All’interno della filiale del Banco BPM a Palazzo Panichi in Piazza del Duomo a Pietrasanta, continuano gli appuntamenti con l’arte contemporanea a cura di Enrico Mattei. La Vetrina è uno spazio espositivo per progetti site-specific e uno sguardo sugli artisti storicizzati italiani e internazionali della seconda metà del ‘900: fino a fine giugno è la volta di Michele Chiossi, dopo diverse stagioni estive con Maestri del calibro di Christo, Cattelan, Scheggi, Fontana, Boetti, Colombo, Dadamaino, Vasarely e Dorazio. Si tratta di un allestimento articolato e pensato appositamente per questo spazio che riesce a dialogare con la storia e la realtà artistica della città di Pietrasanta, senza lasciare inalterato il codice stilistico dell’autore che lo rende ormai riconoscibile fino dai suoi anni a New York dove nacque quel tratto a zig zag con matrice di pixel della nostra era tecnologica.
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L’installazione di Chiossi diventa una sorta di scatola aperta verso lo spettatore, un ambiente venusiano ricoperto, sulla parete centrale e le due laterali, da un wallpaper da lui stesso pensato e ideato come una sorta di quinta teatrale. Sulla grande parete di fondo troviamo due quadri in marmo con due figure classiche, un Apollo Vittorioso e una Venere Italica, in mezzo a loro una scultura specchio di colore verde con cornice in fusioni plurime a cera persa in bronzo e alluminio, di elementi naturali come coralli, conchiglie, infiorescenze arboree, papiri, e capesante dove alloggeranno candele che irradiano luce, colore e sensualità fino al loro lento spegnimento, oltre a incensi che emaneranno profumi conturbanti e a un ametista purificato e ricaricato come simbolo di apertura del terzo occhio e veicolo di chiarezza mentale. A terra, nel centro della stanza su due piccole basi, troviamo una scultura in bronzo raffigurante una corda arrotolata con un pugnale alla sua estremità e una maschera in marmo con tratti semplici senza fisionomia come quelle di bellezza per il viso. L’insieme di queste opere ci ricorda un altare, un luogo mistico in cui lo spazio e il tempo sembrano diventare un percorso interiore e spirituale tra lo splendore del terreno e del divino.
Il progetto “Indagine sulla Natura e la natura dell’Uomo” analizza i modi e le forme attraverso le quali un artista contemporaneo può trarre ispirazione dall’antico, creando così un ponte tra i secoli che contribuisca ad avvicinare opere del passato, a rinegoziarne il senso e a valorizzarne la testimonianza. Nella sua pratica di attualizzazione, Michele Chiossi svolge un’ineludibile funzione pedagogica e didattica. La sua ricerca è interessante perché appartiene a quella categoria di riflessioni che non sono per nulla gratuite e sbrigative, anzi, è talmente approfondita e informata che richiede una cultura rara e profonda per riuscire a muoversi all’interno di riferimenti, citazioni, e connessioni che l’artista compie. Il tema del tempo e dello spazio è il rapporto che sempre si è instaurato tra luogo e identità attraverso la rappresentazione, per l’artista il luogo architettonico è una sorta di concretizzazione dello spazio esistenziale, inteso come concetto psicologico che indica gli schemi individuati dal singolo nell’interazione con la natura. La capacità di quest’installazione è quella di attivare la partecipazione del fruitore e di trasformare i luoghi in spazi sensibili. Compone un’analisi sull’estetica dello spazio tentando, mediante differenti percorsi e linguaggi, di sondare le possibili alterazioni dell’ambiente: dal tangibile all’immateriale, dalla dimensione privata a quella sociale; dal rapporto con l’architettura e con l’osservazione delle nevrosi della società contemporanea.
a cura di Ilaria Guidantoni