Verrà convocato la prossima settimana un primo tavolo di confronto al Ministero dello Sviluppo Economico per fare il punto insieme alla nuova proprietà (provvisoria, come spiegato più sotto) e ai dipendenti di GKN Driveline Firenze spa, la società con sede a Campi Bisenzio (Firenze), nata nel 1996 sulle ceneri della Fiat di Novoli, che sino a inizio luglio produceva semiassi ed elementi di trasmissione per il settore automotive con oltre 420 addetti, ma che all’improvviso era stata messa in liquidazione dalla casamadre GKN Automotive, parte del gruppo GKN, controllato dalla holding di investimento britannica Melrose Industries plc, quotata al London Stock Exchange. Melrose aveva comprato con un’opa ostile l’intero gruppo GKN nel 2018 per 8,1 miliardi di sterline e aveva poi delistato il gruppo a sua volta quotato all’LSE (si veda qui il comunicato stampa di allora e qui la presentazione agli investitori).
Pochi giorni prima di Natale le sorti di GKN Driveline Firenze sono state risollevate dal Gruppo Borgomeo, che, attraverso la newco QF spa, ha acquisito il 100% della società che verrà integrata in QF, un nome che, ha spiegato il presidente del gruppo Francesco Borgomeo, è l’acronimo di “Quattro F, ovvero Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze” (si veda qui il comunicato stampa). Così, come ha annunciato Borgomeo, l’azienda ha ritirato sia la messa in liquidazione sia l’impugnazione contro il ricorso vinto dai sindacati sulla vecchia procedura di licenziamento.
GKN Driveline Firenze, con sede a Campi Bisenzio (Firenze), era stata messa in liquidazione dalla casamadre lo scorso luglio, dopo aver chiuso il 2020 con 101,7 milioni di euro di ricavi, un ebitda negativo per 2,9 milioni e liquidità netta per poco meno di 60 mila euro (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Francesco Borgomeo, esperto di salvataggi aziendali e riconversioni green, in origine era stato arruolato come advisor finanziario dalla stessa GKN per gestire la crisi e ha poi deciso di rilevare personalmente l’azienda per riconvertirla e rilanciarla insieme a un nuovo investitore che andrà a individuare e che dovrà mettere sul tavolo 100 milioni di euro. Borgomeo, che infatti a La Repubblica ha dichiarato di voler mantenere una partecipazione nella società anche dopo la cessione al nuovo investitore, è stato assistito nell’operazione dal team di Deloitte guidato da Matteo Uggetti, da GMR Partners, da Decon Group e dallo studio legale Chiomenti.
Per il momento si dice che i soggetti interessati a rilevare GKN Driveline Firenze siano tre: un’azienda italiana che nel 2020 ha fatturato circa 250 milioni e che adesso è alla ricerca di un impianto per la produzione di macchinari per l’industria farmaceutica; una società, anch’essa italiana e quotata in borsa, che ha bisogno di uno spazio per la produzione di inverter; e una holding finanziaria che in passato ha già investito nella componentistica meccanica (si veda qui La Repubblica).
Borgomeo, si diceva, non è certo nuovo a operazioni di riconversione e rilancio aziendali. In particolare, è oggi presidente di Saxa Gres, gruppo con sede ad Anagni (Frosinone), partecipato dallo scorso gennaio 2021 da A2A (si veda altro articolo di BeBeez), che ha sviluppato un processo industriale in grado di trasformare i residui di un inceneritore nella produzione di piastrelle di gres porcellanato spessorato per interni ed esterni, oltre che sampietrini green per pavimentare le strade delle città.
Saxa Gres aveva riavviato l’attività nel settembre 2016 con la produzione di piastrelle in gres porcellanato spessorato in quella che era una volta la fabbrica ex Marazzi Sud di Anagni, riassumendo 80 persone al servizio di un innovativo processo produttivo che utilizza parte del materiale inerte proveniente dal termovalorizzatore di San Vittore. L’azienda ha poi acquisito nel febbraio 2018 lo stabilimento della ex Ideal Standard situato nel vicino comune di Roccasecca, nel contesto di un progetto di riconversione attuato tramite la creazione di una partecipata al 100%, la Saxa Grestone spa. Due mesi dopo, nell’aprile 2018, Saxa Gres ha comprato anche Tagina Ceramiche d’Arte con sede a Gualdo Tadino (Perugia), che aveva ottenuto l’omologa del concordato in continuità a metà 2019 (si veda qui Confindustria Umbria), concordato da cui è poi uscita poco più di un anno fa (si veda qui Gualdo News). Nel giugno 2019, inoltre, Saxa Gres aveva annunciato l’affitto con opzione di acquisto della Centro Impasti Ceramici Modena già CBS, rilevando lo storico impianto di Spilamberto (Modena) dal fallimento dichiarato a fine gennaio 2019, con opzione di acquisto entro i 18 mesi dell’affitto (si veda qui Modena Today).
Un’altra operazione simile è stata poi strutturata da Borgomeo lo scorso giugno 2021 sulla Nalco, società con sede a Cisterna di Latina, che sino allo scorso aprile produceva additivi chimici per caldaie industriali, impiegava circa 70 addetti ed era parte del gruppo statunitense Ecolab (si veda qui Latina Today). Quest’ultimo non considerava però più strategica la controllata italiana e aveva deciso di chiudere. Borgomeo ha così deciso di rilevare la società e i dipendenti attraverso la newco Plasta Rei e di riconvertire lo stabilimento alla produzione di una innovativa bioplastica, derivata dal riciclo, condotto attraverso un processo di recupero chimico, di tutta quella plastica che con il comune processo di recupero meccanico non è riciclabile.