Una volta uscita dalla crisi, un’impresa che ha appena ottenuto l’omologazione da parte del Tribunale di un concordato preventivo o di un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis della Legge Fallimentare, ovvero che ha da poco sottoscritto un piano attestato di risanamento ex art. 67 Legge Fallimentare con correlato accordo sulla manovra finanziaria, spesso continua a non avere vita facile con il sistema bancario e con la platea dei fornitori. La diffidenza per le difficoltà incontrate nel recente passato, infatti, resta e quindi anche in questa fase il factor può svolgere un ruolo chiave di supporto all’azienda (si vedano invece qui i precedenti approfondimenti sul ruolo del factor nella fase di emergenza della crisi e nella fase di sviluppo della procedura concorsuale).
Lo hanno spiegato a BeBeez Alessandro Ferrari, Chief Lending Officer di Generalfinance, e Fabrizio Amatizi, Responsabile della Valutazione del Rischio della stessa società di factoring.
“Generalfinance si trova a lavorare con questo tipo di imprese per due motivi. O perché la società era nostra cliente già durante la procedura concorsuale e ritiene di proseguire nel rapporto anche una volta che il processo di risanamento sia formalmente ultimato, visti i benefici riscontrati in corso di procedura; oppure perché si tratta di una nuova azienda cliente, arrivata a noi perché in cerca di una nuova fonte di finanziamento. In entrambi i casi si tratta di realtà che nonostante siano tornate in bonis continuano a subire lo scetticismo delle controparti abituali, tra cui principalmente fornitori e banche”, ha esordito Fabrizio Amatizi, che ha aggiunto: “Nel primo caso sostanzialmente continuiamo a fornire finanza all’impresa in questione, tenendo in mente che pur essendo tornata in bonis, la società soprattutto nelle prime fasi continua presentare degli elementi di fragilità. Nel secondo caso, invece, forniamo nuova finanza a un’azienda che prima non stavamo supportando, ma che ha bisogno di un nuovo partner finanziario, perché una o più delle controparti bancarie usuali non è disposta a erogare credito, di solito perché in occasione della procedura ha subito degli stralci”.
In ogni caso, ha detto ancora Amatizi, “per noi in quanto factor, il rischio di fornire credito a queste società è molto più contenuto che nelle precedenti fasi della procedura, perché il rischio di revocatoria tendenzialmente non esiste più, dal momento che una volta concluso il procedimento (con un provvedimento di omologazione o con l’asseverazione di un piano di risanamento) è certificato che il cliente non si trova in stato di insolvenza. Quello che però va valutato bene è se l‘intervento proposto sia armonico rispetto al piano e corretto nell’ambito dell’accordo con le controparti della società”.
A quel punto, ha detto Alessandro Ferrari, “l’obiettivo è ampliare il più possibile il numero dei debitori che possono essere ceduti, utilizzando in pieno la flessibilità dello strumento del factoring, attraverso un’operatività che può spaziare dal pro-soluto al pro-solvendo, dalla cessione di credito con notifica ai debitori a quella c.d. not notification”, ma ancora più importante è che il factor affianchi l’azienda cedente nella valutazione e gestione dei propri debitori”.
Ferrari porta due esempi: “Tra i nostri clienti abbiamo Zeis Excelsa, noto gruppo produttore di calzature, che al picco della crisi soffriva di insoluti per quasi il 30% dei propri crediti commerciali,;una volta perfezionato il rapporto, proprio grazie a un’attenta gestione e selezione dei debitori, condotta in collaborazione con Generalfinance, la società è riuscita a dimezzare quella percentuale”. Un altro caso interessante è quello di MV Agusta, celebre produttore di motociclette, che “utilizza Generalfinance per essere aiutato nella valutazione dell’affidabilità dei propri distributori, nel momento in cui deve decidere se concedere delle dilazioni di pagamento per le moto acquistate da nuovi concessionari che entrano a far parte della rete commerciale. In questo modo poi, la componente della gestione dei debitori porta a sua volta a un maggior utilizzo del factoring da parte della società” (sul rilancio di MV Agusta, si veda anche l’intervista del ceo Timor Sardarov a BeBeez Live lo scorso 13 giugno).