolto 38,5 milioni di euro, essendo stata esercitata l’opzione di over-allotment (Greenshoe). Il flottante è del 38% per una capitalizzazione di mercato, al momento dell’ipo, pari a 101,3 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Ricordiamo che le azioni oggetto di offerta, messe in vendita da più di 60 azionisti-manager di Intermonte, sono rappresentative del 42,8% del capitale al netto delle azioni proprie (includendole la quota è del 38%, appunto pari al flottante).
Guglielmo Manetti, amministratore delegato di Intermonte, ieri ha commentato: “In questi 26 anni di attività sul mercato italiano abbiamo accompagnato tante società a muovere i primi passi verso la quotazione. Sentire suonare oggi la campanella per il nostro approdo sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana è fonte di grande emozione e soddisfazione. Intendiamo cogliere appieno tutte le opportunità che questa quotazione ci offre per crescere ulteriormente sul mercato, valorizzare e ampliare il nostro modello di partnership e attrarre nuovi talenti. L’ipo ci permetterà inoltre di aprirci a nuove opportunità di diversificazione del business anche per linee esterne. L’approdo all’Aim accelererà il nostro sviluppo: si tratta di un’evoluzione importante, che fa leva sulla nostra indipendenza e posizionamento strategico a supporto delle pmi italiane”.
Intermonte aveva presentato Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione su AIM Italia lo scorso 14 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez). La società aveva annunciato lo scorso settembre l’avvio dell’iter di quotazione su Aim Italia, con l’obiettivo di rendere la struttura del capitale più flessibile, valorizzare al meglio il proprio modello di partnership, sostenere l’ulteriore crescita sul mercato anche per linee esterne, in particolare nel segmento dei canali digitali e nell’investment banking, e attrarre nuovi talenti anche tramite azioni e piani di stock option (si veda altro articolo di BeBeez).
Il top management (nelle figure di Guglielmo Manetti, Fabio Pigorini, Andrea Lago, Guido Pardini e Dario Grillo) e i soci fondatori (Alessandro Valeri e Gian Luca Bolengo) hanno sottoscritto un patto parasociale che prevede un lock-up di 36 mesi a partire dalla data di inizio delle negoziazioni, con riferimento a 7,7 milioni di azioni complessivamente conferite nel patto, pari al 24% circa delle azioni in circolazione, al netto delle azioni proprie, rappresentative del 21,3% circa del capitale sociale. Nel processo di quotazione, Intermonte è assistita da Intesa Sanpaolo, tramite la divisione IMI Banca, che agirà in qualità di global coordinator e bookrunner e da BPER Banca in qualità di Nominated Advisor (Nomad). Lo studio legale Gatti Pavesi Bianchi Ludovici è il consulente legale incaricato di seguire l’operazione, mentre BC Communication è l’advisor per la comunicazione.
Intermonte lavora su quattro aree di attività (Investment Banking, Global Markets, Sales & Trading, Digital Division & Advisory) e di recente ha ulteriormente allargato il business ai club deal, grazie alla partnership con QCapital (si veda altro articolo di BeBeez), società che organizza investimenti in private equity da parte di gruppi di singoli investitori, fondata lo scorso aprile da Stefano Miccinelli (presidente, storico co-fondatore di Investitori Associati e poi partner di Bain&Co), Renato Peroni (anch’egli veterano di Investitori Associati e Bain&Co), Massimo Busetti (già senior partner di BCG), Giovanni Pedersoli (partner di Pedersoli Studio Legale) e Francesco Niutta (già partner di Fineurop Soditic, che ha il ruolo di amministratore delegato) (si veda altro articolo di BeBeez). Obiettivo della partnership tra Intermonte e QCapital è applicare al public market lo stesso approccio utilizzato per organizzare club deal di private equity e quindi investire in minoranze di società italiane già quotate oppure in pre-ipo.
Nel primo semestre 2021 Intermonte ha accresciuto i ricavi del 60,8% a 24,2 milioni di euro (dai 15 milioni del primo semestre 2020), mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo ha registrato una crescita del 205,7% a 5,5 milioni (da 1,8 milioni). il tutto con un rapporto costo del lavoro/ricavi stabile al 45% e un rapporto costi/ricavi al 63,3%. Il bilancio 2020, invece, si era chiuso con circa 41 milioni di euro di ricavi, un margine operativo di 21,7 milioni e un utile netto di 9,2 milioni. Quanto ai coefficienti prudenziali CET1 Capital Ratio, Tier 1 Capital Ratio e Total Capital Ratio, a fine 2020 risultavano essere tutti superiori al 26,6%, quindi di gran lunga superiori ai requisiti regolamentari minimi (rispettivamente 4,5%, 6% e 8%). Le cose quest’anno su questo fronte sono comunque migliorate ulteriormente, con il Total Capital Ratio salito al 41,2% al 30 giugno 2021.