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Autore: Domenico Simonetta
Casa editrice: Il Rio
Anno di pubblicazione: 2021
Acquista su AmazonDescrizione prodotto
E’ l’esordio poetico di Domenico Simonetta, un inizio maturo, in tutti i sensi che non segna però il ripiegamento, solo il ricordo con quell’imperfetto che insiste e quel futuro anteriore che proietta nel sogno una realtà svanita eppure incisa dentro. Simonetta è certamente un poeta e ha tutto il languore e la malinconia di una poesia intima che lacera l’animo intrecciandola con la dolcezza, che dice quello che tutti o almeno molti sentono ma non sanno dire, eppure c’è un grande rigore. La sua è una poesia essenziale, asciutta, perfino rigorosa, che risente della sua cultura musicale perché ha il ritmo e l’armonia dei numeri, senza sbavature, ridondanze. E’ una scrittura colta senza erudizione che cita con naturalezza e ironia; è piana e semplice ma entra dentro; ha la modernità dei classici. Al centro gli amori quelli finiti, perduti o rimpianti come la madre e il padre, figure amate teneramente, che si ergono statuari nella loro semplicità; la figlia bambina amata con una dedizione quasi commovente, rimpianta nella sua tenerezza, ancora senza pelle di fronte alla vita. E poi ci sono gli amori, appena accennati, con discrezione, pennellate veloci che trasudano di passione, eppure sempre sfiorati, trattati con riserbo, rispetto e discrezione. Sullo sfondo anche l’amata Torino, città adottiva, Bella di notte, allegoria femminile, dove gli amori si confondono. L’animo dell’autore è aperto, si lascia andare in una confessione garbata che sembra un ossimoro. C’è la poesia che armonizza, disciplina l’impetuosità del sentire, veste la passione del numero e si trattiene, come ogni poeta autentico, dal dire troppo. Non spiega, non indugia, pochi tratti per incidere bastano. Il ricordo è un’eco che nel tempo si amplifica, non scolora e forma nella memoria il nostro bagaglio, doloroso talora, è però un serbatoio di energie, quello che conferisce solidità e ricchezza a un uomo. Tra le righe si coglie una riflessione sulle ragioni profonde dell’esistenza, mai compiaciuta, sull’impegno sociale, il rispetto dovuto soprattutto agli ultimi, il valore dell’amicizia ma anche l’insofferenza verso la bassezza umana. Sullo sfondo il tempo che scorre e che a volte si blocca, la nostra misura interiore che mette a confronto il piano vissuto con quello semplicemente immaginato. C’è nell’incedere dei versi dell’autore una capacità registica che sorprende: non dichiara subito il soggetto ma porta il lettore a indovinarlo, lasciandogli talora la libertà di scegliere come adattare quei versi secondo il proprio vissuto.
Chi è Domenico Simonetta
Nasce nel 1960 a Maropati, nell’entroterra calabrese. Ancora bambino si trasferisce a Torino, dove suo padre lavora alla Fiat. La passione per il sociale e la comunicazione si concretizzano nella Laurea in Scienze Politiche e nel lavoro di giornalista, svolto anche come Capo ufficio stampa del Palazzo di Giustizia di Torino. Negli anni delle Superiori, grazie a un insegnante che sarà il mentore per la sua crescita intellettuale, nasce l’amore per la letteratura, a partire di grandi poeti a partire da grandi poeti come Neruda e D’Annunzio, passando attraverso scrittore come Pasolini, Verga, Hemingway, Tolstoj e i contemporanei Kundera e Pennac. Curioso di natura, ama esplorare mondi diversi di quelli di provenienza: da qui la passione per le percussioni afro, arabe e latine. Questa è la sua prima raccolta di poesie.
A cura di Ilaria Guidantoni